2022-03-14

“Fermare la guerra significa salvare vite umane innocenti ed evitare un tracollo economico”


Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo questo suo nuovo contributo sulla guerra in Ucraina e sugli ultimi sviluppi del conflitto bellico:

Tutto il mondo e le popolazioni democratiche a più riprese e in diverse occasioni, dalle piazze di tutte le città del mondo fino alle sedi istituzionali sino al grande stadio di Pechino dove si sono concluse le Paralimpiadi, hanno condannato l’invasione armata dell’Ucraina da parte dell’esercito russo.

La risposta univoca, da tempo studiata dai governi Usa ed europei, sono stati l’inasprimento delle sanzioni alla Russia e il grave e pregiudizievole sostegno - con l’invio di armi letali - alla resistenza del popolo ucraino, incuranti delle drastiche conseguenze sul piano del costo umano ed economico e insensibili all’opposizione delle forze autenticamente pacifiste e della Chiesa di papa Francesco, che da subito si sono prodigate per l’assistenza e l’accoglienza delle popolazioni in  fuga da questa guerra fratricida.

Un muro invalicabile si sta costruendo tra la Russia e il mondo occidentale, una prospettiva non favorevole alla cessazione delle armi e all’avvio di un reale confronto che ponga termine allo stillicidio di morti e distruzioni che la guerra causa a bimbi, donne, anziani inerti e indifesi.

Il volto peggiore dell’Occidente si è di fatto mescolato con le forze che vogliono la pace contro la guerra, tutte le guerre. Sia in Italia come in Europa, nelle nostre istituzioni, sia al governo come all’opposizione, si mescolano i “signori della guerra” con chi vuole la pace. E’ il confronto della democrazia, a differenza di quanto avviene nel campo avverso, in quello autarchico, ma che drammaticamente convergono nel prolungare le ragioni della guerra ed evitare quelle della pace.

Con i drammatici e tragici orrori della guerra, della morte e della distruzione convivono altre narrazioni che ci vedono involontari protagonisti e anche vittime: quelle della comunicazione, dell’informazione, della propaganda e della verità, la prima a essere sacrificata in una guerra.

L’esito di questa “guerra anomala” cambierà il mondo. Già l’Europa sembra abbia deciso di porre le basi per un esercito europeo. Non è ben chiaro come possa convivere con la Nato, tuttavia è una delle tante richieste che il Movimento federale europeo da anni va sostenendo. Non è ben chiaro, come falsamente viene confermato, che entro qualche mese cesserà la nostra dipendenza energetica nei confronti della Russia!

La drammatica realtà socio-economica già oggi la stiamo pagando non soltanto con le bollette più care e alle pompe di benzina, ma con l’impoverimento di milioni di lavoratori e pensionati, un fatto già sicuro. Altro che colpire gli oligarchi russi e ucraini!

Fermare la guerra, quindi, significa salvare vite umane innocenti e evitare un tracollo economico che subiranno ampie fasce di popolazione europea e mondiale. I nostri governi devono cambiare rotta, invertire la narrazione, puntare all’interesse e alla sicurezza comune.

Il Governo di Washington con la Nato, da alleanza militare difensiva sino al dissolvimento dell’Unione Sovietica, si sono trasformati in una organizzazione destabilizzante, istigato e finanziato la rivolta di piazza Majdan. Oggi è l’unica autorità che può ricomporre il conflitto militare e ricondurlo alla pace, garantendo vivibilità e coesistenza alle varie etnie del popolo ucraino. Sapranno invertire questa rotta e salvare gli ucraini?

L’Italia con l’Europa è parte integrante di tale alleanza. Esercitiamo quindi le nostre capacità pragmatiche e diplomatiche ampiamente riconosciute, dimostrando le diversità e gli interessi prevalenti alla pace. Non facciamo i “servi sciocchi” di una alleanza che può segnare una strada di non ritorno per l’umanità intera.

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