2023-07-01

“Protagonisti o spettatori inerti di quanto accade intorno a noi? La guerra in Ucraina interroga tutti”


Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo questa riflessione:

La vita di tutti noi è fatta di esperienze, di scelte, di valutazioni, di analisi, di atti che sostanziano un comportamento che sottoponiamo quotidianamente al giudizio, alla critica e all’apprezzamento delle persone che più vivono a nostro stretto contatto, o che comunque ci frequentano o che occasionalmente ci incrociano anche in una discussione, un’esperienza condivisa, un viaggio.

Ascoltando una persona sconosciuta, immediatamente ci si rende conto della qualità della sua stoffa, lo spessore della sua conoscenza, dello studio, della ricerca, l’esperienza che si evidenzia dalle argomentazioni che lo sostengono, se parla con cognizione dei fatti dell’argomento in discussione o se parla a vanvera per sentito dire. Ciò, è ovvio, vale anche per se stessi nel rapporto con le altre persone.

Le fonti della nostra conoscenza sono determinanti, fanno appunto la differenza, di conseguenza la formazione, l’informazione, la comunicazione, i giornali, le Tv, i social, le notizie, i libri, per comprendere gli eventi, i nostri contatti, le amicizie, rappresentano un elemento distintivo del nostro essere e del sapere.

Le fonti ufficiali generaliste a nostra disposizione sono i giornali e le televisioni con i loro canali nazionali pubblici e privati, ma un interrogativo dobbiamo porcelo: ci raccontano la verità degli eventi, oppure le menzogne magari dettate dalle “ragioni di Stato”, rispetto alle cause che hanno scatenato la guerra in Ucraina e la russofobia che traspira ogni giorno dal 24 febbraio 2022, quando buona parte degli italiani non sapeva nemmeno dove si trovasse l’Ucraina?

La nenia del popolo aggressore contro il popolo aggredito sostenuta dalle élites occidentali per giustificare le enormi commesse militari immediatamente poste a disposizione per questa guerra fratricida per procura scientemente accurata e preparata dal Governo Usa e dalla Nato va ammessa e smascherata.

Si è posta in essere ogni più sottile strategia per fare uscire l’orso cattivo e scatenato dalla tana. Ora l’operazione più complessa, se non addirittura impossibile, è quella di farlo rientrare limitando i danni, e quanto di più ambiguo sia avvenuto sabato 24 giugno in Russia, a Rostov sul Don, con la Wagner, è da collocarsi in questa ottica.

Molto dipende da noi singoli cittadini, dalle nostre conoscenze, dalla nostra capacità critica e analitica degli eventi, se scegliamo di essere protagonisti della nostra vita e storia degli eventi che accadono intorno a noi, oppure se essere semplici spettatori inerti e acritici, come vorrebbero le nostre classi dirigenti, o meglio le nostre oligarchie che a parole condannano Putin ma nei fatti storici gli sono stati maestri.

E’ falso affermare che tutti vogliono la pace. Chi non conosce, chi non studia o ricerca le cause che hanno portato ai conflitti, chi non conosce e non rispetta i trattati sottoscritti che hanno consentito di superarli non opera per la pace, ma prepara lo scontro e la guerra. La pace non è un regalo, è un bene che si alimenta e si difende con impegno e serietà, ogni giorno.

Sergio Fenaroli (Lecco)

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