2022-05-06

“La guerra in Ucraina. Conflitto senza fine? E le vittime siamo tutti noi europei”


Un altro intervento sulla guerra in Ucraina. A inviarcelo è il lecchese Sergio Fenaroli. Quelle che seguono sono le sue riflessioni:

Da oltre 70 giorni in Ucraina si muore sotto i bombardamenti. I massacri, gli orrori imposti dalla guerra rendono le perdite umane “effetti collaterali” di un disegno di dominio che progressivamente rischia di portarci allo scontro atomico finale.

Le responsabilità della guerra fratricida multidimensionale in atto vanno ripartite tra  Usa-Nato, che da anni hanno aizzato lo scontro, e la Russia che ha deciso di invadere un Paese sovrano.

L’Occidente, non pago dei fallimenti accumulati da anni di dominio militare ed economico sui vari scenari internazionali, ultimo l’Afghanistan, ora si sta cimentando “per procura” contro la Russia, una potenza nucleare da sempre osteggiata dai “signori della guerra” occidentali.

Vittime sacrificali di questa strategia, in prima linea, sono il popolo ucraino e implicitamente tutti noi europei e i popoli di altri continenti. Di fatto, valutando le nefaste conseguenze economiche di questi tempi, siamo già immersi in una “guerra mondiale”.

La guerra in Ucraina era evitabile e ci auguriamo si risolva senza vinti né vincitori, quando l’Occidente democratico cambierà strategia e “l’orso russo che è uscito dalla tana” non rientrerà forzatamente nella tana senza avere raggiunto il suo obiettivo.

Le pesanti sanzioni economiche alla Russia, i fiumi di dollari all’Ucraina, l’invio di sistemi d’armi, l’assistenza di tecnici per il loro funzionamento, l’invio di truppe militari innescheranno una spirale assai pericolosa, i “signori della guerra” saranno sempre più soddisfatti a nostre spese.

La strada maestra che è stata elaborata dai nostri padri fondatori dell’Europa, dal carcere fascista di Ventotene, è la sola percorribile ed è quella di garantire sicurezza a tutti i popoli che possano vivere in pace, nelle loro diversità politiche culturali e religiose, nella coesistenza e nella cooperazione, su basi paritarie e di equità negli scambi.

Una pratica mai realizzata dalla seconda guerra mondiale ad oggi, per i condizionamenti imposti dalla guerra fredda e dal piano Marshall, dalle azioni imperiali poste in atto dai “padroni della terra” e dai “signori della guerra”, nei vari Continenti. La crisi dei missili a Cuba è un buon insegnamento.

Sapremo garantire alle future generazioni, se ne avranno il tempo, il compito di porre in essere questi valori universali che stanno alla base di una civiltà evoluta, rispettosa dell’intera umanità e dell’ambiente nel quale viviamo?

Sempre dalla parte dei popoli e delle vittime!

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