2022-10-27

“Italia, la pacchia è finita e purtroppo non è soltanto un modo di dire”

Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo:

Giorgia Meloni è stata nominata presidente del Consiglio e dai suoi interventi di insediamento a Camera e Senato si è qualificata quale prima donna eletta a questa importante carica dello Stato in coerenza con il suo essere esponente della destra identitaria nazionalista per nulla inclusiva, ultraliberista verso i potenti e chiusa verso i più deboli gli emigranti i meno abbienti.

Tutti noi ricordiamo bene quando la stessa esponente in campagna elettorale inneggiava che “la pacchia è finita” non precisando a chi fosse rivolta, ma già in queste prime ore gli studenti universitari della Sapienza di Roma hanno capito a loro spese con le manganellate che hanno preso dalla Polizia per il semplice fatto di esporre uno striscione che chiedeva l’allontanamento dei fascisti dall’Università.

Non una parola è stata spesa per la ricerca del dialogo e per la pace in Ucraina, un allineamento subalterno alle scelte della Nato e degli Usa: armi, armi e ancora armi e denaro a Zelensky, nulla di nuovo sotto il sole nemmeno sui grandi temi ambientali posti dal cambiamento climatico, nemmeno un cenno alla recessione incombente in Italia, Europa e nel mondo occidentale, alle crescenti diseguaglianze.

Lavoratori e pensionati sono rimasti a bocca asciutta, malgrado molti di loro abbiano scelto di dare il loro voto a questa compagine di destra che presto manifesterà il reale volto oscurantista rispetto a diritti, lavoro, donne, studenti e conservatore rispetto all’economia, al lavoro, all’evasione fiscale, alla ricerca, all’innovazione digitale e tecnologica, una profonda distanza sul piano culturale con l’insieme del Paese.

Le minoranze, bastonate dall’esito elettorale, hanno palesato tutta la loro debolezza e incapacità di fare fronte unico. Del resto, non avendo saputo farlo prima delle elezioni, è alquanto difficile che lo possa fare in pochi giorni. C’è da augurarsi che la gravità della situazione economica che incombe su tutti noi li induca a privilegiare l’unità e il fronte unico nel breve periodo, per il bene del Paese.

Le domande legittime che dobbiamo porci è se questa compagine di governo saprà essere all’altezza dei tempi e dei temi che la crisi sistemica impone e se questa “carrozza con alla guida tre cocchieri” riuscirà a reggere per cinque anni senza uscire fuori strada come ha rischiato di fare ancor prima della partenza. 

La pacchia è davvero finita e ritengo sia finita proprio per la Meloni e per tutti i suoi sostenitori che ora dovranno dimostrare la loro capacità e competenza a tutti gli italiani, dal Governo e non più dalla comoda opposizione. Richiamarsi al presidenzialismo, all’uomo solo al comando, è un pretestuoso argomento per disattendere i problemi reali del Paese e proseguire nei favori clientelari, in un modello di società sempre più incompatibile per un futuro migliore per tutti.

Non saremo spettatori disinteressati, non ci limiteremo a denunciare lacune, manchevolezze o malefatte, ma saremo impegnati in prima linea per difendere i valori democratici universali sanciti dalla nostra Costituzione e dalla lotta di resistenza antifascista, perché l’Italia non arretri dai diritti acquisiti con molti sacrifici dai lavoratori e dalle donne, impegnandoci per la pace. Per questa ragione parteciperemo alla manifestazione per la pace del 5 novembre a Roma.

Sergio Fenaroli (Lecco)


Nessun commento:

Posta un commento