2019-06-24

IL SUICIDIO IN ESTATE

Enrico Magni - E’ iniziata l’estate, c’è voglia di guardare ai mesi estivi come momenti di leggerezza, rilassatezza e archiviare le noiose giornate di scuola, lavoro e ricorrenti della quotidianità. L’estate accende l’interruttore circadiano importante per determinare il ciclo del sonno, della veglia, dell’attività cerebrale e ormonale. Con l’estate questo ciclo si modifica e si rinnova sollecitando delle modificazioni anche a livello dell’umore e non solo.

L’estate è una stagione che scompone per certi versi la monotonia della giornata e le abitudini; le scuole si chiudono, ci sono gli esami di maturità, gli ultimi appelli della stagione estiva dell’università e le attività commerciali, manifatturiere subiscono delle soste: ferie.
 L’orizzonte estivo è popolato da fantasiose immagini di tramonti, di sorgenti, di vacanze quasi esotiche e sogni. Il sole domina la scena, l’oscurità è cacciata dietro alle spalle: eppure è la stagione in cui si riscontrano più suicidi. 
Il National Center for Health Statistics (NCHS) osserva che c’è un calo di suicidi durante i mesi invernali invece aumentano durante la primavera e all'inizio dell'estate: tutto questo per dire che sussiste una correlazione tra suicidio e fattori stagionali (maggio, giugno, luglio i mesi più critici) ma non solo.
La questione va oltre la dimensione stagionale. Vi sono molti fattori che entrano in gioco e non possono essere classificati con la logica causa-effetto. Ci sono gesti, atti, comportamenti che colpiscono e feriscono la parte più tremante dell'umano. Il suicidio è sempre un messaggio inconscio e cosciente, è una dichiarazione di sé nei confronti degli altri, oppure può essere un messaggio egocentrico per sé. 
Suicidi per età
Dati Istat 217
Fino a 24 anni
5%
Da 25 a 44 anni
23%
Da 45 a 64
37%
Da 65 >
35%


                                       





Ogni atto suicidario è un messaggio che desidera essere interpretato, svelato e necessita un'analisi interpretativa indispensabile per comprendere se stessi e il sociale nel quale si vive: non per questo  è l’autentica rivelazione veritiera dell'atto stesso.
Tra i giovani in Italia il suicidio è la seconda causa di morte. Secondo l’Osservatorio Nazionale Adolescenza i tentativi di suicidio da parte dei teenager dal 2015 al 2017 sono quasi raddoppiati: si è passati dal 3,3% al 5,9%, in altre parole 6 su 100 di età tra i 14 e i 19. Sono le ragazze le più esposte a rischio: 71%.
Anche nel lecchese i suicidi e i tentati suicidi sono in progressivo aumento, ma sono archiviati anche dall’opinione pubblica con sufficienza. Non esiste un osservatorio che monitorizzi questo fenomeno a livello istituzionale. Tutto è lasciato al coso o alla sensibilità di qualche operatore culturale o sanitario. 

Decessi suicidi in Italia 2017

Decessi suicidi in Italia
3.935
Uomini
77,9%
donne
22,1%





Ci sono stati suicidi di giovani studenti che si sono gettati sotto il treno; ci sono suicidi mascherati come quelli dell’alta velocità, della sfida; ci sono suicidi che si gettano dai ponti - non si prende nemmeno la briga di mettere dei dissuasori come delle reti- . Ci sono suicidi in ambito familiare, suicidi di pensionati,  suicidi in difficoltà economica: defenestramento, impiccagione.
C’è la tendenza a censurare la comprensione dell'atto o rimandarlo in qualche modo al trascendente; è nient'altro uno spostamento dell'oggetto, è un meccanismo difensivo e di rimozione. Cercare di comprendere l'atto e contestualizzarlo è utile per decifrare il sottofondo del dis-agio umano per storicizzarne l'accadimento. 

Livello d’istruzione dei suicidi
Dati ISTAT 2017
Livello Basso
14,8
Livello Medio
11,4
Livello Alto
9,2





E’ indispensabile monitorizzare il fenomeno con scientificità per cercare di comprendere come operare; delegarlo solo all’ordine della sicurezza, o classificarlo esclusivamente come disturbo mentale è radicalmente un errore, è un giustificazionismo sociale. 
Nella società complessa anche l’atto suicidario va considerato come un fenomeno sociale insito nella società stessa e non può più essere letto solo come un disturbo del comportamento.
In questo inizio estate le persone più a rischio sono gli studenti (fallimento scolastico, delusione di sé nei confronti dei pari e dei parenti), i pensionati soli con qualche difficoltà economica, gli anziani che si sentono abbandonati. E’ necessaria una piccola rete relazionale sociale e psicologica nei singoli comuni per far fronte al disagio estivo. E’ necessario superare la tappa del rispondere al bisogno primario (assistenza materiale) e lavorare per affrontare il bisogno relazionale, affettivo ed esistenziale. 


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