2020-11-18

Il “Marco d’Oggiono”, nella storia del Premio i valori della terra di Brianza

Istituito nel 1984 per celebrare la memoria e l’impegno profuso a favore della comunità da Renzo Conti, ha saputo crescere e mettere radici profonde nella realtà locale

 



di Claudio Redaelli Dal 1984 un omaggio ai valori che contano, alla Brianza e alla sua gente. Dal 1984 un riconoscimento attribuito a donne, uomini, enti e associazioni che hanno saputo unire l’eccellenza nella loro professione alla generosa e disinteressata passione per gli altri, a iniziare da quelli più vicini e più deboli.

Il riferimento è al Premio Marco d’Oggiono istituito per celebrare la memoria e l’impegno profuso a favore della comunità locale da Renzo Conti.

Erano passati pochi mesi dalla costituzione della Fondazione che ne avrebbe portato il nome e il premio, che negli anni avrebbe saputo crescere e mettere radici profonde nella realtà oggionese fino a diventare un vero e proprio appuntamento con la storia di questa terra e con gli uomini che l’hanno fatta grande e ne hanno promosso gli ideali più autentici, fu attribuito a Mario Boselli, presidente della Fiera di Milano, al pittore Paolo Cattaneo e alla Comunità di via Gaggio per l’opera sociale svolta sul fronte della rieducazione dei tossicodipendenti.

Da allora sono stati raggiunti significativi risultati e basta scorrere l’albo d’onore del Premio per rendersene conto. Dall’economia alla finanza, dall’impegno civico e amministrativo a quello sociale, dal volontariato alla cultura, dalla medicina alla scienza passando per l’impegno pastorale e religioso, per l’arte e per la creatività, non vi è ambito della vita che non sia stato toccato dal “Marco d’Oggiono”.

La spontanea quanto disinteressata azione per gli altri era del resto uno dei valori appartenuti a Renzo Conti, insieme all’operosità, alla solidarietà, alla responsabilità sociale e al rispetto della dignità dell’uomo.

“In questo senso - ebbe a scrivere nel 2006 Luigi Crippa, presidente della “Fondazione Renzo Conti”, in occasione della pubblicazione del libro che raccontava, a cura di Angelo Sala e Giorgio Cortella, proprio la storia del Premio - il “Marco d’Oggiono”, al di là di ogni aspetto celebrativo, intende proporsi come un grande atto di fiducia nell’uomo contemporaneo. Un gesto di speranza e gratitudine, che guarda al presente e al passato per trarne esempi e motivazioni su cui costruire il futuro”.

E l’allora sindaco di Oggiono, Pietro Riva, sottolineava come recuperare determinati valori attraverso la celebrazione di chi li ha saputi incarnare significasse offrire certezze ed esempi concreti a tutti e in particolare alla giovani generazioni, “in una società che talvolta pare aver smarrito i propri punti di riferimento”.

La “Fondazione Renzo Conti” ha dunque avuto modo di segnalarsi sul territorio per le sue finalità: perseguire il miglioramento della qualità della vita rafforzando i legami di solidarietà e responsabilità sociale fra tutti coloro che vivono e operano nell’Oggionese.

Inoltre la Fondazione si era proposta fin dalla sua costituzione, obiettivo peraltro centrato nel corso degli anni, di promuovere la cultura del donare come valore sociale diffuso, favorendo lo sviluppo del “non profit”. Infine aveva inteso favorire la realizzazione di studi sulla storia e sulla cultura del territorio brianteo.

Oltremodo significativo è dunque l’elenco dei premiati nel corso della storia ultraventennale del Premio Marco d’Oggiono. Detto dei primi riconoscimenti (la data, come già riferito, è il 1984) a Boselli, Cattaneo e alla Comunità di via Gaggio, questi sono i nomi di coloro ai quali è stato attribuito il premio a partire dall’anno successivo: 1985 - Dottor Sandro Molinari, famiglia Bonomelli, Istituto “La Nostra famiglia” di Ponte Lambro; 1986 - Avvocato Annibale Caccia Dominioni, Antonio Cattaneo, Renzo Colombo, Istituto Missioni della Consolata di Bevera; 1987 - Monsignor Renato Corti, Salvatore Fiume, Giuseppe Roda; 1988 - Onorevole Vittorio Calvetti, Angelo Mauri, dottor Vincenzo Saputo; 1989 - Dottor Giovanni Battista Mangioni, monsignor Teresio Ferraroni, Eugenio Corti; 1990 - Professor Giorgio Moretti, monsignor Carlo Marcora; 1991 - Ingegner Vico Valassi, ingegner Fabio Semenza, don Carlo Gottifredi (alla memoria); 1992 - Monsignor Antonio Riboldi; 1993 - Onorevole Francesco Casati (alla memoria), monsignor Dionigi Tettamanzi, commendator Arturo Carniti (alla memoria), Franco Pirola, monsignor Angelo Mariani; 1994 - Monsignor Gianfranco Ravasi, professor Luigi Santucci, commendator Cesare Mariani (alla memoria); 1995 - Cardinale Giovanni Saldarini, Unione artigiani lecchesi, Unione industriali lecchesi, Unione commercianti lecchesi, Avis - sezione di Oggiono; 1996 - Monsignor Angelo Scola, Aido - sezione “Michela Canali” di Oggiono, professor Giuseppe Airoldi, Nando Riva, Angelo Vassena; 1997 - Onorevole Roberto Formigoni, don Ambrogio Spreafico, Fiorenzo Magni, professor Giuseppe Panzeri; 1998 - Monsignor Bernardo Citterio, dottor Aldo Rossi, Luigi Galbiati, Claudio Redaelli, Romano Negri; 2000 - Arma dei carabinieri - stazione di Oggiono, professor Carlo Secchi, suor Onorina Sirtori; 2001 - Avvocato Giuseppe Guzzetti; 2002 - Felice Giudici, Alessandro Gerli, dottor Marco Lanzetta; 2006 - Professor Marco Biagi (alla memoria), Daniela Bianchini, pilota Silvano Frigerio, Sebastiano Magon, don Amintore Pagani.

Un premio, il “Marco d’Oggiono”, e un omaggio ai valori incarnati dagli uomini che hanno scritto alcune tra le pagine più significative della storia della Brianza.

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