2020-10-15

A COLLOQUIO CON IL PROFESSOR PAOLO BONACINA, SPECIALISTA IN OSSIGENO OZONO TERAPIA, UNA INNOVATIVA METODICA CHE VA SEMPRE PIU’ AFFERMANDOSI


Germana Marini - Numerose sono le patologie a carico della schiena, e in special modo della colonna vertebrale, indotte dal fisiologico invecchiamento, come pure in età anche giovanile da traumatismi di vario genere, oppure da sforzi ripetuti e da cattive posture, suscettibili di rendere la vita difficile a chi ne è colpito, per i quali non sempre è indicato, o attuabile, l’intervento chirurgico. 

In alternativa alla chirurgia oggi fortunatamente esistono però trattamenti non invasivi, sempre più efficaci e all’avanguardia. 

Proprio allo scopo di esserne edotti, incontriamo nel suo studio di Erba (Como), un illustre esperto in materia: il professor Paolo Bonacina, specialista in Ortopedia e Traumatologia, nonché in Medicina dello Sport e Docente di Ossigeno Ozono Terapia all’Università degli Studi di Pavia, per chiedergli: 

 

“Che può dirci, professore, in merito a quella provvidenziale metodica denominata 

Ossigeno Ozono Terapia, che da anni è da lei praticata con eclatanti successi? A quali patologie si addice e che tipo di benefici comporta?”. 

 

“Premettiamo che l’Ozono viene prodotto da apposite apparecchiature che trasformano l’ossigeno (02), aggiungendovi un atomo, in Ozono(03). 

Gas instabile che deve essere prodotto al momento dell’utilizzo. Esso possiede molteplici proprietà. Tra queste lenisce o guarisce il dolore che affligge una gran parte di persone ed è scatenato da varie cause: infezioni, malattie degenerative, del circolo sanguigno, traumi, forme reumatiche e compressioni nervose.                                                                                                                                                                                                

In ognuna di queste condizioni si genera un danno ai tessuti, il quale determina il rilascio di sostanze che producono infiammazione e stimolano alcune zone dei nervi, chiamate recettori, alla trasmissione di stimoli dolorosi. 

Oggi l’indicazione principale di tale terapia è quella relativa al trattamento dell’ernia discale. Sulla base della mia esperienza, che a partire dal 2013 conta più di 900 pazienti trattati con ossigeno-ozono-terapia per patologie vertebrali,  posso dire che questo è anche il campo nel quale si ottengono i migliori risultati. In aggiunta, l’ossigeno-ozono-terapia si è dimostrata efficace in ambito ortopedico nel trattamento infiltrativo delle artropatie e delle tenosinoviti. Infine, in campo reumatologico questa metodica produce eccellenti risultati nelle spondiloartriti, nell’artrite reumatoide e nella fibromialgia”.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           

"La letteratura scientifica internazionale contempla migliaia di studi dedicati alle applicazioni della suddetta terapia in vari ambiti disciplinari; ce ne parla?”. 

                                   

“Diciamo che anche a livello internazionale la ricerca italiana in questo settore è alquanto attiva e fertile. Nel 2009, ad esempio, la rivista Spine (la più accreditata a livello mondiale per la patologia vertebrale) ha pubblicato un importante lavoro italiano: uno studio multicentrico, controllato, in doppio cieco, relativo al trattamento con infiltrazioni intramuscolari paravertebrali di una miscela di O2/O3 in pazienti con lombosciatalgia associata a protrusione / ernia discale, che ha riportato significativi miglioramenti (85-90%) sul piano sintomatico funzionale, nonché una netta riduzione delle protrusioni / erniazioni discali nei controlli con risonanza magnetica”. 

 

“In sintesi, quali sono le principali peculiarità dell’ossigeno-ozono-terapia?”. 

 

“Sono le seguenti: 

  1. Essiccare, o disidratare, l’ernia, riducendone il volume e la compressione sul nervo 
  2. Togliere l’infiammazione locale 
  3. Decontrarre la muscolatura 
  4. Intervenire anche su ernie già operate”. 

     
    “Mediamente a che stadio della terapia si inizia a riscontrare un miglioramento, con diminuzione del dolore e maggior mobilità?”. 

     
    “In genere tra la sesta e l’ottava seduta. Sedute che si possono protrarre sino alla dodicesima. È consigliabile poi una seduta di mantenimento al cambio di stagione (autunno/primavera)”. 

     
    “Corrisponde al vero che l’ossigeno-ozono-terapia possa sostituire o perlomeno procrastinare trattamenti più invasivi?”. 

     
    “Certo. Questa metodica sostituisce nell’85 - 90 % dei casi il trattamento chirurgico dell’ernia discale, senza il rischio di complicanze e senza controindicazioni rilevanti. Con lo stesso approccio si possono trattare anche le recidive e gli esiti di intervento”. 

     
    “Esistono controindicazioni all’impiego dell’ossigeno-ozono-terapia?”. 

     
    “Le uniche controindicazioni sono rappresentate dalla presenza di favismo, ipertiroidismo grave e l’epilessia. Mi preme inoltre sottolineare che, purché eseguita secondo i protocolli approvati, è questa una delle metodiche con minori rischi di effetti collaterali. A tutt’oggi, tra l’altro, non si sono mai registrati casi di embolia, e può essere utilizzata senza problemi anche in soggetti diabetici, ipertesi, cardiopatici e nei pazienti in terapia anticoagulante orale e in chemioterapia. Sono possibili solo reazioni vaso-vagali all’inoculazione, così come per qualunque pratica iniettiva”. 

     

    “Che altro genere d’interventi abitualmente pratica, professore?...  Sappiamo che qualche tempo fa è stato delegato ad eseguire un intervento chirurgico, avente per oggetto nientemeno che il Cerimoniere del Santo Padre.  Può fornirci ragguagli in merito?...”.  

     
    “Ho operato di protesi totale d’anca Monsignor Viganò, Cerimoniere di Papa Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. 
    Mi preme sottolineare che il Cerimoniere non solo dirige i più importanti riti che si svolgono in San Pietro, ma è anche l’organizzatore e il documentatore dei viaggi del Santo Padre. A seguito della completa guarigione di Monsignore, sono stato ricevuto in udienza da Papa Ratzinger, persona carismatica e gentile, insieme a mia moglie”.        

     
    Il nostro cordiale colloquio con il professor Bonacina si conclude con la rievocazione della sua stretta amicizia con l’allora Primario della Divisione di Ortopedia dell’Ospedale di Lecco, professor Roberto Cattaneo; dalla sottoscritta in parecchie occasioni intervistato riguardo alla tecnica di Ilizarov:   

     
    “Ho conosciuto il Prof. Roberto Cattaneo nel 1980, poiché mi ha esaminato per il concorso di assistente ospedaliero Ortopedico. In seguito ci siamo ritrovati più volte per congressi in Italia, ma soprattutto in Francia, essendo entrambi spesso relatori ai Congressi Internazionali e Mondiali degli Ortopedici di lingua francese. In tali occasioni abbiamo sovente viaggiato insieme e partecipato alle attività sociali.  
    Il Professore era conosciuto e stimato in tutto il mondo, quale ortopedico italiano più noto all’estero. Per me una figura quasi paterna.                                                                                                                                                                   

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