Da Brescia a Bergamo, fino a Cremona: il tema di quest’anno sarà declinato in 24 incontri con i migliori pensatori del presente, con una novità: 5 appuntamenti in dialogo tra filosofia e cucina
Si riaccende la fiamma olimpica per la maratona del pensiero lungo il fiume Oglio e nei comuni che attraversano la provincia lombarda, da Brescia a Bergamo fino a Cremona, dal 10 giugno al 31 luglio con la XVII edizione di Filosofi lungo l’Oglio, il festival organizzato dall’omonima Fondazione, presieduta dalla filosofa Francesca Nodari. Quest’anno il festival è dedicato al tema “Dire Io”, un’analisi della società quotidiana caratterizzata dall’individualismo. Gli incontri indagheranno le origini e gli effetti del fenomeno, con attenzione alle necessità dell’uomo come attore principale della società, alla ricerca di un’identità propria nelle azioni e nei territori di tutti i giorni.
Il festival si articolerà in 24 lezioni magistrali tenute da illustri pensatori del nostro tempo, con l’appuntamento di padre Enzo Bianchi ad inaugurare e con la chiusura affidata a Maria Rita Parsi, psicoterapeuta e attuale componente dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, nel mezzo numerosi nomi illustri del mondo della filosofia contemporanea, che presto saranno svelati.
Tra le novità della 17esima edizione la serie d’incontri dal titolo “Filosofi a Tavola”: 5 appuntamenti, tutti i venerdì di luglio, che intrecciano filosofia e cucina in luoghi d’eccezione, con un alternarsi di show-cooking e aperitivi firmati dalla chef Francesca Marsetti, con riflessioni filosofiche e reading attoriali.
Gli incontri vedranno la presenza di una personalità nota del mondo della filosofia contemporanea: Francesca Rigotti con “Il cibo speciale dell'individuo singolarista”; Nicola Perullo con l’incontro dal titolo “Dalla filosofia del vino alla filosofia col vino”: Epistenologia; Paolo Gomarasca con “Una giustizia buona. Etica del mangiare in compagnia”; Massimo Donà sul tema “Cinema e cibo. Tra necessità e libertà” e Flavia Monceri: “Cibo e potere: l’uomo non è ciò che mangia”. Gli ospiti intratterranno il pubblico su un tema di incontro tra la cucina, il nutrimento e i cibi della terra con il pensiero, la ricerca di conoscenza dell’agire umano e dell’assoluto. Protagonista la celebre cuoca, bergamasca di origine e franciacortina d'adozione, “Francichef” per il suo pubblico, oggi volto noto per la sua partecipazione a fianco di Antonella Clerici nelle trasmissioni di cucina più seguite di Rai1."Quando mi hanno proposto di partecipare a queste serate mi hanno un poco spiazzata - ha dichiarato Marsetti - Cosa c’entro io con la filosofia? Poi ho capito: filosofia è ciò che ci circonda, è quello che vediamo, quello che ci incuriosisce, ma soprattutto è come lo portiamo a noi. Ci tengo a ringraziare anticipatamente la Fondazione per questa avventura".
Il tema che lega tutto il festival è stato scelto, usando le parole di Francesca Nodari, anima del Festival, riconoscendo “l’urgenza di sondare tutte le implicazioni contenute nell'espressione dire io oggi nel tempo pandemico, dinanzi a un io sempre più tracotante, in un mondo in cui le disuguaglianze sono in costante incremento, dove i legami sono messi in scacco da una società liquida che riduce persino gli affetti a un fast-food quotidiano. E questo mentre il virtuale avanza senza posa, l'indifferenza diventa imbarazzante e i punti di riferimento sembrano schiacciati sotto l'imperialismo di un presente continuo che rende irraggiungibile, forse utopico, l'avvenire”.
Sotto la lente di riflessione e indagine ci sarà, dunque, l’individualismo, o meglio la sua versione deformata ed esasperata, soggetta oggi spesso a severa critica. Alle analisi descrittive di questo fenomeno, legato a modelli di vita e a supporti tecnologici della tarda modernità, si aggiungono ondate di commenti negativi che ne valutano gli effetti sfavorevoli. Siamo abituati a vivere in maniera individualistica, nel mondo del lavoro e in campo economico per raggiungere il successo personale, come nelle famiglie, sempre più monoparentali. Ma che cosa ha a che fare tutto ciò questo con l’individualismo? Perché ha iniziato a imporsi la valutazione negativa di un fenomeno, la concezione individualista, che ha portato una straordinaria spinta nella direzione dell’autonomia, dell’eguaglianza, della democrazia e dei diritti? Sono queste alcune delle domande alle quali la kermesse – sempre più attesa – cercherà di rispondere.
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