2020-12-08

LA CONQUISTA DELL’IMPLACABILE PARETE OVEST DEL CERRO TORRE: UN SOGNO DIVENUTO RICORDO

Renato Frigerio -  Come si conviene ai più bravi tra gli alpinisti i “Ragni” nel 1974 hanno scritto una nuova pagina della loro vita per la storia dell’alpinismo, la conquista della impervia parete Ovest del Cerro Torre: 1200 metri di dislivello. A loro noi intendiamo manifestare nuovamente un sentimento di amicizia, e un riconoscimento di ammirazione, per l’autorevole volontà con cui hanno vinto. 

 

Dopo quasi due mesi di assedio quando sarebbe stato comodo e comprensibile lasciarsi indurre da stanchezza, sconforto e nostalgia di casa e del viver civile, i nostri sono arrivati domenica 13 gennaio 1974 alle ore 5 e 45 minuti del pomeriggio sulla vetta, con sotto ai loro piedi il tipico fungo enorme di ghiaccio “brinato” misto a neve, dell’ambito Cerro Torre di 3128m, che è stato definito “un urlo di pietra”, nella Patagonia Australe, al confine fra Cile e Argentina. 

 

Da Casimiro Ferrari, capo spedizione, a tutti gli altri 11 alpinisti, nel corso della serata di festeggiamenti cittadini del ventesimo anniversario, in data 22 aprile 1994, abbiamo avuto modo di ricordare e/o conoscere i particolari, le sensazioni, le gioie, le arrabbiature e, ora per chi li seguiva da Lecco, la struggente nostalgia dell’azione nella conquista. 

 

La spedizione partiva il 17 novembre 1973 da Milano per Buenos Aires a Rio Gallegos, la città principale dell’Argentina meridionale. Viaggio in aereo. Poi con il camion all’Estancia Rio Tùnel di Pedro Alvorsen, sulle rive del lago Viedma, per proseguire con cavalli fino all’attraversamento del Rio Tùnel, per continuare ad avanzare salendo nella valle del Rio Tùnel, verso il Paso del Viento, ai margini della distesa glaciale. Determinante l’aiuto di Padre Giovanni Corti: la nostra riconoscenza è infinita. Indi a piedi e a tratti trainando una slitta lungo il ghiacciaio dello Hielo Continental Sur per allestire e rifornire il campo base sorto sulla costola di roccia del “Filo Rosso”, nel Circulo de los Altares, in prossimità della parete Ovest del Cerro Torre. Detto Circolo degli Altari è l’anfiteatro ai piedi di Cerro Standhardt (2730m), Punta Herron (2750m), Torre Egger (2850m) e Cerro Torre (El Torre). Da qui si punta a raggiungere il “Colle della Speranza”, tra Cerro Torre e Cerro Adela Norte, una sella che si trova 120 metri sotto a dove sullo spallone Sudovest si arrestò il primo tentativo, con la cordata di Walter Bonatti e Carlo Mauri, il 2 febbraio del 1958. 

 

Il maltempo era incessante: la spedizione dispose di soli cinque giorni di bel tempo e soltanto frazionati. Non ci sono stati due giorni consecutivi di tempo favorevole. Si persero giorni preziosi. I nostri insistono, resistono al brutto tempo ed al forte vento. Arrivano a meno di 300 metri dalla vetta, dopo aver superato muri ghiacciati, pendenza 70 gradi. Poi giungono notizie che il limite del 26 gennaio 1970, (la cordata di Casimiro Ferrari e Piero Ravà arrivò oltre l’Elmo, a 250 metri dalla vetta) conseguito dalla spedizione lecchese guidata da Carlo Mauri e composta da altri 8 alpinisti, è stato forzato: le due cordate in progressione (Casimiro Ferrari, Mario Conti, Daniele Chiappa e Pino Negri) si trovano a 80 metri dalla vetta. Devono ancora superare l’aerea cresta gelata sino in vetta, che non è una vera cresta, ma una serie di cavolfiori di ghiaccio spugnoso, da scavalcare, da mordere, da rosicchiare, da gradinare, da avvolgere di corde, da conquistare centimetro per centimetro, con le corde fisse lasciate per il rientro. 

La cresta ghiacciata esternamente in superficie come la tocchi si sfalda tra le mani. 

