La chiusura degli impianti anche nell’ultima parte della stagione è destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull’intera economia che ruota intorno al turismo invernale che ha un valore stimato prima dell’emergenza Covid tra i 10 e i 12 miliardi di euro all’anno tra diretto, indotto e filiera. E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al nuovo rinvio della riapertura allo sci in zone gialle deciso dal Ministro della Salute Roberto Speranza dopo il nuovo pronunciamento del Comitato tecnico scientifico.
Si tratta – sottolinea la Coldiretti – di una decisione che arriva per l’avanzare dei contagi che ha costretto all’’entrata in zona arancione insieme ad Abruzzo (con Chieti e Pescara zone rosse), di Liguria, Toscana e la provincia di Trento mentre quella di Bolzano è autonomamente in lockdown. Una decisione destinata – continua la Coldiretti – ad avere effetti non solo sulle piste ma anche sull’intero indotto delle vacanze in montagna, dall’alloggio alla ristorazione, dagli agriturismi ai rifugi fino alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi, che dallo stop al turismo sulla neve hanno subito un calo di fatturato fino al 90%.
Proprio dal turismo invernale – sottolinea la Coldiretti – dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento. Con le presenze praticamente azzerate nel momento più importante della stagione, si guardava – conclude la Coldiretti – con speranza all’ultimo scorcio seppur con il pesante limite allo spostamento tra regioni ma le aspettative sono andate all’ultimo momento deluse.
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