2021-04-17

PER I TIPI DELL’EDITRICE CARABBA È USCITO IL TANTO ATTESO VOLUME DI GERMANA MARINI “LA GIOCONDA SOTTO LA TOVAGLIA DI MIA NONNA”. NELLA RIVELAZIONE DELLA CUGINA DI VINCENZO PERUGGIA.

 




Di Giovanni  Alessi - Avevo fatto ormai l’abitudine alle ricorrenti e-mail e telefonate di colleghi e amici per chiedermi quando avremmo potuto avere l’opportunità di fruire della singolarissima opera di Germana Marini , la cui quarta di coperta, a caratteri cubitali riporta: “Il clamoroso retroscena sul furto della Gioconda, finalmente svelato in una documentazione senza precedenti!”. 

 

Ebbene, sì: questo corposo libro-verità ci è dato ora godercelo, tanto in formato cartaceo, che in versione on line, e articoli sullo stesso vanno apparendo su varie testate giornalistiche, annuncianti presentazioni che si terranno nelle più disparate sedi, a dispetto del “Covid-19”, che non cessa d’imperversare.

 

“Per ribadire ciò da me scritto nella prefazione al volume”, Roberto Allegri dichiara,  “è questo un testo appassionato e sincero. E, del resto, non poteva essere altrimenti, dal momento che la Marini è una scrittrice e poetessa che conosce il proprio lavoro, e ciò lo si vede bene, riga dopo riga. È da tener presente che il furto di Monna Lisa, avvenuto nel lontano 1911, eccita ancor oggi la fantasia per i suoi protagonisti: il dipinto più conosciuto al mondo, e uno dei musei maggiormente famosi. E poi, ecco, un veloce gesto, il ratto, da parte di un italiano, etichettato come “patriota”, poi tradotto in carcere quale paladino del “made in Italy, che intendeva riportare al suo Paese il quadro di Leonardo. 

Ma è davvero così? È davvero tutto qui?... Alla base del furto più chiacchierato del tempo ci fu solo un impulso patriottico? Dobbiamo crederlo?... 

Germana Marini ci racconta una versione differente, divide con noi lettori dei particolari sino ad ora ignoti, e lo fa senza inventare nulla, attenendosi scrupolosamente ai fatti”. 

“Per sapere, però”, Allegri conclude, “occorre immergersi nella piacevolezza di un trascinante scritto: un modo meraviglioso per fare amicizia con Vincenzo Peruggia, molto più simile ad un don Chisciotte, o ad un D’Artagnan, animato non tanto di patriottismo, quanto della forza più grande di tutte: quella che fa commettere le follie più temerarie, e cioè l’amore”. 

 

“Un argomento di più scottante attualità”, ha scritto un noto rotocalco, “l’autrice non avrebbe potuto trattarlo”. Ed il pronto riscontro della stessa è stato di negare l’intenzionalità del fatto. “Ciò in quanto”, ha affermato, “ al di là dello “scoop”, come lo si è definito, nel corso di oltre un secolo è la prima volta che una discendente del Peruggia s’incarica di narrare, senza peli sulla lingua, quello da lei appreso da una zia, a nome Jole, terzogenita figlia della sua nonna paterna Giuseppina Rossi in Marini,  cugina in primo grado di Annunciata Rossi, poi convolata a nozze con Vincenzo Peruggia”. 

 

“Ma come si è decisa a vuotare- come si suol dire- il sacco?”, ho indagato. 

 

“Diciamo che tante sono state le pressioni affinché mettessi in carta l’indubbiamente affascinante vicenda, che ho finito col darmi per vinta. E a posteriori posso dire che questo certosino lavoro mi abbia dato più di quanto immaginassi,  in termini di approfondimento dei sentimenti celati nell’intima essenza di un uomo , come pochi capace di amare con una così travolgente passione la sua donna”. 

 

È del resto notorio come lo scavo psicologico rappresenti una peculiarità per Germana Marini, innamorata dei suoi personaggi, da lei percepiti quali entità palpitanti e reali. Ma in questo suo libro-capolavoro bisogna riconoscere abbia dato veramente il massimo, come attestano i lusinghieri giudizi espressi sull’opera da S.E. il Cardinale Gianfranco Ravasi, Pontificium Consilium De Cultura, Città Del Vaticano, da Don Antonio Mazzi, nonché dall’apprezzatissimo scrittore e giornalista Roberto Allegri. 

 

Quanto a me, ho più volte letto e riletto quest’impari scritto, testimone di un vissuto, che dà veramente voce ad eventi mai sospettati, o clamorosamente fraintesi. 


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