2022-08-21

“Manca poco più di un mese alle elezioni politiche del 25 settembre. Italia, dove andremo?”



Un’altra riflessione del lecchese Sergio Fenaroli in vista del voto politico del 25 settembre. Di seguito, il suo intervento.

A quasi un mese dal 25 settembre, apparentemente parrebbe essere tutto pronto per l’imminente appuntamento elettorale anticipato. Tuttavia il voto sembra non abbia compromesso o disturbato più di tanto le meritate vacanze degli italiani.

In queste prime battute i vari contendenti al confronto manifestano tutta la loro debolezza e incapacità a interpretare i bisogni reali dell’Italia e dell’Europa, protesi e impegnati quasi elusivamente in una battaglia di potere, usando i canali social e i media, che in buona misura escludono un rapporto costruttivo diretto con i cittadini che dovranno poi rappresentare.

Gli stessi parlamentari che verranno eletti in misura ridotta allargheranno le maglie della fragile rappresentatività democratica degli elettori e dei vari territori che compongono il nostro Paese, ampliando la discrezione e l’arbitrio a favore dei vari centri di potere delle forze politiche nell’individuazione dei potenziali eletti.

A riprova della nostra fragilità democratica vi è la candidatura di personaggi che furono tra i protagonisti dell’assalto alla Cgil nazionale del 9 ottobre 2021, colpevolmente dimenticato da molti.

La crisi economica internazionale accentuata con la guerra in Ucraina ha implementato i costi delle materie prime, quelle energetiche in particolare, petrolio e gas, elementi che aumenteranno l’inflazione e determineranno un impoverimento spaventoso per i meno abbienti ma anche per molte attività produttive che dipendono dall’energia per il loro funzionamento.

Appare evidente l’incapacità dei vari governi europei di intervenire non solo ed esclusivamente sul tetto massimo del prezzo del gas ma altresì nella filiera distributiva dello stesso. Troppi intermediari determinano il costo finale di tale prodotto, aumentandolo di ben 8 volte il costo iniziale di importazione sino al consumo. E’ necessario colpire queste rendite illecite, al pari di chi ha voluto la guerra in Ucraina.

Non saranno l’odio e la contrapposizione sociale sostenuti dalla destra a favorire la soluzione delle crisi sistemiche epocali che dovremo attraversare e superare insieme.  Da quella sanitaria, ancora non risolta, a quella economica che ancora dovremo affrontare fino a quella ambientale, alimentare e sistemica, che registra l’arricchimento illecito di minoranze a scapito della stragrande maggioranza dei cittadini.

Questi saranno i fattori determinanti che l’Occidente democratico, l’Italia, l’Europa federata e pacifista dovrà affrontare, dimostrando nei fatti la superiorità nei confronti dei regimi autocratici che condizionano le libertà dei loro popoli a favore di ristrette oligarchie sino a sacrificarle in una guerra fratricida. 

La nuova Europa deve porre fine alla guerra in Ucraina. Questo è il vero appuntamento che attende le forze democratiche progressiste il 25 settembre. I cittadini attendono soluzioni concrete ai loro problemi e auspicano che quelle stesse forze sappiano offrire, sia pure in un contesto sociale e economico complesso e articolato, soluzioni fattibili, togliendo spazio agli opportunisti (e anche un po’ traditori), sempre pronti a salire sul carro dei vincitori, sfruttando le loro rendite di posizione elettorale.

Sergio Fenaroli (Lecco)

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