2021-03-17

“Massimiliano Kolbe santo del secolo”. In un libro il ritratto del “martire dell’amore”

Ne fu autore anni fa Francesco Saverio Pancheri, che curò la biografia di quel sacerdote polacco che si offrì di prendere il posto di un padre di famiglia destinato al “bunker della fame” nel campo di sterminio di Auschwitz

 



di Claudio Redaelli E’ tra le grandi figure del ventesimo secolo. Si sta parlando di padre Massimiliano Kolbe, sacerdote polacco nato nel 1894, morto nel 1941 e canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 10 ottobre 1982, dopo la beatificazione avvenuta nel 1971 ad opera di Paolo VI, che lo definì “martire dell’amore”.

Ordinato sacerdote nella Basilica di Sant’Andrea della Valle a Roma il 28 aprile 1918, si offrì di prendere il posto di un padre di famiglia destinato al cosiddetto “bunker della fame” nel campo di sterminio di Auschwitz, dove venne ucciso la vigilia della festa dell’Assunzione di Maria con una iniezione di acido fenico.

A padre Kolbe anni fa aveva dedicato un interessante libro Francesco Saverio Pancheri. Massimiliano Kolbe santo del secolo il titolo, che ben ne sintetizzava il contenuto e la figura stessa del religioso polacco.

Una biografia, la sua, che metteva in evidenza valori e contenuti ideali di padre Kolbe. “Accade infatti troppo spesso - si leggeva in premessa - che parlando di lui ci si limiti a ciò che affiora esteriormente e in particolare ad alcuni tra i momenti più impressionanti come la morte eroica nel lager di Auschwitz, colorandoli magari con la fantasia che non è mai fuori luogo come in questo caso”.

La particolare attenzione concessa al mondo culturale in cui visse padre Massimiliano, al suo francescanesimo, alla sua devozione verso l’Immacolata non fu del resto qualcosa di accessorio da poter mettere tra parentesi nella traiettoria meravigliosa della sua vita di santo, ma ne costituì piuttosto il filo conduttore che univa e interpretava gli eventi esteriori emergenti.

“Non si conoscerà mai a sufficienza padre Kolbe - si leggeva sempre nella premessa del libro - senza afferrare l’ispirazione soprannaturale che dà una fisionomia particolare alla sua spiritualità”.

In Massimiliano Kolbe santo del secolo veniva dato ampio spazio agli scritti del sacerdote polacco, fonte primaria e imprescindibile per accostarsi alla sua esperienza di vita. Assumeva pertanto un’importanza notevole proprio il vasto epistolario che accompagnò quasi l’intero arco della sua esistenza.

E all’epistolario vanno aggiunti il Diario e un gruppo di articoli da lui pubblicati in periodi diversi. Tutto il complesso dei suoi scritti fu raccolto in una accurata edizione critica in lingua polacca, corredata da note e da preziose precisazioni da parte di un’équipe guidata da un professore dell’Accademia teologica di Varsavia.

L’edizione polacca venne tradotta in italiano da padre Cristoforo Zambelli e pubblicata a Firenze nel 1975 dalle Edizioni “Città di vita” in tre volumi.

Tornando all’autore di Massimiliano Kolbe santo del secolo va detto che Francesco Saverio Pancheri ha il grande merito di aver seguito fedelmente l’itinerario spirituale ed esistenziale del sacerdote, senza tralasciare di integrare i dati personali e le varie vicende con una conoscenza più generale dell’ambiente storico, politico e culturale entro il quale le vicende stesse si concretizzavano.

Una biografia, in definitiva, doppiamente esemplare: per il grande modello di vita sottoposto al lettore e per il metodo e l’eloquenza con cui quel modello stesso è stato presentato.

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