2022-09-26

CANOVA E FIDIA SI RITROVANO A VILLA CARLOTTA SUL LAGO DI COMO

Foto Carlo Pozzoni 

In occasione del 
secondo centenario della morte di Antonio Canova (1757 - 1822), Villa Carlotta celebra l'eredità di uno dei più grandi maestri della scultura di tutti i tempi, in grado di trasformare l'idea stessa della scultura e la sua tecnica, creando capolavori immortali diventati popolari e riprodotti in tutto il mondo. Le celebrazioni di questo anno speciale si chiudono con la mostra intitolata “Canova, novello Fidia” a cura di Gianfranco Adornato, Professore Associato di Archeologia classica alla Scuola Normale Superiore di Pisa, in collaborazione con Maria Angela Previtera, direttrice di Villa Carlotta, e con Elena Lissoni, storica dell’arte e conservatore di Villa Carlotta.

La mostra invita il pubblico a intraprendere un inedito percorso alla riscoperta dei due autori. L’esposizione pone a confronto le opere originali di Antonio Canova presenti nel museo con repliche di età romana di sculture greche attribuite a Fidia. Una sezione è dedicata al tema dell’Amazzone, con la figura femminile interpretata da Fidia per il famoso concorso per la miglior statua da collocare nell’Artemision di Efeso che vide il maestro ateniese in sfida con i più grandi scultori del suo tempo, tra cui Policleto e Cresila. È un pezzo eccezionale il torso delle collezioni dei Musei Reali di Torino: si tratta dell’Amazzone ferita realizzata in basanite verde, materiale assai difficile da lavorare, raro e molto prezioso estratto nella regione dello Wadi Hamammat in Egitto. Completa la sala l’erma di Amazzone del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, ritrovata durante lo scavo della Villa dei Papiri di Ercolano.

È la bellezza maschile divinizzata ad essere protagonista nella sala dove sono posti a confronto il canone neoclassico del Palamede di Canova con la Testa di Apollo tipo “Kassel” proveniente dalla collezione Farnese, che Canova ebbe modo di conoscere fin dal suo arrivo a Roma, quando studiò la famosa figura dell’Ercole Farnese.

La mostra prosegue al piano terra con il confronto tra il calco in gesso di una metopa del Partenone proveniente dall’Accademia di Brera e il grande fregio con l’Ingresso di Alessandro Magno in Babilonia di Bertel Thorvaldsen, il Fidia del Nord grande rivale di Canova. Questo capolavoro dell’arte neoclassica europea rivela l’attualità dell’ispirazione che l’Artista danese trasse dall’opera di Fidia.


Al secondo piano una serie di disegni e incisioni ci introducono al mito di Fidia. Oltre che dalle copie di età romana in marmo, le invenzioni dei grandi scultori dell’antichità greca ci sono state tramandate attraverso gemme, monete e riproduzioni in miniatura di bronzo. È presente in mostra una delle due sole monete antiche sopravvissute fino ad oggi che rappresenta lo Zeus in trono, celebre statua fidiaca in oro e avorio un tempo collocata nel tempio di Olimpia, considerata la quarta meraviglia del mondo antico. A Fidia è stato attribuito anche l’originale perduto del Giove in maestà che stringe il fulmine nella mano, riprodotto in un superbo bronzetto proveniente dalla collezione Ludovisi,poi passata ai Medici eora al Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Sempre da questa prestigiosa istituzione è stato concesso in prestito il bronzetto con l’Amazzone ferita, tratta da Policleto.

La complessità dell’opera di Fidia era ben nota a Canova attraverso i Colossi di Montecavallo sulla Piazza del Quirinale a Roma, oltre che da incisioni, calchi e frammenti antichi. Il potere di fascinazione dell’antico rivive nell’interpretazione del Maestro del neoclassicismo in una visione nuova, moderna e universale, che la mostra ha l’obiettivo di mettere in luce. Documentano questo interesse una serie di tavole raccolta in un album della Biblioteca Storica “Giuseppe Bossi” dell’Accademia di Brera che riproduce con sorprendente esattezza e ricchezza di dettagli l’architettura e l’apparato scultoreo dell’Acropoli di Atene e del Partenone, fonte di ispirazione universale per studiosi, allievi e giovani artisti.

Quell’immagine dell’antichità classica basata sul rigore quasi geometrico delle copie romane venne stravolta dall’irrompere sulla scena delle sculture fidiache del Partenone, la cui straordinaria morbidezza sembrava - secondo Canova - trasformare illusionisticamente il marmo in “vera carne”.

Canova e Fidia, dialogo tra passato e futuro




La mostra, la prima nel suo genere, intende mettere a confronto la poetica artistica di Antonio Canova con il suo alter ego dell’antichità, Fidia di Atene – spiega il curatore Gianfranco Adornato, professore associato di Archeologia classica alla Scuola Normale Superiore di Pisa -. Proprio per questa ragione, si è proceduto a una selezione di opere in cui rivive il mito dello scultore ateniese. I caratteri stilistici e formali delle opere prodotte nell’età classica, talora note attraverso la produzione artistica romana, costituiscono un linguaggio espressivo universale, la lingua figurativa dell’Europa”.

