2020-05-16

FEDERALBERGHI LECCO, IL PARADOSSO DELLE STRUTTURE RICETTIVE

La denuncia del presidente Severino Beri: "Possiamo aprire ma non viene nessuno: gli alberghi rischiano di meno restando chiusi!"


Gli alberghi in Regione Lombardia possono rimanere aperti già dal 4 maggio, in seguito all'ordinanza regionale 537 del 30 aprile. Ma questa possibilità è stata colta da pochi operatori, come conferma il presidente di Federalberghi Lecco e vicepresidente vicario di Confcommercio Lecco, Severino Beri: "Se posso usare un termine forte... chi oggi apre è quasi un kamikaze! Non abbiamo linee guida a cui attenerci: non esiste infatti un protocollo ufficiale di settore da seguire, ma quelli generali che vanno bene e sono validi per tutti.
Come gli altri imprenditori rischiamo anche il penale se un dipendente si ammala di Covid. E poi pur essendo pronti... a oggi possono venire solo i residenti della Regione, mentre di solito per questo territorio la stragrande maggioranza di turisti è straniera. Finora riceviamo telefonate per cancellazioni, al massimo per spostamenti di data. In sintesi: manca completamente la domanda. Quindi è chiaro perché, pur potendo aprire fin dal 4 maggio, sono solo 10-20 strutture al massimo - quelle che ospitano personale ospedaliero o parenti di ricoverati o ancora alberghi che hanno clienti che lavorano in determinate aziende - ad essere aperte sul territorio: la verità è che oggi costa di meno e fa meno danni restare chiusi. Non vale la pena aprire e avere il 20% delle camere occupate: forse possono farlo i piccoli alberghi a gestione familiare. La maggior parte delle strutture lecchesi secondo me non lo farà". 
Le aspettative sono tutt'altro che rosee: "Non prevedo grosse novità almeno sino alla fine di giugno. Sull'estate ci sono tante incognite, forse possiamo sperare nell'autunno. Il 2020 sarà un anno disastroso per il turismo e per le attività ad esse collegate: tanti hanno deciso di puntare direttamente sulla primavera 2021. Il nostro lago, e in generale questo territorio, è meta soprattutto di turisti che vengono dagli Usa, dall'Australia, dalla Germania. Puntare sul turismo nazionale? Forse qualcuno arriverà facendo qualche week-end in più rispetto al passato, ma non aspettiamoci lunghe villeggiature sul lago dei nostri connazionali. Tra l'altro molti italiani non hanno più ferie, perché le hanno consumate soprattutto all'inizio di questo periodo di emergenza; c’è chi è in cassa integrazione da settimane, non avrà soldi da spendere e rinuncerà alla vacanza. Senza dimenticare che per un po' dovremo convivere anche con la scarsa voglia di viaggiare e pochi, inoltre, vorranno alloggiare in alberghi simili a cliniche".
Il presidente Beri punta poi il dito contro gli interventi del Governo: "Il turismo è stato dimenticato in tutti i decreti, pur pesando per il 15% del nostro Pil. Ricettività e ristorazione sono stati fortemente penalizzati: se vogliono distruggerci basta che lo dicano con chiarezza! Mentre ascoltiamo i proclami e le promesse, mentre viviamo nell'incertezza rispetto a quello che possiamo o non possiamo fare... noi abbiamo la tassa rifiuti da pagare anche se non lavoriamo da oltre due mesi, non abbiamo certezze sull'occupazione del suolo pubblico e sulle altre tasse abbiamo ottenuto solo un differimento. Il bonus vacanze? Quello che è stato presentato è un pasticcio, un contributo che non serve di certo ad aiutare il settore anche perchè una parte sarà sotto forma di credito d'imposta... quando in realtà saremo in perdita. L'unica cosa positiva è che almeno hanno escluso le piattaforme".
Poi conclude parlando di lavoratori e personale: "C'è preoccupazione: chi è in cassa ha visto il proprio stipendio ridimensionarsi in modo pesante. Non tutte le strutture hanno potuto anticipare la cassa e quindi qualcuno è ancora in attesa di vedere i soldi. Molti altri lavoratori rischiano inoltre di restare senza sussidio: si tratta degli stagionali che di solito venivano chiamati nelle strutture e che quasi sicuramente rivedremo soltanto nel 2021".


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