2023-05-31

“L’Europa vive una drammatica realtà geopolitica e le prospettive sono tutt’altro che incoraggianti!”


Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:

Da tempo le classi dirigenti europee hanno smarrito l’insegnamento dei loro “padri fondatori”. I valori e i princìpi unificanti da loro delineati sono stati di fatto via via stravolti già dalla fine della seconda guerra mondiale, o per meglio dire dall’inizio della guerra fredda imposta dalla dottrina Truman, che ha disatteso gli accordi e i trattati di pace, tra le forze che avevano sconfitto il nazifascismo, gli alleati e l’Unione Sovietica, identificabile nell’attuale Federazione della Russia.

Gli accordi di Yalta definirono alcune aree di influenza e di sicurezza in tutta Europa, il trattato di Postdam (che pochi conoscono) non è mai stato attuato, completamente disatteso dalle élites occidentali. Il nazismo aveva portato l’intera umanità sull’orlo dell’abisso, non doveva in nessuna maniera poter nuocere in futuro. La dice lunga rispetto alle forze neonaziste disseminate in tutta la nostra Europa di oggi.

La drammatica realtà geopolitica dell’Europa di oggi è la diretta conseguenza di una deriva che a distanza di decenni ha via via dimenticato se non rinnegato i valori fondanti sanciti dai nostri “padri fondatori”, che già dalle carceri fasciste avevano posto le basi per un’Europa fondata sulla cooperazione, la coesistenza e la pace tra tutti i popoli.

Il dissolvimento dell’Unione Sovietica, il risentimento antisovietico e antirusso rappresentano il comune denominatore, il cemento delle crisi sino alle guerre scatenatesi in Armenia e in Georgia, sino a quella odierna in Ucraina. Le oligarchie occidentali hanno sistematicamente istigato, sostenuto e avvallato questa dinamica destabilizzante che ha isolato e progressivamente accerchiato la Russia.

I governi di Washington, l’Unione europea, la Nato hanno storicamente assecondato queste dinamiche geopolitiche, rendendosi di fatto corresponsabili rispetto alle cause, alle ragioni, oltre alle paure per l’insicurezza causata a danno del popolo russo.

Il popolo ucraino ingiustamente coinvolto in questa guerra fratricida, iniziata non il 24 febbraio 2022 con l’invasione russa ma con il colpo di stato di piazza Maidan del febbraio 2014, una guerra per procura ordita dalle élites occidentali, incuranti dalla maggioranza dei popoli europei contrari alla guerra e all’invio di armi sempre più sofisticate: dai carri amati Leopard agli aerei F16.

L’escalation militare è sempre più evidente e le dichiarazioni belligeranti della Nato e della Russia fanno presagire il peggio. La Polonia e le Repubbliche baltiche rappresentano la base militare di appoggio per intensificare questo conflitto, altro che ricostruzione dell’Ucraina!

In questo panorama drammatico, dove sono le forze progressiste democratiche europee? Dov’è la sinistra italiana, le forze politiche che si richiamano alla pace? All’interesse generale prevale una visione di un becero atlantismo, che ci ridurrà a una provincia dell’impero sempre più decadente dell’Occidente, che ha sempre fallito sul piano militare e fallirà anche in Ucraina.

Tra un anno avremo l’elezione del nuovo Parlamento europeo e già si sta delineando una pericolosa alleanza delle forze conservatrici e di estrema destra filo-naziste disseminate in Europa e anche in Italia. Se i gruppi dirigenti delle forze democratiche europee non cambieranno strada in particolare sui conflitti militari e politici aperti, avremo grosse difficoltà. I nostri cittadini si sentono sempre meno rappresentati e disorientati, c’è un serio pericolo che aumenti la disaffezione e l’incremento dell’abbandono delle urne, aprendo così le porte alla destra europea, come già avvenuto in Italia.

Sergio Fenaroli (Lecco)

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