Maria Angela Previtera, direttrice di Villa Carlotta, sottolinea: “concludiamo le celebrazioni per i 200 anni dalla morte di Antonio Canova con una mostra che intende far rileggere sotto una nuova luce le opere neoclassiche di Villa Carlotta, tra le quali alcuni capolavori come il Palamede e la Musa Tersicore. L’obiettivo che ci siamo posti è di offrire al pubblico una nuova e stimolante esperienza di visita in un periodo dell’anno che solitamente vede un numero di frequentatori meno alto della media frequentato. Questa mostra rappresenta perciò un’opportunità per un largo pubblico, per il territorio di vicinanza e per le scuole, che avranno l’occasione di ‘fare lezione’ in museo e di avvicinarsi all’arte classica in vista delle celebrazioni per il Bimillenario di Plinio del 2023.”


La mostra è stata realizzata grazie alla collaborazione con alcuni dei maggiori musei italiani, fra cui l’Accademia di Belle Arti di Brera, il Museo di Antichità dei Musei Reali di Torino, il Museo Archeologico Nazionale di Firenze e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, con il patrocinio del Comune di Tremezzina e dalla Scuola Normale Superiore di Pisa.


 Dal 7 novembre all’11 dicembre sarà possibile visitare

la mostra solo su prenotazione scrivendo a

segreteria@villacarlotta.it.


Canova, novello Fidia

Elenco opera in mostra



Antonio Canova

Possagno, 1757 - Venezia, 1822

Palamede, 1796 - 1805

marmo

Tremezzina (Como), Villa Carlotta, Museo e Giardino Botanico

© Villa Carlotta, museo e giardino botanico



Testa di Apollo, tipo “Kassel”

copia romana del II sec. d.C.

da un originale greco di età classica (metà V sec. a. C)

marmo

Napoli, Museo Archeologico Nazionale, collezione Farnese, inv. 6393

su concessione del Ministero della Cultura - Museo Archeologico Nazionale di Napoli - foto di Giorgio Albano



Antonio Canova

Possagno, 1757 - Venezia, 1822

Musa Tersicore, 1811

gesso

Tremezzina (Como), Villa Carlotta, Museo e Giardino Botanico

© Villa Carlotta, museo e giardino botanico



Torso di Amazzone ferita

copia romana della metà del II sec. d.C.

da un originale greco di età classica (metà V sec. a. C)

basanite

Musei Reali di Torino, Museo di Antichità, inv. 284

su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo - Musei Reali, Torino



Erma di Amazzone, tipo “Mattei” attribuito a Fidia

copia romana del I sec. a.C.

da un originale greco di età classica (metà V sec. a. C)

bronzo

Napoli, Museo Archeologico Nazionale, da Villa dei Papiri, inv. 4889

su concessione del Ministero della Cultura - Museo Archeologico Nazionale di Napoli



Moneta (Assarion) di Elis raffigurante Zeus di Olimpia, 135-137 d.C.

bronzo

Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 36065

su concessione del Museo Archeologico Nazionale di Firenze (Direzione regionale Musei della Toscana)

Amazzone ferita, tipo “Sciarra”

copia in miniatura del II d.C. di un originale greco attribuito a Policleto (435 a.C.)

bronzo

Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 2293

su concessione del Museo Archeologico Nazionale di Firenze (Direzione regionale Musei della Toscana)



Giove in maestà, “Zeus tipo Firenze”

copia in miniatura della II metà del II sec. a.C. di un originale greco di età classica (460-450 a.C.)

bronzo

Firenze, Museo Archeologico Nazionale, inv. 2291

su concessione del Museo Archeologico Nazionale di Firenze (Direzione regionale Musei della Toscana)



James Stuart, Nicholas Revett

The Antiquities of Athens measured and delineated by James Stuart F.R.S. and F.S.A. and Nicholas Revett painters and architects, John Nichols, London 1762 - 1830

Milano, Accademia di Belle Arti di Brera, Biblioteca storica “Giuseppe Bossi”



Richard Westmacott (?)

Londra, 1799 - 1872

Centauro e Lapita, metopa del lato sud del Partenone

calco in gesso del 1820

Milano, Accademia di Belle Arti di Brera



Giosuè Bianchi

Monza, 1803 - 1875

Ilisso, 1827

matita su carta

Milano, Accademia di Belle Arti di Brera



Bertel Thorvaldsen

Copenaghen, 1770 - 1844

L’ingresso di Alessandro Magno in Babilonia, 1818-1828

marmo

Tremezzina (Como), Villa Carlotta, Museo e Giardino Botanico

© Villa Carlotta, museo e giardino botanico



Gaetano Monti

Ravenna, 1776 - Milano, 1847

Testa di cavallo, 1812

gesso patinato a finto bronzo

Tremezzina (Como), Villa Carlotta, Museo e Giardino Botanico

© Villa Carlotta, museo e giardino botanico


Il trionfo di Alessandro, inventato e scolpito dal celebre artista cav. Alberto Thorwaldsen, inciso a contorni da Fr. Garzoli, colle illustrazioni dell’abate Missirini, Roma 1829.



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