2023-05-30

Torna “Grandangolo - Rassegna di paesaggi”

Dal 10 al 18 giugno la terza edizione  

con importanti architetti, scrittori, storici, giornalisti, agronomi e filosofi

alla scoperta dei “paesaggi d’Europa”

Direzione e organizzazione: Daniele Frisco, Valentina Sala



 

Un viaggio dall’estremo Nord al Mediterraneo, dalla Parigi ottocentesca a una Berlino contemporanea che sperimenta un nuovo concetto di paesaggio, dal “Belpaese che dimentica i paesi” alle decadenti ferrovie dell’Est Europa. Guarda ai paesaggi europei la terza edizione di “Grandangolo”, la rassegna in programma dal 10 al 18 giugno nell’Antico Granaio di Villa Greppi di Monticello Brianza, promossa nell’ambito di “Album – Brianza paesaggio aperto” (progetto realizzato dall'associazione BRIG con il coordinamento istituzionale del Consorzio Brianteo Villa Greppi e il sostegno di Lario Reti Holding e Fondazione Comunitaria del Lecchese) con l’intento di riflettere sul concetto stesso di paesaggio e, come suggerisce il titolo, aprire lo sguardo grazie alla partecipazioni di importanti personalità del mondo della Cultura.

 

Diretta e organizzata da Daniele Frisco e Valentina Sala, anche quest’anno l’iniziativa potrà infatti contare sulla presenza di ospiti di primo piano, dal professore di Storia del Mediterraneo all’Università di Padova Egidio Ivetic all’architetto Luca Molinari, dal professore di Filosofia all’Accademia di Architettura di Mendrisio Matteo Vegetti al professore di Sociologia economica e del lavoro all’Università di Torino Filippo Barbera, fino al gradito ritorno di Giuseppe Barbera, già ordinario di Colture arboree all’Università di Palermo. Un’edizione, questa terza, che si concentrerà interamente in due corposi fine settimana (quello del 10 e 11 e quello del 17 e 18 giugno), che vedranno susseguirsi nel Granaio conferenze e presentazioni di libri, il tutto con l’intento di raccontare differenti territori del Vecchio Continente.

 

«Come già anticipato lo scorso anno – spiega, infatti, il curatore Daniele Frisco – Grandangolo 2023 vuole puntare l’attenzione sui paesaggi europei, che approfondiremo, come ogni volta, con un taglio multidisciplinare: architetti, scrittori, storici, giornalisti, agronomi e filosofi saranno ospiti nella cornice di Villa Greppi e ci aiuteranno a guardare il paesaggio da diverse prospettive e punti di vista innovativi. Per due fine settimana viaggeremo nello spazio, da Nord a Sud e da Ovest a Est, ma anche nel tempo, andando alla scoperta della città moderna ottocentesca e interrogandoci sulle prospettive future per le nostre città. Un’edizione, questa terza, che sarà arricchita anche da due appuntamenti musicali curati – conclude – dal direttore della Scuola di Musica A. Guarnieri Marco Cazzaniga».

 

Gli appuntamenti

 

Venendo agli appuntamenti in cartellone, si parte sabato 10 giugno alle 15.30 con l’incontro in compagnia del fotografo e video-reporter Marco Carlone, autore del libro “Binario Est. Un viaggio sulle ferrovie più ignorate, vecchie e scalcagnate d’Europa” (Bottega Errante Edizioni). Dalle coste della Dalmazia ai Carpazi ucraini, un fil-rouge d’acciaio collega le rotte più remote dei Balcani e dell’Europa orientale: è la ferrovia. Si tratta, come racconta Carlone, di ferrovie imparziali, per tutte le tasche e per tutti i viaggiatori. Fuori dai finestrini, distese di natura selvaggia, periferie di cemento, giganti complessi industriali e mercati allestiti tra le stesse rotaie.

 

A seguire – alle 17 – è la volta della presentazione de “Il grande racconto del Mediterraneo” del professore di Storia del Mediterraneo Egidio Ivetic. Edito da Il Mulino, il libro racconta il Mare Nostrum come cuore incandescente di un unico vitale continente afro-euro-asiatico, l’epicentro della grande storia che qui transita e da qui scaturisce. Un racconto mai concluso di una storia millenaria, fatta di guerre e convivenze, scambi e antagonismi, invasioni e diaspore, ibridazione ininterrotta di saperi, miti, leggende, manufatti.

