2024-04-06

“Ucraina, evitiamo vinti e vincitori e diamo voce non più alle armi ma all’arte di vivere e del far vivere”


Dal lecchese Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:

E’ ormai evidente a tutti il possibile crollo interno dell’Ucraina. La sostituzione e il trasferimento di ministri e generali ad altri incarichi più defilati e la devastazione di molte città dopo due anni di bombardamenti evidenziano una difficoltà oggettiva e l’avvicinarsi di un fallimento totale con la possibile sconfitta della stessa Ucraina.

La sostanziale tenuta del territorio del Donbass e della Crimea popolati in gran parte da russofoni potrebbe creare ulteriori e forti tensioni e difficoltà al governo di Kiev, come l’eventuale conquista militare di altri territori, la città e il porto di Odessa, oltre a precludere l’accesso al Mar Nero all’Ucraina, e creerebbe seri problemi di gestione futura anche alla Russia.

Per evitare che ciò avvenga è necessario che l’azione dell’Occidente, il governo Uusa, l’Unione Europea si muovano per favorire il dialogo, l’incontro e una soluzione accettabile per ambo le parti, che salvi il salvabile. In alternativa dovremmo seriamente considerare una nostra diretta responsabilità alla probabile sconfitta e resa totale dell’Ucraina all’esercito russo.

E’ davvero auspicabile che il fronte occidentale riesca nell’intento di interporre una forza internazionale di garanzia che eviti l’ulteriore avanzata russa, che congeli la situazione sui campi di battaglia e riesca a imporre il cessate il fuoco e le basi per una pace duratura.

I tempi delle elezioni, sia del Parlamento europeo ma quelle ancor più determinanti del nuovo presidente degli Usa, è probabile che non ci aiutino, pertanto è auspicabile - anche se poco probabile - che vi sia subito un cambio di rotta.

I venti che spirano, in casa nostra, sono quelli di guerra sino all’ultimo ucraino.   L’ammasso di truppe Nato (ben 300mila) dalla Finlandia sino alla Romania, l’invio degli F16 e forse anche di truppe europee in Ucraina non fanno ben sperare. Ed è proprio in questo contesto assai complesso e pericoloso per la stabilità e la sicurezza che devono emergere le forze progressiste e democratiche che storicamente si richiamano alla pace e alla coesistenza dei popoli, per un’azione che ridefinisca nuove regole e condizioni di vita e di sviluppo, nel rispetto della reciprocità.

In questo contesto oltre al conflitto in Ucraina è necessario risolvere i molti conflitti disseminati sulla Terra, anch’essi in gran parte generati dalle nostre responsabilità storiche, in particolare in Medio Oriente tra Israele e il popolo palestinese che rischia, oltre all’emarginazione, la sua estinzione.

Noi, a differenza dei nostri avversari, rappresentiamo la democrazia e la libertà nel mondo. Da tempo purtroppo i nostri governanti assumono decisioni non condivise dalla grande maggioranza, come la guerra fratricida da noi “patrocinata” in Ucraina.    Ora è giunto il momento di dare la parola anche ai popoli e gli appuntamenti elettorali potranno fare la differenza ed evidenziare i nostri errori.

Continuare ad alimentare i conflitti, con invio di armi e coperture politiche che calpestano la storia e i trattati di pace e coesistenza significa assumersi la responsabilità della loro disfatta. Cambiare per un nuovo ordine mondiale, nella storia ha significato dar voce alle armi. L’umanità oggi è chiamata invece a dar voce alla cultura, alle proprie conoscenze, al proprio sapere, all’arte di vivere e del far vivere. In questo noi italiani siamo universalmente riconosciuti e stimati. In questo solco, avanti tutta!

Sergio Fenaroli (Lecco)

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