2021-06-24

Materie prime, l’onda dei rincari impatta di più sulle micro imprese


La spirale di rincari delle materie prime e dei semilavorati allarma le imprese del settore manifatturiero e in particolare le micro imprese sulle quali l’impatto degli aumenti dei prezzi è più rilevante. E’ quanto emerge da una indagine condotta dall’Ufficio Studi della CNA su un campione di circa mille tra micro e piccole imprese. La fotografia presenta tinte fosche, il 55% subirà una contrazione della redditività (quasi il 70% nella chimica), un’impresa su sei teme rallentamenti dell’attività e una su cinque un calo di ordini e fatturato(24,3% per le micro imprese e 10,9% per quelle con più di 10 addetti). Inoltre i rialzi delle materie prime potrebbero generare spinte inflazionistiche e mortificare la ripresa della domanda con riflessi negativi anche sull’occupazione.

Le micro imprese sono le più esposte e con capacità molto limitate per adottare contromisure. I continui rincari e l’allungamento dei tempi di consegna rischiano di rendere insostenibili i preventivi accettati dalla clientela. Tra le contromisure il 67,8% del campione ha cercato di rinegoziare i preventivi proposti al cliente, quota che sale al 71% tra le imprese con oltre 10 dipendenti e supera l’87% nel settore della chimica.

Per arginare i rincari un’impresa su tre è alla ricerca di nuovi fornitori, strategia adottata dal 40% delle imprese dell’elettronica e dal 36,8% della meccanica/automotive. Nel complesso le imprese di minori dimensioni devono scegliere tra la forte contrazione dei margini di profitto e la possibilità di perdere il cliente.

Il fenomeno dei rincari inoltre ha innescato una serie di difficoltà nel reperire i materiali con una preoccupante dilatazione dei tempi di consegna.

L’indagine si è focalizzata su un paniere di 28 materie prime e beni intermedi. Nei primi 5 mesi dell’anno gli aumenti sono piuttosto differenziati e oscillano dall’11% delle ceramiche al 50,2% del ferro rispetto alla media del 2019.

Ai metalli il primato dei rialzi: i laminati sono saliti del 45%, l’acciaio inox +37,1%, rame +31,4% e l’alluminio sfiora il 30%. Nel segmento del legname si segnalano il rincaro dell’abete pari al 39,4%, pino +32,5%, noce +25,9%.

Rialzi molto consistenti anche nelle plastiche con il polipropilene che supera il 30%, il Pvc segna un +22,8%. I semilavorati per la meccanica mostrano un aumento medio dei prezzi del 25,5% mentre più contenuta la componentistica elettronica che si attesta al 17,2%.

Le imprese valutano con preoccupazione anche l’allungamento dei tempi di consegna dei materiali che in media mostrano una dilatazione di 25 giornicon punte nella componentistica elettronica (40 giorni in più), polipropilene e poliuretano (33 giorni), laminati e reti metalliche 31 giorni. Slittamenti contenuti per coloranti e vernici (11 giorni), adesivi e sigillanti (17 giorni).


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