2022-12-20

“Addio, caro don Luigi, e grazie per la tua amicizia. Ora sentirai il profumo di Dio”





di Claudio Redaelli 

E’ un lutto che ci tocca da vicino, la morte di monsignor Luigi Stucchi. Un lutto per la perdita di un sacerdote al quale si legano ricordi indelebili non soltanto della mia vita professionale ma anche personale.


Originario di Sulbiate, dove era nato il 17 agosto 1941, don Luigi era stato ordinato presbitero il 28 giugno 1966. Eletto alla Chiesa titolare di Orrea e nominato ausiliare di Milano l’8 aprile 2004, fu consacrato vescovo il 5 giugno di quello stesso anno.
I suoi trascorsi in terra lecchese coincisero in particolare con la direzione del settimanale cattolico Il Resegone, da lui guidato per tredici anni.

Quante chiacchierate amichevoli, con lui, sempre vicino al Punto Stampa e alle nostre affascinanti “avventure” giornalistiche. E non solo.

Ricordo il forte legame che lo univa all’indimenticato collega Angelo Sala, autore del libro Pietre di fede, edito in tre eleganti volumi, che ripercorre le tappe della costruzione di tutte le chiese della città di Lecco, ma non soltanto. Svelano, quei libri, anche il cammino che ha preso avvio da ogni luogo sacro, attraverso molteplici vicende, grandi e piccole, liete e dolorose. Addentrandosi nelle pieghe della storia di cui quello stesso cammino è intessuto, perché il passato di un popolo è come l’insieme delle radici di un grande albero.

Pietre di fede prese spunto dalla luce di religiosità in cui Alessandro Manzoni, il Gran lombardo, collocò gli edifici sacri. Senza la pretesa di portare avanti un discorso d’arte vera e propria, ma più semplicemente di riandare alle testimonianze di fede lasciate dai nostri progenitori.

Messaggi, allora, non soltanto di pietra. Proiettati sullo sfondo del lago e incorniciati tra i profili dei monti, quei templi recano il palpito ancora ben vivo degli ideali che mossero i costruttori, l’eco del salmodiare austero.

E bene aveva fatto monsignor Stucchi, nell’introduzione del terzo volume, a scrivere che la documentazione “fluisce precisa e rigorosa perché tratta con amore la materia oggetto dell’opera di Sala e rende parlanti proprio le pietre”.

“E’ come se raccontasse dal vivo - osservava acutamente don Luigi - è come se penetrasse nelle scelte di vita, frutto della fede, è come se grazie alle “pietre di fede” volesse farci abbracciare e imitare le vicende delle “pietre vive”, come dice l’apostolo Pietro parlando dei cristiani…”.

Di monsignor Stucchi il sindaco di Valmadrera, Antonio Rusconi, ha scritto in queste ore: “Questa mattina ci ha colti di sorpresa la notizia della scomparsa del vescovo Luigi Stucchi, per tutti noi “don Luigi”, giovane sacerdote a Valmadrera dal 1966 al ‘73, cittadino onorario dal 2009. Per me e per tanti di noi, ragazzi e giovani di allora, è stato una guida non soltanto spirituale”.



“Pensando alla sua attività di giornalista, ai suoi articoli soprattutto in difesa della vita - aggiunge Rusconi - ricordo che negli anni scorsi era uscito un bel libro dal titolo Per la vita, sempre, simbolo di una fede limpida ma aperta al dialogo, come nella lunga telefonata di un mese fa, sereno nell’affrontare le prove della malattia, come può esserlo soltanto chi ha la certezza della verità. E’ stato presente nei momenti di dolore delle persone che aveva conosciuto a Valmadrera, individuando sempre le caratteristiche del bene che ognuno, nel suo ruolo, aveva fatto. “Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio”, recita il Libro della Sapienza. E se oggi ci sentiamo tutti più soli, sappiamo anche che lui continuerà a guidarci con una vita che è stata Parola. Dice un bel verso di Alda Merini: Non scongiurare la morte di lasciarlo qui sulla terra: egli ha già sentito il profumo di Dio, lascialo andare nei suoi giardini.

I funerali di monsignor Stucchi verranno celebrati venerdì 23 dicembre alle ore 10 in Duomo a Milano. Le esequie saranno presiedute dall’arcivescovo monsignor Mario Delpini, che ricorda don Luigi con queste parole: “Con la morte di monsignor Stucchi perdo un collaboratore prezioso: ha vissuto tutta la sua vita con la dedicazione al servizio della Chiesa di Milano, con un impegno che è stato apprezzato dai miei predecessori. Per me è stato particolarmente importante per la pronta disponibilità a condividere la sua esperienza, la sua sapienza spirituale, la conoscenza delle persone: insomma il frutto di una vita, offerto in dono per il mio servizio alla Chiesa ambrosiana. Riceva ora il premio d’amore dal Signore che ha amato e da tutte le persone che lo hanno avuto amico, maestro e guida”.

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