– In attesa della riapertura degli spazi della Fondazione Pini riallestiti, le porte di corso Garibaldi 2 si aprono al pubblico in una veste insolita per una visita di fine cantiere che accompagna il pubblico tra le sale appena rinnovate, restaurate e riqualificate.
In mostra dal 15 dicembre (con apertura al pubblico da lunedì a venerdì 10 – 13 | 15 -18) “Reframe”, una installazione video che racconta il dietro le quinte del cantiere. I video, realizzati dai Variante Artisticadurante le fasi di lavorazione della parte strutturale del cantiere, saranno narrazione in tutte le sale. Una visita di fine lavori che precede l’esposizione permanente: solo in occasione di “Reframe”, infatti, le sale della Fondazione saranno visitabili senza l’allestimento museale che le contraddistingue e senza l’esposizione permanente delle opere di Renzo Bongiovanni Radice, dando risalto agli interventi degli spazi espositivi.
La riqualificazione e il restauro dell’edificio sono il risultato di un’ampia ristrutturazione gestionale, architettonica e finanziaria voluta da Marco Garegnani, Commissario straordinario di nomina prefettizia, con la finalità di riportare la Fondazione a rispecchiare con coerenza la volontà di Adolfo Pini.
“Il restauro dell’edificio che osserviamo in questa occasione è il risultato di un’ampia ristrutturazione gestionale e finanziaria iniziata mesi fa con la dichiarata finalità di riportare la Fondazione Pini a rispecchiare con coerenza la volontà di chi l’ha voluta - dichiara Marco Garegnani -. Oltre ad essa, si affiancano le attività di restauro dell’architettura dello stabile, dei suoi complementi d’arredo e delle opere d’arte, con l’obiettivo di restituire la casa dell’artista Renzo Bongiovanni Radice al suo splendore, ma anche di adeguarla agli standard normativi e alle esigenze contemporanee. Il lascito costituito dalla sede della Fondazione e dal patrimonio dei beni ben rappresenta la testimonianza da parte di una famiglia che ha lasciato moltissimo alla città di Milano. Il nome dei Pini è già noto nel campo della medicina, attraverso quello di Gaetano e del figlio Paolo: a questi si aggiunge quello di Adolfo Pini, che, senza eredi, ma nel solco di una tradizione familiare e filantropica, lasciò disposto che i suoi beni costituissero una fondazione dedita alla promozione di giovani artisti e della figura dello zio, il pittore Renzo Bongiovanni Radice. Con l’incarico che mi è stato affidato e che sto portando a termine, ho fortemente ripreso la visione originaria di questa famiglia: al centro si è posta la volontà precisa di lasciare alla città un notevole patrimonio immobiliare e culturale che potesse entrare in dialogo con i suoi concittadini, partendo proprio dal quartiere in cui ha sede la Fondazione. Come da programma, l’edificio della Fondazione Pini viene restituito alla città di Milano e torna così alla centralità della missione statutaria.
Tra i molti lavori ricordiamo, in particolare, il soffitto ligneo policromo della Sala grande e l’affresco con le decorazioni della scala padronale, due ampi interventi di stampo conservativo, in grado di portare nuovamente alla luce le decorazioni e i colori del passato.
Particolare attenzione è stata riservata al nuovo un impianto illuminotecnico: dopo l’eliminazione del precedente sistema ad illuminazione diffusa, il nuovo impianto è stato pensato per valorizzare le opere d’arte e gli oggetti e infondere nuova vita agli ambienti, creando un gioco di alternanza tra diversi livelli di illuminazione, attirando naturalmente lo sguardo verso le opere che torneranno presto in esposizione.
Visibili anche gli interventi su serramenti e infissi, sostituiti dove necessario per garantirne la sicurezza, e sui pavimenti del primo piano nobile dove, sull’impronta delle decorazioni esistenti, sono state ideate e realizzate nuove aree che garantiscono una maggiore omogeneità tra gli spazi.
Il recupero delle parti lignee, porte, finestre, boiserie, ha ricevuto meticolosa cura per gli aspetti decorativi e conservativi dei dettagli esistenti. Ancora le maniglie delle porte sono state restaurate e ricreate, sul calco delle originali.
Protagonisti di un completo rifacimento sono i bagni del primo piano che risultano rinnovati anche dal punto di vista dell’accessibilità.
Infine, i lavori di questi mesi hanno riguardato anche l’intero sistema impiantistico, partendo dall’implementazione di un nuovo impianto di riscaldamento e dal rifacimento dell’impianto per il trattamento dell’aria per migliorare le condizioni ambientali a fini conservativi.
Nei primi mesi del 2024 è prevista la completa riapertura, con la quale sarà possibile ammirare le opere e gli arredi di proprietà della fondazione, anch’esse restaurate, reinseriti negli ambienti della palazzina, nella nuova veste restaurata. Per allora, a completamento della visita di “Reframe” tornano nella loro cornice originale le opere d’arte su tela di Renzo Bongiovanni Radice e quelle della collezione privata delle famiglie Bongiovanni Radice e Pini. Negli stessi ambienti verrà ricollocato anche il mobilio presente in Fondazione, che restituisce il racconto della casa, l’atmosfera dell’epoca e le scelte della famiglia: nel restauro dei mobili (a cura di Luigi Rocca) agli oggetti è stata ridata la loro natura e il loro splendore, dopo aver eseguito, ove necessario, ricostruzioni con materiali coevi, incollaggi, eliminando colle viniliche, turapori e stucchi nitro, vernici sintetiche e gli altri materiali industriali.
Info e orari di apertura:
15.12.2023 – 22.12.2023
Dal lunedì al venerdì
10.00 – 13.00 | 15.00 – 18.00
Ingresso libero su prenotazione
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