2021-05-01

La diversità e molto altro. Riflessioni, immagini e racconti del Centro diurno “Il Cerchio aperto”

Nel nuovo numero di “Tri agun news” la sollecitazione a interrogarsi su varie tematiche della realtà che ci si trova ad affrontare e a riflettere su alcuni tra gli aspetti di questi tempi più controversi e più dibattuti

 




di Claudio Redaelli“La diversità biologica in ecologia è la varietà di organismi viventi, nelle loro diverse forme e nei rispettivi ecosistemi. Per biodiversità entro un determinato ambiente si intende appunto la varietà di organismi viventi in esso presenti. Le specie descritte dalla scienza sono 1,74 milioni. L’estinzione di una specie è la minaccia principale alla biodiversità.

Tutto ciò tradotto in un sistema socio-culturale può rappresentare la perdita di conoscenze e tradizioni umane legate alla biodiversità. Da un punto di vista economico la perdita di biodiversità riduce le risorse genetiche con il loro potenziale sfruttamento. Da tutto ciò si deduce che esistano vari e importanti motivi per mantenere una elevata biodiversità a livello locale e globale. La perdita di specie, sottospecie o varietà comporta infatti una serie di danni. Un ambiente ricco di diversità ne aumenta la sua resilienza, ossia la sua capacità di tornare “a posto” dopo aver subìto uno stress”.

Si parla di diversità nel nuovo numero di “Tri agun news”, il periodico del centro diurno “Il Cerchio aperto” di Lecco che si avvale dell’apporto grafico di Elisa Mazzoleni, con Jacek Soltan e Andrea Rigliaco rispettivamente art director e art designer.


Tra riflessioni e racconti, tra giochi, disegni e fotografie, la pubblicazione invita il lettore a interrogarsi su varie tematiche della realtà che ci si trova ad affrontare e, appunto, a riflettere su alcuni tra gli aspetti di questi tempi più controversi e più dibattuti, a iniziare dal fenomeno dell’immigrazione sintetizzato con rara efficacia nelle pagine introduttive da due immagini e da uno scritto di Giampaolo Agrati. Vi si legge: “Tra gli emarginati, gli ultimi, i più poveri per sconfiggere il pregiudizio e levare quella corona di spine che ogni disperato porta in capo. L’indifferenza va combattuta e la solidarietà è la soluzione migliore per aiutare questi disperati e dare loro un avvenire migliore di questo triste presente. Il vero cristiano porge la mano e apre il suo cuore al più bisognoso. L’esempio è quello di Gesù, che ce lo insegna”.

Si parla di diversità, si è detto. E la diversità è anche nelle stagioni, o nel comportamento di Milù, “solo nel suo credo evangelico”. O, ancora, nella capacità di farsi amare per i propri difetti, “perché i pregi tutti li sanno amare”.

“Tri agun news” è poi arte. E, in quanto arte, follia. Ed è la capacità di raccontare il valore del silenzio e della apparente incomunicabilità, il valore dell’anima di ogni essere umano oltre i limiti e le mancanze.

Ecco allora le poesie di Alda Merini. “Se cerchi un tesoro - scriveva - devi cercarlo nei posti meno visibili, non nelle parole della gente, lì troveresti solo vento. Cercalo in fondo all’anima di chi sa parlare con i silenzi”.


Umanità e diversità è poi nei Peanuts di Schulz, in Charlie Brown e in Snoopy, in Linus Van Pelt e in Woodstock.

Spazio poi alla fotografia e alla capacità di catturare l’istante, con la diversità - per dirla con le riflessioni di Paola Giovine - che si esprime tra quello che è l’intento dell’artista e il vissuto del fruitore, che spesso attribuisce un significato legato allo stato d’animo di quel preciso momento. In sintesi, un incontro di emozioni che sbocciano in quello stesso istante.

“Il panorama affascinante è unico - scrive - La neve sulle montagne, il tramonto sul lago, il mare spumeggiante, animali, fiori, persone in momenti della vita quotidiana. Tutto ciò fa spesso risuonare in noi innumerevoli emozioni e sentimenti legati a ricordi personali e a istanti della nostra vita. In questo percorso emotivo la soggettività è il fattore rilevante che rende ogni esperienza artistica unica, irripetibile e diversa da persona a persona”.


Il periodico del “Cerchio aperto” (che si avvale dell’apporto di una redazione composta da Giampaolo Agrati, Massimo Bermond, Vittoria Buonaiuto, Pietro Benaglio, Nadia Colombo, Chiara Cavadini, Luigi Milani, Aida Ferra e Paola Giovine) non trascura però neppure le tradizioni, come quelle delle ricette del mondo. E dà spazio pure ai giochi, a iniziare dal sudoku, fino all’ultima immagine accompagnata da una significativa frase di Stanley Kubrick, che scriveva: “Se non fossi stato un fotografo mi sarebbe mancato l’unico ingrediente essenziale che devi avere per mettere qualsiasi cosa su pellicola, che è la fotografia”.

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