di Germana Marini
Passione che resta viva, non vacilla, prosegue giorno dopo giorno alimentata dai valori essenziali, dall’impegno sociale, dagli ideali, dalla costanza e da quella inesauribile forza interiore che da sempre contraddistingue Redaelli.
Un significativo passaggio della vita politica di Claudio Redaelli è rappresentato dai periodi di studio e di conoscenza dell’economia, della cultura, della didattica e dell’editoria della ex Unione Sovietica, svolti facendo parte di delegazioni qualificate nel 1957, 1967 e 1972, fino al suo ultimo viaggio del 1977 in Kazakistan.
Ha avuto modo di visitare molte fabbriche, l’Università di Mosca e quella di Leningrado, toccando con mano la realtà agricola di Kiev e trascorrendo trenta giorni in Siberia e a Novosibirsk.
In occasione del viaggio in Urss del 1967, nel mese di agosto la delegazione soggiorna per venti giorni Yalta, ospite della storica Villa dove si incontrarono Stalin, Roosevelt e Churchill, l’11 febbraio 1945, definendo quelli che sono passati alla storia come gli accordi di Yalta, che sancirono la riorganizzazione del mondo dopo la fine della seconda guerra mondiale.
Negli Urali, sempre nel viaggio del 1967, Redaelli ha conosciuto lo scienziato Ilizarov nella sua struttura sanitaria di Kurgan, la stessa dove venne operato il grande e indimenticato alpinista ed esploratore Carlo “Bigio” Mauri.
Come è noto, oggi all’interno dell’Ospedale di Lecco è operativo un reparto, unico in Italia, dove vengono eseguiti interventi secondo quello che è stato denominato il “metodo Ilizarov”.
In occasione poi della trasferta in Italia di una delegazione proveniente dalla Regione di Novosibirsk, Claudio Redaelli è stato invitato a visitare la stessa regione Russa in concomitanza con uno dei viaggi di una delegazione dell’Associazione Vera Brianza, presieduta da Nando Caldirola.
Occorre evidenziare che Redaelli ha ricoperto per tre mandati il ruolo di Consigliere nel Consiglio d’Amministrazione dell’Ospedale di Lecco.
Per ben 10 anni è stato eletto in tale carica dal Consiglio Provinciale e per altri 5 (dal 1975 al 1° maggio del 1981) dal Consiglio Comunale di Lecco con 36 voti a favore su 38 consiglieri presenti in aula e due sole astensioni.
Dal 1975 al 1981 ha ricoperto la carica di Vicepresidente dello stesso Ente Ospedaliero.
Si è inoltre schierato in prima linea (unitamente al Dottor Aldo Rossi, all’ Onorevole Vittorio Calvetti e al Dottor Salvatore Bonalumi, che si succedettero alla guida dell’Ospedale nella battaglia per l’avvio della costruzione del futuro nuovo nosocomio cittadino.
Quindi, nel 1970 è entrato a far parte della Comunità Montana del Lario Orientale e per cinque anni è stato Vicepresidente dell’Assemblea dello stesso ente sovraccomunale.
Infine nel 1972, anno dell’introduzione a livello nazionale dei decreti delegati della scuola, viene eletto consigliere dell’Istituto Scolastico Tommaso Grossi e per un biennio ricopre l’incarico di Presidente dello stesso Consiglio d’Istituto.
C’è comunque nella biografia di Claudio Redaelli un passaggio chiave che merita di essere citato perché riassume oltre mezzo secolo di militanza politica e testimonia la nostalgia per ideali e valori oggi trascurati.
Ne fa fede la lettera all’allora Segretario dei Democratici di Sinistra Walter Veltroni, al momento della chiusura del quotidiano l’Unità. Dopo essersi soffermato a puntualizzare varie vicende del giornale, nel quale lo stesso Redaelli ha lavorato per tanti anni, la lunga lettera rammenta un capitolo tutto lecchese che vale la pena di essere riletto, perché sintetizza efficacemente lo spirito con cui Claudio Redaelli seguita da oltre cinquant’anni ad onorare l’impegno politico e istituzionale, prima riassunto in alcune sue tappe fondamentali : “Caro Veltroni, in occasione delle elezioni regionali dello scorso mese di aprile, sei venuto a Lecco e hai fatto tappa al Circolo Libero Pensiero di Rancio.
Non mi è difficile credere che quel pomeriggio sia stato per te indimenticabile.
