2020-09-18

DIGITEC FESTEGGIA 35 ANNI E GUARDA AVANTI NEL FUTURO DELL’AZIENDA SEMPRE PIU’ INTELLIGENZA, UMANA ED ARTIFICIALE

Trentacinque anni fa Digitec era in 60 metri quadrati in un bilocale in centro Lecco. Eravamo in tre: giorni ardui con i miei soci di allora”.

È con queste iniziali parole che il presidente Fausto Re è intervenuto nel corso della serata organizzata per la celebrazione dei trentacinque anni dall’azienda nata nel 1985, alla quale hanno partecipato il figlio Simone Re, oggi alla guida di Digitec, e il team al completo. Un gruppo di professionisti con competenze molto elevate che conta ormai oltre quaranta persone fra fisici, esperti informatici ed elettronici, matematici, bioingegneri ed economisti.

 

Impegnata nel settore radiologico, dove opera per progettare e personalizzare sistemi software e hardware in grado di acquisire, elaborare e trasferire immagini medicali, 




Digitec nasce con una forte componente innovativa e tecnologica e continua a fondare su questi elementi la propria competitività, con investimenti in ricerca e sviluppo, risorse umane e formazione specifica.

 

Già dal 1990 - ha evidenziato ancora Fausto Re - avevamo venduto circa tremila macchine nel mondo. Data la complessità di quelle macchine, gli unici nostri concorrenti erano le più quotate multinazionaliNegli anni successivi, adattandoci ai tempi, abbiamo vissuto una completa riconversione da elettronica a informatica, tanto che, se a quel tempo la parte preponderante del costo dei nostri sistemi era composta da hardware, oggi invece ben più della metà è composta da costi di progettazione e sviluppo. Questo significa non solo che abbiamo saputo adattarci ai tempi e al mercato, ma soprattutto che ciò che vendiamo oggi è il prodotto della nostra intelligenza. Il prodotto dell’intelligenza di ognuno di noi”.

 

Se Digitec nasce con il sogno di sviluppare tecnologie digitali a sostegno dell’uomo, l’idea della tecnologia a servizio delle persone è ancora al cuore delle strategie di sviluppo per i prossimi anni, che non possono prescindere dal guardare con interesse crescente anche all’intelligenza artificiale.

 

La pandemia Covid-19 ha creato una nuova realtà e ha costretto la società a ripensare al concetto di ospedale tradizionale rendendolo più decentralizzato, modulare e reattivo” - ha sottolineato Simone Re. “Orientandoci verso la telemedicina - ha continuato - siamo impegnati nello sviluppo di applicazioni innovative che ci consentano di dirigere l’azienda verso i suoi prossimi trentacinque anni continuando sulla linea innovativa del passato. Nello specifico, pensiamo a progetti di intelligenza artificiale che affianchino i medici nella diagnosi e che li accompagnino attraverso un flusso di lavoro più efficace, consentendo di ottimizzare tempo e produttività e creando un impatto sulla cura del paziente sia rispetto al miglioramento dell’assistenza sia nell’accuratezza della diagnosi e dei risultati clinici”.

 

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