2022-04-22

“Non smettiamo di testimoniare e perpetuare i valori fondanti della Liberazione a vantaggio delle nuove generazioni”

“Siamo alla vigilia del 25 Aprile, mai come quest’anno appuntamento di riflessione e unità nazionale da non mancare, senza cedere alla retorica delle bandiere di parte”

 


di Claudio Redaelli Il 25 Aprile mai come quest’anno è un appuntamento di riflessione e unità nazionale da non mancare, senza se e senza ma, senza cedere alla retorica delle bandiere di parte. Un valore, specie sul Lario che è stato lo scenario delle ultime ore della dittatura fascista intimamente collusa con l’impero del male hitleriano e dell’alba della nuova Italia liberata dal giogo nazifascista nata dalla lotta partigiana.

Stiamo assistendo a un dibattito sui social e nei talk show che svilisce la portata della ricorrenza e la piega a interessi di parte, a polemiche fuorvianti e faziose. A pochi passi dall’Italia, nel cuore dell’Europa, infuria una battaglia sanguinosa che cambia gli equilibri geopolitici mondiali e noi non possiamo stare a guardare.

Un Paese sovrano invaso da un Paese confinante, una democrazia minacciata e schiacciata da un regime autocratico. Ucraina e Russia sono al centro delle cronache da quasi due mesi ed ecco che anche il 25 aprile diventa lo specchio, utile per alcuni, per tirare la storia per la giacchetta.

Ogni fatto storico va contestualizzato e studiato per quello che è realmente, al netto di ideologie e visioni partitiche. Ma i valori fondanti della Resistenza, di cui la mia generazione è stata in prima persona testimone portandone il peso e la responsabilità, non possono essere oggetto di mediazione o mercimonio o discussione.

Possono cambiare i dirigenti dei partiti e delle associazioni che al 25 Aprile guardano come momento fondante dell’Italia repubblicana nata dalla ribellione alla dittatura, ma i motivi ispiratori che portarono una parte purtroppo minoritaria dell'Italia di allora a scegliere di stare dalla parte giusta della storia, quelli non possono e non devono tramontare. Specie oggi che quegli incubi del passato sono tornati di stringente attualità a pochi passi da noi.

L’importante è scegliere da che parte stare, per citare Antonio Gramsci, che odiava gli indifferenti, “credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano”.

Buon 25 Aprile, dunque, specie sul Lario che ha l’onore e l’onere di testimoniare al mondo il suo ruolo di museo territoriale diffuso della Resistenza e della lotta contro il fascismo, anche se è volentieri preso di mira dai nostalgici della dittatura per motivi diametralmente opposti.

Non smettiamo di testimoniare, vigilare e perpetuare a vantaggio delle nuove generazioni i valori fondanti della Liberazione, perché gli errori del passato possono sempre essere ripetuti da chi non ha tratto dalla storia i giusti insegnamenti. E la lezione della Russia che schiaccia l’Ucraina è lì a dimostrarlo.

1 commento:

  1. In qualità di Presidente della Sezione Lario Orientale dell'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia mi associo a queste parole.

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