2023-11-07

“Un mese di guerra in Medio Oriente . Ma i veri amici non danno sempre ragione!”


Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:

Che sta avvenendo in Israele da un mese a questa parte? Con tutta l’umiltà necessaria, mi sento di esprimere con amarezza un marcato dissenso contro il Governo Netanyahu per il massacro in corso nella striscia di Gaza contro Hamas a seguito dell’attacco del 7 ottobre contro inerti cittadini israeliani, scatenando una vendetta spietata dell’esercito d’Israele, bombardamenti a tappeto, e causando migliaia di vittime palestinesi.

Assistiamo impotenti a questo inaudito e spietato massacro deciso da Netanyahu, con il falso obiettivo di sradicare i criminali di Hamas dalla Palestina, quando la conseguenza di questo inumano massacro sarà quella di aumentare la loro funesta influenza, allontanando sempre più una soluzione politica del conflitto storico tra i due popoli.

Il Governo di estrema destra d’Israele con questa drammatica scelta si è macchiato di un crimine inumano che l’ha portato su posizioni indifendibili, condanne dalla comunità internazionale ma in primis proprio all’interno di Israele, dai familiari dei cittadini sequestrati da Hamas ma anche da ampi strati della popolazione ebraica d’Israele e della diaspora.

In molte sedi diplomatiche straniere sono state convocate le Ambasciate d’Israele per invitarle a cambiare rotta, alcune hanno ritirato le loro rappresentanze, isolando e denunciando Israele e il massacro in corso a Gaza. In tutte le capitali del mondo si stanno organizzando manifestazioni di solidarietà con il popolo palestinese per il cessate il fuoco, ad oggi inascoltate da Netanyahu.

Il rischio, qualora continuasse questa mattanza indiscriminata che registra in gran parte bambini tra le vittime innocenti, è che il conflitto si estenda e coinvolga come in passato le comunità arabe. A tutela di Israele ci sono gli Usa e alle loro tre portaerei si è aggiunto quale deterrenza anche un sommergibile atomico, per rimarcare la inattaccabilità di Israele quale potenza nucleare.

Tuttavia la risposta risolutiva ancora una volta risiede nella diplomazia e nella politica, non certo nelle armi. La storia di 75 anni di occupazione indebita e progressiva dei territori palestinesi richiede un soluzione non più rinviabile, con la determinazione anche di uno Stato per la Palestina a fianco d’Israele.

Affermare questi princìpi di riconoscimento reciproco non è antisemitismo. Molti ebrei dentro e fuori Israele si battono per questa soluzione, sarà difficile e complesso questo cammino ma è l’unica soluzione che garantirà convivenza e sicurezza ai due popoli.

Diffidate dai cattivi consiglieri, dai “falsi amici” che sbandierano la stella di David ma che nel loro Dna hanno sempre seminato odio, paure e rivalità per dividere e contrapporre le popolazioni, non certo per favorire la loro convivenza.

Sergio Fenaroli (Lecco)

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