2023-01-25

NIENTE PROROGA PER I TAVOLINI IN PIAZZA A LECCO, LA POSIZIONE DI CONFCOMMERCIO LECCO

"Scelta politica e non giuridica con evidenti intenti punitivi da parte di un assessore che invece dovrebbe tutelare le attività produttive"

  


Dopo la decisione del Comune di Lecco di non concedere alcuna proroga nel 2023 a bar e ristoranti di Lecco per quanto concerne gli spazi occupati dai tavolini, Confcommercio Lecco interviene per mettere in chiaro la questione della occupazione del suolo pubblico, ripercorrendo anche le diverse tappe della vicenda.

 "E' importante ricostruire quanto successo dal punto di vista della norma, anche per evidenziare le scelte compiute dal Comune di Lecco - sottolinea il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva - L'articolo 9 ter del Decreto legge 137/2020 stabiliva al comma 4 l'autorizzazione per l'ampliamento dell'utilizzo del suolo pubblico in favore di bar e ristoranti data l'emergenza Covid, mentre il comma 5 stabiliva procedure semplificate per la concessione di questi spazi pubblici togliendo di fatto la necessità di ottenere l'autorizzazione dei Comuni. L'articolo 40 del Decreto legge 144/2022 ha di fatto riproposto esclusivamente il comma 5 e ha prorogato le procedure semplificate dall'1 ottobre al 31 dicembre 2022: il Comune di Lecco in questo caso ha recepito la proroga, dando la possibilità ai pubblici esercizi di utilizzare gli spazi precedentemente autorizzati in "era Covid" fino alla fine dello scorso anno". 

Poi è arrivato l'articolo 1 comma 815 della Legge di Bilancio 2023 che ha prorogato al 30 giugno 2023 il comma 5 e, a questo punto, il Comune di Lecco ha deciso di non rinnovare la proroga degli spazi: "Dal punto di vista squisitamente giuridico, ma anche leggendo la relazione in Parlamento, è evidente che la proroga si intende estesa pure al comma 4, anche se non è stato esplicitato: va da sè che se proroghi la semplificazione delle autorizzazioni lo fai anche con l'occupazione del suolo pubblico. In questo caso però, all'interno del Comune di Lecco, ha prevalso una interpretazione politica, e non giuridica, della questione, e si è andati così a penalizzare esclusivamente le imprese del commercio. Una scelta punitiva per la quale riteniamo che l’assessore comunale Giovanni Cattaneo abbiamo dimostrato di essere politicamente miope, in quanto come assessore al Commercio e alle Attività produttive dovrebbe porre in essere azioni a sostegno delle imprese in generale e di quelle del commercio in particolare. In questa fase abbiamo comunque esortato i nostri commercianti delle piazze a osservare il regolamento comunale, proprio per evitare nel breve multe e sanzioni comunque fastidiose ancorché facilmente impugnabili". 

Il direttore Riva infine conclude con un'ultima riflessione: "Nelle more di un eventuale prossimo provvedimento di legge in cui possa essere recepita, "ad abundantiam", una normativa che contenga anche il comma 4, attenderemo il verificarsi di un "casus belli": alla data di oggi non è detto che non ci sia. In tal caso staremo a vedere il comportamento della Amministrazione comunale". 

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