2022-05-09

CORBETTA, ALCHIMIE IN FORMA DI FOTO


In mostra in questi giorni fino al 10 maggio nello spazio di Pierluigi Ratti e curato da Carlo Pozzoni The Art company in via Borgovico a Como e poi in un sontuoso volume di grande formato è da non mancare la mostra "Stenos opaios" di Luigi Corbetta da Albavilla, veterano dell'arte fotografica e appassionato sperimentatore di tecniche visive. Con questo progetto iniziato da quasi un lustro, e con oltre 11 libri all'attivo, Corbetta approda di nuovo presso Art Company con le sue foto stenopeiche ossia realizzate senza obiettivi ma con un forellino in una scatola, e un materiale fotosensibile all'interno come volle Leonardo e indietro nel tempo prima di lui gli antichi che sancirono gli albori dell'immagine rappresentata. Sulla scia di Platone che nel settimo libro della sua "Repubblica" immagina appunto l'umanità in una caverna dove solo pochi attingono la verità della luce che vi entra. Ecco che Corbetta riprende quell'antico mito e si muove sulla scia di quello che nel 1977 scrisse Susan Sontag in "Sulla fotografia":  “L’umanità si attarda nella grotta di Platone, continuando a dilettarsi, per abitudine secolare, di semplici immagini della verità. Ma esser stati educati dalle fotografie non è come esser stati educati da immagini più antiche e più artigianali: oggi sono molto più numerose le immagini che richiedono la nostra attenzione; l’inventario è cominciato nel 1839 e da allora è stato fotografato quasi tutto, o almeno così pare; questa insaziabilità dell’occhio fotografico modifica le condizioni di prigionia in quella grotta che è il nostro mondo; insegnandoci un nuovo codice visivo, le fotografie alterano e ampliano le nostre nozioni di ciò che val la pena guardare e di ciò che abbiamo il diritto di osservare". Corbetta si muove proprio lungo queste coordinate e non a caso sfodera di nuovo per questo libro e questa mostra il concetto di alchimia. Ci invita a osservare il mondo come lui lo sogna lo vorrebbe e lo progetta con l'entusiasmo primigenio di un bambino, del pascoliano fanciullino: ogni scatto di questa serie è realizzato con cura e attenzione ai particolari. Queste foto iniltre  evocano un nuovo equilibrio tra la presenza umana e la natura di cui mai come oggi si avverte il   bisogno anche solo come utopia.
Lorenzo Morandotti


Nelle foto di Carlo Pozzoni momenti della inaugurazione della mostra

 



















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