 

Domenica 11 si riparte alle 15.30 con “Atlante del Grande Nord” (Il Saggiatore) di Sabrina Mugnos, vulcanologa, giornalista e divulgatrice scientifica che con questo libro porta alla scoperta di “aurore, miti e paesaggi misteriosi” in Lapponia e Groenlandia, nelle isole Svalbard e in Islanda. Un’avventura all’estremo dell’umano, mappa narrativa di come appare il mondo al di là delle colonne d’Ercole delle trafficate e congestionate metropoli.

Alle 17 tocca all’incontro con l’architetto e professore ordinario di Teoria e Progettazione dell'Architettura all'Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” Luca Molinari, autore del libro “La meraviglia è di tutti. Corpi, città, architetture” (Einaudi), saggio sul significato della parola meraviglia nel mondo di oggi, sull'architettura, la città e il paesaggio come spazi da tornare a progettare, ascoltare e curare.


Il pomeriggio si chiuderà, oltre che con il consueto aperitivo a cura di CaffèRino, con un momento musicale con il Cl@rio.net Quartet, quartetto di clarinetti che eseguirà musiche da diverse parti d’Europa.


Ci si dà appuntamento sabato 17 giugno alle 15.30 per il secondo fine settimana di festival: atteso a Villa Greppi il professore di Filosofia all'Accademia di Architettura di Mendrisio dell'Università della Svizzera italiana Matteo Vegetti, protagonista della conferenza dal titolo “Alle origini della città moderna: il paesaggio urbano e i suoi spettatori”. Al centro dell’intervento la nascita della città moderna nell'Ottocento intesa come rivoluzione estetica e sociale capace di incarnare il sogno del capitalismo industriale: un racconto che interrogherà l'architettura e l'urbanistica di Parigi, che il filosofo Walter Benjamin ha definito la "Capitale del XIX secolo", e indagherà anche la parallela nascita di un soggetto nuovo, spettatore e consumatore di immagini.


A seguire, alle 17, è in programma la presentazione di “Contro i borghi. Il Belpaese che dimentica i paesi” (Donzelli Editore) grazie alla presenza di uno dei suoi curatori: il professore ordinario di Sociologia economica e del lavoro all’Università di Torino Filippo Barbera. Un volume, quello al centro dell’incontro, che indaga come, da alcuni anni, la riscoperta del policentrismo territoriale italiano sia ridotto, nello spazio pubblico e mediatico, al concetto di «borgo». Una narrazione secondo cui la valorizzazione del territorio sia tale solo se inglobata nella goffa egemonia del «turismo petrolio d’Italia».


Per l’ultimo giorno di “Grandangolo” due graditi ritorni: già ospiti della passata edizione, l’architetta e docente di Architettura del Paesaggio all’Università Roma Tre Annalisa Metta e il già professore di Colture Arboree a Palermo Giuseppe Barbera saranno a Villa Greppi domenica 18 giugno, rispettivamente alle 15.30 e alle 17. Innanzitutto la conferenza di Annalisa Metta dal titolo “Progettare la città selvatica. Paesaggi berlinesi contemporanei”, che indagherà come Berlino sia la città europea in cui le categorie urbano e selvatico si mescolano maggiormente. Diversi, infatti, i progetti recenti di parchi pubblici berlinesi che rappresentano un repertorio irrinunciabile per interrogare il progetto del paesaggio contemporaneo, in bilico tra umano e non umano, spontaneo e progettato, desiderio e controllo, distanze e immersioni, memoria e trasformazione.

 

A seguire, invece, la presentazione di “Agrumi. Una storia del mondo” (Il Saggiatore), ultimo libro di Giuseppe Barbera. Una storia del mondo inedita, in cui le vicende umane girano attorno agli agrumi: frutti al centro di miti greci, pagine bibliche e leggende orientali, ma anche cura per debellare epidemie secolari e fonte di ispirazione per scrittori e poeti di tutti i tempi.

 

La giornata di domenica si chiuderà con un concerto in programma per le 18.30 e con protagonisti I Portolani. Ispirandosi proprio all’antico manuale di navigazione che fin dal Medioevo guidava le imbarcazioni nei porti d’Europa, Andrea Cusmano (voce, fisarmonica, fiati, mandolino, percussioni), Francesco Cafagna (voce, organetto, fiati, chitarra, ghironda) e Francesco Motta (chitarra, cornamusa) guidano il pubblico in un viaggio attraverso un repertorio tipico delle tradizioni musicali dell’Europa, ricreando le sonorità specifiche delle zone interessate attraverso l’uso di strumenti musicali di estrazione popolare come la cornamusa, la ghironda e l’organetto diatonico.

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