Quel giorno hai toccato con mano come si lotta per i giusti ideali.
Da anni si parla dell’esigenza di una nuova legge elettorale.
La strada giusta per arrivarci esiste e Lecco ha dato, in tal senso, già in anni lontani, il proprio contributo, sin dai tempi della cosiddetta “legge truffa” del 1953 voluta dalla Dc, con le reazioni che
Ebbene, in riva al Lario nel mese di marzo di quello stesso anno oltre 10.000 lavoratori scesero in piazza; tra gli altri quelli delle Fabbriche SAE – Forni Impianti, Badoni, Faini, Fiocchi, Metalgraf, Gerosa di Lecco, della Moto Guzzi di Mandello, Redaelli di Dervio, Cantoni di Bellano, Tubettificio Ligure di Abbadia, Officine di Costamasnaga, Carniti di Oggiono e del Catenificio Regina di Merate, oltre alle migliaia di lavoratori delle Trafilerie della Valle del Gerenzone e di altre fabbriche ancora.
Il segnale di ribellione arrivò dalle sirene delle Acciaierie Arlenico Caleotto che occupavano oltre 2500 dipendenti.
Quella legge non passò e da allora il popolo italiano salvaguarda la democrazia e rispetta la Costituzione Repubblicana .
Otto lavoratori rappresentanti delle due commissioni interne della fabbrica vennero licenziati.
Erano padri di famiglia e tuttavia vissero quell’umiliazione con dignità, dimostrando di sapersi sacrificare, pur di non accettare squallidi compromessi.
Chi suonò la sirena della ribellione fu un giovane operaio che tutti i lavoratori del nostro Paese hanno avuto modo di conoscere: il compagno Pio Galli, che tu – caro Walter – hai ritrovato e riabbracciato, ancora giovane nello spirito, al Circolo di Rancio.
E poi davvero considerevole è stato l’apporto di Claudio Redaelli nel mondo della carta stampata e in quello dell’informazione in generale.
Ma uno dei più toccanti articoli da lui stilati si può identificare in una testimonianza sulla straordinaria personalità del frate-poeta Davide Maria Turoldo, dei Servi di Maria, che Redaelli ha reso il 17 maggio 2002 nel corso di un incontro internazionale alla Pontificia Facoltà Teologica “Marianum”, celebrante il decennale della morte di Turoldo, ripresa per ampi stralci nell’articolo stesso. Scritto che dà di Turoldo un’immagine tra le più eclatanti e fedeli.
Quella di un religioso, il cui motivo dominante è sempre stato l’amore come generatore dell’umano e della storia.
Una grande sfida, che ci costringe a un affondo dentro il mistero della realtà.
Che non è una costruzione banalmente verista, ma il cercare, con fatica e coraggio, di incarnare le parole nel loro essere corpo e anima di una vicenda che non ha passato o futuro, ma solo il presente della propria rituale
esistenza.
Redaelli ha inoltre seguito per anni con assiduità tutte le sedute del Consiglio Comunale di Lecco, dando vita al mensile “La Fabbrica dei Fiori” e dal 1969 al 1990 ha lavorato nella redazione milanese del quotidiano “L’Unità”, al cui interno ha fatto altresì parte del Comitato di Redazione.
Per oltre 10 anni è stato quindi delegato a comporre il Consiglio Nazionale del quotidiano stesso.
Egli vanta inoltre una collaborazione decennale alla rivista nazionale “Giorni Vie Nuove”, e al settimanale, a tiratura nazionale ,“Pattuglia”.
Come già detto, nel gennaio del 1982 ha dato vita al Mensile “Il Punto Stampa”, che venne presentato ufficialmente a Vassena al ristorante “Da Danilo”, sede della Società “Ulivo”, costituita un anno prima da un gruppo di amici.
Si tratta di una rivista nata per affrontare temi di ampio respiro e per dare voce alle istituzioni, agli enti, alle associazioni, alle forze politiche, alle categorie economiche e produttive del territorio regionale lombardo, e concepita per il lettore e costruita tenendo conto delle esigenze e delle attese del medesimo.
Al cui riguardo Claudio Redaelli ha asserito: “Il giornale è soltanto un nodo i cui fili s’intrecciano in una moltitudine di comunità – dai grossi centri fermentati dall’imprenditoria industriale, artigiana e commerciale, ai piccoli agglomerati stretti intorno al sagrato di una chiesa parrocchiale, che conservano le loro radici rurali – il cui orizzonte più proprio è quello del bacino idrografico dell’Adda.
