Il convegno organizzato da Confcommercio Lecco ha offerto uno sguardo sul futuro della filiera della carta stampata
Nessuno vuole arrendersi a un destino che potrebbe apparire segnato (in 15 anni le copie di giornali sono passate da 6 a 1 milione). Non per nostalgia o inseguendo una illusione, ma per l'orgoglio di volere difendere un patrimonio di conoscenza e di imprenditorialità e per la convinzione di potere ancora rivestire un ruolo di primo piano nella diffusione dell'informazione.
Il convegno "La filiera della carta stampata: tracciamo il futuro insieme", organizzato martedì 20 giugno da Confcommercio Lecco per analizzare le prospettive del settore - ha mostrato quanta determinazione ci sia da parte delle edicole (e di Confcommercio Lecco che le associa e rappresenta) e da parte degli editori. Se i punti vendita scommettono sull'innovazione e i nuovi servizi, dall'altro il mondo dell'informazione punta sulla centralità della carta stampata come presidio indispensabile per il pluralismo e la democrazia.Ad aprire i lavori è stato il presidente di Confcommercio Lecco, Antonio Peccati, che ha evidenziato alcune buone pratiche messe in atto dall'associazione, in primis il progetto di filiera "La carta in rete", recentemente riconosciuto da Regione: "Un progetto costruito proprio utilizzando un approccio al lavoro che contraddistingue Confcommercio Lecco, ovvero il mettere insieme allo stesso tavolo imprese diverse, portatrici di interessi diversi e concorrenti, con la volontà di unire le forze per dimostrare la positività dello stare insieme, del confrontarsi, del condividere un tratto di strada. Mettere a fattore comune le esperienze e i problemi è un valore in cui crediamo profondamente. Ma oltre alla volontà di provare a dialogare e pensare al fare rete, abbiamo agito seguendo un'altra delle nostre caratteristiche: la concretezza". Il presidente ha sottolineato il lavoro fatto, insieme al prefetto di Lecco, per dare vita a un protocollo che prevedesse sostegni economici sia ai 9 paesi del territorio rimasti senza edicola, sia ai 43 dove il punto vendita è rimasto uno solo. "Riteniamo sia fondamentale che Confcommercio Lecco si faccia carico di queste iniziative in favore di una categoria così strategica e ci auguriamo che il territorio e tutti gli attori istituzionali siano pienamente consapevoli delle sfide che abbiamo davanti - ha concluso il presidente Peccati - Perché il valore dell'informazione di qualità necessita di un approccio nuovo e innovativo".
Dopo il presidente di Confcommercio Lecco, ha preso la parola il prefetto di Lecco, Sergio Pomponio: "Non si tratta di celebrare funerali né di avere nostalgia, ma occorre capire quale spazio potrà avere la carta stampata. Insistere unicamente sulla tesi della "informazione di qualità" potrebbe rischiare di apparire arrogante e di non essere efficace". Quindi ha invitato i giornali, anche locali, a ritornare ad "offrire un orizzonte di sorpresa, di meraviglia, di novità" ai lettori, sottolineando: "Serve un impegno morale, etico, politico e sociale per sostenere questa filiera. Cosa sarebbe la democrazia senza quotidiani e senza informazione?".
Alberto Spagnolo (responsabile diffusione Gruppo Sesaab) è intervenuto in rappresentanza degli editori lecchesi snocciolando alcuni dei progetti territoriali messi in campo in questi anni: da Inforiv alla locandina elettronica, passando per "La carta in rete". "La situazione oggi è complessa per tutti gli attori della filiera: se la sopravvivenza della rete delle edicole è messa a dura prova, gli editori sono alla ricerca di un nuovo equilibrio che tenga conto dell'aumento dei costi e del calo delle vendite".
Terminata la "parte locale", hanno portato il loro contributo ai lavori del seminario Andrea Innocenti, presidente nazionale dello Snag Confcommercio; Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera; Vincenzo Vita, già sottosegretario al Ministero delle Comunicazioni; Stefania Palamara, direttore dell'Ufficio per il sostegno all'editoria Dipartimento per l'informazione e l'editoria - Presidenza del Consiglio dei Ministri.
"Le edicole non sono condannate alla estinzione - ha esordito il presidente Innocenti - Siamo un presidio fondamentale e ancora oggi gran parte dei fatturati degli editori viene generato in edicola, in attesa di trovare il modo di guadagnare con il digitale. Che cosa dobbiamo fare? L'edicola deve trasformarsi in un centro di servizio evolvendosi".
"La carta stampata resta un punto di riferimento: il giornale cartaceo in Italia non scomparirà - ha sottolineato il direttore Fontana collegato da remoto (assente invece per un impedimento improvviso la direttrice dei giornali del Gruppo Monrif, Agnese Pini, ndr) - La nostra forza? La presenza sul territorio e la capacità di selezione delle notizie. E l'informazione di qualità è sinonimo di informazione che ha nella carta il suo strumento fondamentale". E ha aggiunto: "Senza edicole si perde un presidio importante: serve una rete efficiente e capillare che sia autosufficiente dal punto di vista economico. E' importante il ruolo sociale dell'edicola, anche a tutela di quella fascia di lettori, che è ampia, che non ama altri strumenti per informarsi". Per poi concludere: "Informazione di qualità vuol dire onestà e pluralismo delle idee, vuole dire certezza della verifica delle notizie. Vuole dire offrire originalità, un'apertura sul mondo e un punto di vista che fa ragionare in modo diverso il lettore. Come Corriere della Sera vogliamo essere un luogo affidabile e autorevole".
Vita, dopo avere posto alcune domande al direttore del Corriere, ha spiegato: "Guai a dare per morta la carta stampata e per vittorioso l’online. Certo, le generazioni più giovani difficilmente si trovano con un giornale in mano. Oggi anche le élite fanno a meno del quotidiano cartacei. La rete di vendita? Non è un residuo del passato, ma un gioiello da valorizzare nell’interesse del sistema complessivo della informazione. L'intelligenza artificiale è il futuro? I robot in redazione non devono entrare, serve un'etica nell'utilizzo delle tecnologie!".
L'ultimo intervento è stato quello di Stefania Palamara, che ha ribadito il ruolo del Governo e del Ministero: "Serve il supporto di tutta la filiera: il sostegno pubblico è indispensabile in un paese democratico, proprio per garantire il pluralismo dell’informazione". La dirigente ha sottolineato i diversi contributi attualmente presenti e gli stanziamenti previsti per il settore.
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