Sul tema della guerra in Ucraina, il lecchese Sergio Fenaroli ci invia la riflessione che di seguito pubblichiamo:
Le classi dirigenti occidentali - con a capo il Governo Usa, l’Europa e i rispettivi governi - hanno scelto la linea dello scontro e la contrapposizione contro l’Oriente, la Russia e la Cina e non soltanto. La guerra fratricida lacerante in Ucraina è la conseguenza di questo scontro.
La dimensione e l’impatto mediatico hanno raggiunto il risultato sperato su tutta la popolazione. Le orribili immagini e l’orrore delle distruzioni e dei massacri della popolazione inerme e incolpevole, le lunghe file di profughi in fuga dai bombardamenti per mettersi in salvo hanno suscitato immediata e pronta mobilitazione solidale, con accoglienza e ospitalità umanitaria.
A tre mesi dall’inizio della guerra in Ucraina risulta sempre più evidente ai cittadini europei che il conflitto è stato preparato e studiato da anni in tutti i suoi risvolti e dimensioni.
La preparazione militare, tattica e strategica delle truppe militari ucraine, con relativo supporto e presenza operativa di esperti militari informatici Usa e inglesi, è ben provata e documentata, con indubbia competenza e evidente capacità operativa sul campo.
L’azione tempestiva e univoca delle istituzioni europee ha unicamente considerato l’attivazione di ulteriori sanzioni e l’invio di armamenti sempre più efficaci.
Esplicitamente si inneggia alla vittoria militare e politica contro la Russia di Putin, invadente e occupante. Messaggi deliranti aggressivi e irresponsabili, incuranti delle nefaste conseguenze sulla popolazione ucraina.
Nessuna azione diplomatica forte e autorevole per imporre un cessate il fuoco e raggiungere una pace condivisa. Temo che dovremo sottostare a un conflitto permanente.
Il nuovo ordine mondiale deve nascere dalla contrapposizione dei popoli, Occidente contro Oriente. Si stanno ponendo le basi per un’altra cocente e duratura sconfitta dell’Occidente a guida Usa, con una Europa incapace e succube dei diktat di Biden, ultimamente minaccioso in Asia e nel continente latino-americano.
Esistono altre vie d’uscita, altre soluzioni che evitino lo scontro militare. Il sacrificio e gli orrori subìti dal popolo ucraino siano di monito al mondo intero, in particolare alle forze democratiche e autenticamente pacifiste impegnate per la coesistenza e il progresso di tutti i popoli.
La guerra ibrida programmata, che ci sta consumando, non difende i valori democratici. Un nuovo ordine mondiale basato sull’equità e sull’interscambio, non più imposto dalle armi e dallo sfruttamento delle risorse naturali altrui, il dominio coloniale e neocoloniale che ha costruito le “fortune dell’Occidente”, è finito. E’ necessario costruirne un altro, rispettoso di tutta l’umanità e della natura nella quale siamo accolti.
Sergio Fenaroli
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