In questo cammino è nata anche la testata “Il Punto Stampa”: né prima né ultima, ma con un’ ambizione chiara e cioè di radicarsi in quel territorio, non solo interprete dei processi in atto al suo interno, ma quale promotrice degli stessi.
Un giornale che debba non solo dire, ma fare, ove il suo dire sia credibile in quanto si faccia carico di iniziative pubbliche, momenti di confronto e di riflessione, manifestazioni culturali, iniziative editoriali”. Tutto ciò senza mai tirarsi in dietro, a cominciare dal suo direttore Redaelli, il cui protagonismo è stato messo in luce da prestigiosi riconoscimenti quali , il “San Nicolò”, conferitogli dall’allora Sindaco di Lecco, Lorenzo Bodega, e da altri pubblici attestati, come, “L’aquila d’oro di Maestro del commercio”, assegnatogli nel 1999 dall’Associazione 50 & Più Fenacom con la seguente motivazione: “Da tempo e fra difficoltà ha dimostrato carattere, voglia di competere in modo originale con apertura alle nostre culture locali”.
Il distintivo d’oro dell’Associazione Vera Brianza, attribuitogli sempre nel 1999 per “la pluridecennale attività giornalistica svolta a sostegno delle attività economiche e strutturali della Brianza”. Riconoscimento poi bissato dalla stessa Associazione Brianzola, in occasione del decennale celebrato nel corso del 2001, con la consegna a Claudio Redaelli del “triscele d’oro”, quale riconoscimento per la pluridecennale attività giornalistica ed editoriale svolta.
E, sempre in Brianza, il premio internazionale 1999 della “Bottega dell’Arte” di Missaglia, nella cosiddetta “Categoria blu”, cioè quella riservata ai giornalisti, seguito dal “Premio Internazionale di Arte e Cultura “L’Arcobaleno”, assegnato a quanti si sono distinti nei diversi campi: artistico, culturale, o della solidarietà sociale. Per completare la lunga serie vanno menzionati la Medaglia d’oro del “Premio Contea di Bormio” (1998) “in segno di apprezzamento per l’impegno e la dedizione dimostrati verso questa manifestazione”.
Sempre nel 1998 arrivano il “Premio 25° Mostra dell’Artigianato” e il “Marco d’Oggiono della fondazione Renzo Conti”. Nell’occasione il Presidente della Fondazione Conti, Luigi Crippa, così si è espresso:
“Claudio Redaelli, direttore del mensile Il Punto Stampa nonché della Cbrs Editrice – Edizioni Cultura il Punto Stampa, ha una lunga storia di pubblico amministratore sia nel consiglio comunale di Oggiono che anche in realtà sovraccomunali, per tre legislature al consiglio provinciale di Como, consigliere e vicepresidente dal 1963 al 1981 dell’Ospedale di Circolo di Lecco, figura emblematica di giornalista e di editore.
Voglio qui sottolineare proprio il suo lungo, meticoloso ed attuato lavoro editoriale che la serietà e la professionalità ha giustamente ricercato e perseguito. Pensiamo solo alla trilogia “L’Adda, il nostro fiume”. La ricerca storica del territorio oggetto dello studio e il prezioso materiale di Pietro Pensa a disposizione, meritavano infatti di essere riscoperti e riproposti in modo rigorosamente scientifico ed approfondito. Il lavoro fatto da Claudio Redaelli va senza dubbio in questa direzione”.
Lui, che con orgoglio e passione milita tuttora all’interno del “CENTRO DIURNO CERCHIO APERTO DI LECCO”, portando avanti un progetto encomiabile e prezioso, coordinatrice del quale è la dottoressa Vittoria Speltoni. Progetto che si è rivelato di grande ausilio a ragazzi che in esso hanno trovato il loro indirizzo, la loro personalità autentica.
“Novanta anni, e non sentirli”, si può ben dire di lui, a tutt’oggi pimpante e gagliardo, cui tanti giovani potrebbero invidiargli quella lucidità mentale, quello spirito sempre vivo, portato a cogliere situazioni ed eventi con un’intellegibilità ed acume che seguitano a contraddistinguerlo.
Con la più profonda stima e affetto, i migliori Auguri Direttore!
Da me e da tutta la mia famiglia.
Germana Marini
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