2024-01-31

“L’Italia e l’Europa alla prova di maturità. E a prevalere non deve essere la voce delle armi”


Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:

Le crisi che si stanno manifestando nello scenario internazionale richiedono una nuova classe dirigente nazionale ed europea “occidentale” capace di interpretarle e di offrire un percorso complesso e difficile che sia di guida alle popolazioni che a breve saranno chiamate a eleggere il nuovo Parlamento europeo.

Il pericolo che incombe, ormai evidente anche alle persone meno impegnate politicamente, è che la soluzione stia unicamente nelle voce delle armi. Il dominio militare quale condizione primaria per poter continuare le iniquità e le disuguaglianze che hanno consentito la nostra crescita e il nostro benessere a scapito di altri popoli che, oggi a differenza che in passato, chiedono e si battono per uno sviluppo e una prospettiva di benessere e di pace anche per loro, non più disponibili a essere da noi depredati.

Le crisi sempre più manifeste nascono dal decadimento dell’egemonia etica e morale anglosassone e dai gruppi dirigenti che in Europa hanno riprodotto le loro dottrine, imposte dal secondo dopoguerra ad oggi, rinunciando a una politica strategica internazionale propria e anche a un proprio sistema militare difensivo capace di prevenire e evitare conflitti come quello in atto in Ucraina.

In questa ottica la Nato, che dal dissolvimento dell’Unione Sovietica ha superato la sua ragion d’essere, è divenuta una presenza causa e fonte di insicurezza e strumento militare prevaricante sia in Europa (guerra Ucraina) sia nel Medio Oriente. Si impongono un passaggio di consegne e un’assunzione di responsabilità diretta della nuova classe dirigente d’Europa.

Questo è un nodo essenziale da sciogliere. Di sicuro non si risolverà con le imminenti elezioni, ma è una tematica aperta che dovremo risolvere nel medio periodo, una opportunità per manifestare la nostra maturità e l’autentico ruolo di pace e progresso che l’Europa dovrà assumere in futuro quale garanzia per tutte le nuove generazioni.

La situazione economica e sociale in Europa è assai preoccupante, le forze demagogiche nazionaliste e populiste stanno capeggiando un nazifascismo strisciante in tutte le contrade europee, dai Paesi dell’Est europeo alla vecchia Europa, e l’Italia non è affatto esente. Le antiche radici con il fascismo non sono mai state recise, il rischio che germoglino esiste.

Le forze europee progressiste che si richiamano alla pace, alla coesistenza alla cooperazione, all’antifascismo dovranno assumersi questa responsabilità e iniziare un grande lavoro, impegnativo e complesso, per formare e costruire la nuova classe dirigente europea forte e credibile che sappia rispondere alle tematiche del cambio climatico ambientale, alle innovazioni tecnologiche inclusa l’intelligenza artificiale, e prospettare una “nuova Europa” capace di interpretare le necessità e le esigenze dei popoli, non dissimili rispetto alle aspettative dei popoli degli altri continenti.

Sergio Fenaroli (Lecco)


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