I chiodi infilati trovano il vuoto e fanno precipitare piccoli blocchi di ghiaccio. (Si tratta di chiodi di due tipi costruiti appositamente nelle officine lecchesi per questa specie di ghiaccio, aventi caratteristiche simili ai “cavatappi”, ma con una filettatura molto prominente, lunghi circa 50 centimetri e altri, tubolari, con alette sporgenti a lisca di pesce, lunghi addirittura, 1 metro). 

L’impossibilità è solo tecnica. Ma la volontà dei nostri “Ragni” ha saputo vincere su questa terribile e spettacolare montagna delle Ande Patagoniche Australi. Sono quattro i “Ragni” che calcano la vetta del Cerro Torre, la montagna più imponente e minacciosa della Patagonia. Ma è una vittoria d’assieme in cui valori e meriti debbono assolutamente essere ripartiti in maniera equa e in cui l’apporto di ognuno è stato determinante ai fini del conseguimento del risultato finale che culmina con una vittoria entusiasmante e trascinatrice. 

 

In questi posti isolati fuori dai confini del mondo le forme di vita sono composte dai condor giganteschi, da anitre che svolazzano, da lupi marini, orsi marini, foche e piccole volpi, guanachi, dove i puma si avvicinano al campo base, nel cuore della maliarda, affascinante, Patagonia. 

 

La Patagonia è anche dei “Ragni” di Lecco, è anche nostra. 

Evviva i “Ragni”. 

Grazie al Gruppo dei “Ragni” che esaltano l’alpinismo lecchese e italiano. 

Il Centenario della fondazione della Sezione di Lecco del C.A.I. è celebrato nel modo più desiderato e degno. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per una visione indicativa, senza pretesa di completezza, riportiamo di seguito alcune note aggiuntive e informative inerenti esclusivamente il versante Ovest del Cerro Torre: 

 

 

La “via dei Ragni” è stata salita adottando lo stile spedizione, usando corde fisse e con l’allestimento di campi intermedi. Per le 57 lunghezze di corda complessive, di cui 7 attrezzate, sono state dichiarate difficoltà di VI, A2, con tiri su ghiaccio di 70°-85°. ED+. 

 

Il 15 gennaio 1977 gli statunitensi John Bragg, Dave Carman e Jay Wilson hanno raggiunto la vetta e compiuto la seconda ascensione. È la prima ripetizione integrale della via dei Ragni, effettuata in stile alpino, ricorrendo alla tecnica della piolet-traction (usando le punte anteriori dei ramponi e 2 piccozze). 

Il 10 febbraio 1986 gli statunitensi Michael Bearzi e Eric Winkelmann, hanno realizzato in 3 giorni la prima salita in libera, la terza ascensione della via dei Ragni, ma respinti dal fungo di ghiaccio finale alto 100 metri non raggiungono la vetta. 

Tra il 12 e il 14 luglio 1999 gli svizzeri Stephan Siegrist, David Fasel e Thomas Ulrich insieme allo statunitense Greg Crouch effettuano la prima salita invernale, fino a un punto al di sotto del fungo sommitale. 

Nel 2007 gli statunitensi Kelly Cordes e Colin Haley raggiungono la vetta con la prima ripetizione della via “Los Tiempos Perdidos”, aperta nel 1994 sulla parete Sud dal francese Francois Marsigny e dal britannico Andy Parkin, concatenandola alla parte superiore della via dei Ragni. 

Il 2 dicembre 2008 il comasco Matteo Bernasconi, dei Ragni di Lecco, con il valtellinese Fabio Salini, si aggiudicano la prima ripetizione della via firmata da una cordata italiana. 

Nel 2008 l’talo-argentino Rolando “Rolo” Garibotti e lo statunitense Colin Haley realizzano la prima “Traversata del Torre”, concatenando il Cerro Standhardt, la Punta Herron, la Torre Egger e il Cerro Torre. 

Nel 2008 i norvegesi Ole Lied e Trym Atle Saeland partono dallo spigolo Sudest, seguono un tratto della linea della via del Compressore e poi traversano il ghiaccio pensile della parete Sud per collegarsi alla parte superiore della via dei Ragni, raggiungendo la vetta. 

