Sabato 12 un incontro, trasmesso in diretta streaming, sul tema “Casa e lavoro. Donne libere di ripartire in autonomia”
La ricorrenza dell’8 marzo ha lo scopo di porre l’attenzione sui diritti e sulle conquiste sociali, economiche e politiche di cui le donne sono state protagoniste nell’ultimo secolo, così come sulle discriminazioni e le violenze che ancora oggi le riguardano e solitamente questa data mobilita attiviste e attivisti che scendono in piazza, organizzando manifestazioni che promuovono messaggi di parità e inclusione.
Quest’anno la celebrazione cade in tempo di guerra. Il conflitto in corso tra Ucraina e Russia tocca la nostra sensibilità di cittadine e cittadini europei, scuotendo profondamente la nostra quotidianità, soprattutto delle donne.
Le donne che “resistono” hanno raffigurati nei loro volti sgomento, paura, angoscia ma anche forza e capacità di resilienza. Sono in fuga da città spettrali e con i propri figli sotto la terra che trema e a essere colpiti sono soprattutto i minori e le donne, compromettendo il futuro di intere generazioni e noi siamo con loro.
Ma quale ruolo hanno le donne, oggi, nei contesti di guerra e pace? La risoluzione 1325 delle Nazioni Unite su donne, pace e sicurezza, approvata all’unanimità nel 2000 dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, mirava a riaffermare l’importanza del ruolo della donna, sia nella prevenzione sia nella risoluzione dei conflitti, nonché nei negoziati di pace e nei processi di pace, poiché alle donne viene riconosciuta una forte capacità di dialogo tra le diverse fazioni coinvolte in un conflitto, viene riconosciuta loro anche la capacità di aumentare la trasparenza e il carattere inclusivo e sostenibile dei processi di pace.
Un augurio a tutte e a tutti noi, ricordando la frase di una celebre donna scienziata: “Cerchiamo di vivere in pace, qualunque sia la nostra origine, la nostra fede, il colore della nostra pelle, la nostra lingua e le nostre tradizioni. Impariamo a tollerare e ad apprezzare le differenze. Rigettiamo con forza ogni forma di violenza, di sopraffazione, la peggiore delle quali è la guerra”.
Il virus che tanta paura ha fatto ha messo in evidenza un intollerabile aumento delle violenze domestiche, una diminuzione delle opportunità di crescita della realizzazione personale e professionale, un peggioramento delle condizioni di lavoro con la difficoltà di conciliare lavoro, famiglia, vita privata.
Per questo abbiamo deciso come “Fondo Carla Zanetti”, in collaborazione con il Comune di Lecco, di organizzare per sabato 12 marzo dalle 9.30 alle 12.45 un incontro sul tema “Casa e lavoro. Donne libere di ripartire in autonomia”.
Nel corso dell’incontro si approfondiranno esperienze in atto o possibili sul tema della casa e del lavoro, anche in relazione al “reddito di libertà”, un sostegno economico destinato alle donne vittime di violenza, seguite dai centri antiviolenza o dai Servizi sociali, se e come può contribuire a sostenerne l’autonomia e un nuovo progetto di vita.
Nella #violenzadigenere la violenza economica è determinante e spesso si affianca a quella fisica e psicologica, incide profondamente sulle vittime, che non lasciano contesti violenti e di abuso per paura di non poter provvedere economicamente a sé stesse e ai propri figli.
Il “Fondo Carla Zanetti” è nato proprio per questo aiuto fondamentale per l’autonomia economica e dal 2014 che aiuta le donne nell’inserimento lavorativo, per l’indipendenza economica delle vittime più fragili.
La conferenza di sabato 12 sarà trasmessa in streaming e nei prossimi giorni sul sito del Comune di Lecco (https://www.comune.lecco.it) sarà pubblicato il link per partecipare alla diretta.
“Fondo Carla Zanetti”
Nessun commento:
Posta un commento