2022-10-31

l nuovo spettacolo di Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto apre la rassegna Danza: Don Juan

Premio Danza&Danza ‘Miglior Produzione’ 2020

La rassegna Danza si apre con FND/Aterballetto, una delle compagnie italiane più famose nell’ambito, che propone uno spettacolo di danza molto teatrale e che affronta sotto un nuovo aspetto il famoso Don Giovanni.

 venerdì, 4 novembre – ore 20.3 FND/Aterballetto in Don Juan

 


Nomi importanti di compagnie italiane e internazionali si alterneranno sul palcoscenico del Teatro Sociale di Como per quanto riguarda la DANZA.

 

Ad aprire la rassegna sarà la compagnia italiana Fondazione Nazionale della Danza / Aterballetto che venerdì 4 novembre alle ore 20.30 porterà in scena Don Juan, la coreografia firmata da Johan Inger, vincitrice del Premio Danza&Danza ‘Miglior produzione’ 2020.

 

 

 

La coreografia nasce dal desiderio di Johan Inger di confrontarsi con Don Giovanni, mito paradigmatico antico e ancora contemporaneo, come racconta lo stesso coreografo “Ho scelto di indagare la figura di Don Giovanni perché penso sia una grande sfida confrontarsi con un mito, e forse lo è anche di più con Don Giovanni per il suo carattere molto discutibile.  Avvicinarmi a un personaggio complicato come Don Giovanni mi spinge a mettere in discussione il comportamento maschile.”

 

La danza diviene lente d’ingrandimento dei singoli caratteri e svela in modo sottile ma evidente il mondo interiore degli uomini e delle donne in scena.

 

Importante è la connessione con la contemporaneità, disegnando un mondo abitato da un personaggio che attraversa il percorso della propria solitudine senza sfuggire a quella superficialità che sembra proprio caratterizzare i nostri giorni.

 

Sullo sfondo si illuminano temi rilevanti, tra i quali certamente la complessità del dialogo tra generi. Inger interpreta in modo originale soprattutto Leporello e il Commendatore. Leporello rappresenta l’altro aspetto della persona di Don Giovanni mettendo in scena la dicotomia libertà/senso di colpa, esaltata dal disegno luci di Fabiana Piccioli.

 

“Per noi Leporello, che chiameremo Leo, è il lato virtuoso e puro di Don Juan, che invece è arrogante, spavaldo e sempre in fuga. – spiega il coreografo – Leo sa che Don Juan sta sbagliando, cerca di distoglierlo dalle azioni malvagie ma non viene ascoltato.”

 

 

 

Attraverso una lettura innovativa psicoanalitica e freudiana, viene riscritta la relazione di Don Giovanni con la figura del Commendatore; quest’ultimo è sostituito dall’introduzione di una “Madre” di Don Juan, l’unico vero ‘giudice’ della sua vita. Don Giovanni diviene un essere umano che probabilmente ha subìto il grande trauma dell’abbandono materno, figura che incombe sul protagonista. In ogni incontro con l’altro il serial lover cerca la madre e per questo non può impegnarsi in nessuna relazione o situazione.

 

“Il mio Don Juan porta con sé un trauma, che lo ha plasmato nel suo discutibile comportamento. – racconta Inger – Non è in grado di impegnarsi e può trovare soddisfazione solo nel qui e ora. Ha una personalità tendente alla dipendenza. Don Juan riflette sulle sue azioni? È qui che Leo entra in gioco nel nostro concept, si contrappone a Don Juan e attraverso di lui abbiamo cercato di creare uno specchio.”

 

 

 

Riguardo l’allestimento di Curt Allen Wilmer, lo spazio scenico non ha connotazioni definite dal punto di vista geografico o storico. Si presenta moderno e neutrale con elementi scenici semoventi: nel corso dello spettacolo diventeranno sempre più neri a simboleggiare lo stato di perdizione progressiva di Don Juan.

 

 

 

Sulla partitura originale di Marc Álvarez, creata per l’occasione, i 16 danzatori raccontano il Don Juan in un atto unico, immersi in uno spazio scenico senza connotazioni definite dal punto di vista geografico o storico: un labirinto di strutture mosse a vista dai danzatori.

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