Questo concatenamento battezzato “Corkscrew”, nel 2013, vede la realizzazione della prima salita by fair means (scalare in maniera “pulita”, senza corde fisse e nessun mezzo di supporto) ad opera degli statunitensi Colin Haley e Chaud Kellogg.

Nel mese di gennaio 2013 l’austriaco Markus Pucher effettua la prima ascensione solitaria in libera della via dei Ragni. 

Nel 2013 gli argentini Gabriel Fava, Wenny Sanchez e Roberto Treu aprono “Directo Huarpe”, una straordinaria linea di 300 metri, parallela a destra della via dei Ragni, al cui ultimo tiro si ricongiunge, dopo la separazione dalla sommità dell’Elmo. 

Nel mese di dicembre 2014 lo stesso Markus Pucher realizza la prima free-solo (in solitaria e senza corda) della via dei Ragni compiuta in poco più di 3 ore, sotto l’imperversare di una insidiosa bufera. 

Nel 2015 lo statunitense Colin Haley e il canadese Marc-Andrè Leclerc percorrono la “Traversata del Torre” in senso inverso, rispetto al 2008, partendo dal Cerro Torre, scalato per la via dei Ragni, per raggiungere successivamente la Torre Egger, la Punta Herron e il Cerro Standhardt. 

Nel 2016 gli statunitensi Colin Haley e Alex Honnold ripetono la “Traversata del Torre” in meno di 24 ore, in stile alpino e con equipaggiamento ridotto al minimo. 

 

 

 

Referenze bibliografiche:

 

“CERRO TORRE – PARETE OVEST” 

di Casimiro Ferrari 

Dall’Oglio Editore, 1975 

 

“CAI LECCO – 120 anni – 1874-1974” 

di Annibale Rota, Ambrogio Bonfanti, Vasco Cocchi e Renato Frigerio 

CAI Sezione di Lecco, 1975 

 

“RAGNI DI LECCO – 50 anni sulle montagne del mondo”

di Alberto Benini 

Vivalda Editori, 1996

 

“GAMMA – Gli anni di un’alternativa in alpinismo” 

di Alberto Benini 

Vivalda Editori, 1999 

 

“ATLANTE DELL’ALPINISMO – Le grandi montagne raccontate dai grandi protagonisti” 

di Audrey Salked 

Istituto Geografico De Agostini, 1999

 

“PATAGONIA – Terra magica per viaggiatori e alpinisti” 

di Gino Buscaini e Silvia Metzeltin 

Casa Editrice Corbaccio, 2001 

 

“ORME SU VETTE LONTANE – Alpinisti lecchesi nel mondo” 

di Giorgio Spreafico 

La Provincia di Lecco, 2002 

 

“CERRO TORRE – Mito della Patagonia” 

di Tom Dauer 

Casa Editrice Corbaccio, 2004 

 

“CASIMIRO FERRARI – L’ultimo re della Patagonia” 

di Alberto Benini 

Baldini Castoldi Dalai Editore, 2004 

 

“ENIGMA CERRO TORRE” 

di Giorgio Spreafico

CDA&Vivalda Editori, 2006 

 

“GRIDO DI PIETRA – Cerro Torre, la montagna impossibile” 

di Reinhold Messner 

Casa Editrice Corbaccio, 2009 

 

“LA TORRE DEL VENTO – CERRO TORRE – PARETE OVEST” 

di Casimiro Ferrari 

Alpine Studio, 2010 

 

“CASIMIRO FERRARI – Un sognatore dalla Grigna alla Patagonia” 

di Alberto Benini 

Cattaneo Editore, 2011 

 

“CERRO TORRE – La sfida” 

di Giorgio Spreafico 

L’Eco di Bergamo e La Provincia, 2013 

 

“CERRO TORRE – 60 anni di arrampicate e controversie sul Grido di Pietra” 

di Kelly Cordes 

Edizioni Versante Sud, 2018 

 

 

 

 

“I RAGNI DI LECCO – Un storia per immagini” 

di Serafino Ripamonti 

Rizzoli/Mondadori Libri, 2020 

 

“IL RICHIAMO DELLA GRIGNA – Cinquanta stelle della scena alpinistica mondiale 

si raccontano ai piedi della più amata montagna lombarda” 

di Giorgio Spreafico 

Teka Edizioni, 2020 

Nessun commento:

Posta un commento