2022-04-26

DERVIO, un momento storico per il paese

  



Cesare Perego - La conclusione dei lavori di demolizione dello stabilimento Feldspato di Dervio, chiuso da oltre vent’anni, rappresenta  un passaggio storico per il territorio, così come più di cento anni fa, rappresentò un fatto epocale la costruzione della struttura. Nel giro di poco tempo l’immagine di Dervio cambierà ancora una volta e decisamente in meglio, perché le strutture ormai fatiscenti non ci sono più. Da oltre vent’anni si parla del futuro di questa area; da una quindicina d’anni c’è la possibilità per i proprietari di costruire un’area residenziale e tale possibilità è rimasta, ma la cosa importante è riqualificare l’intera zona e dare un nuovo volto al paese.

Il 30 settembre 2005 la società Italmineraria di Torino, proprietaria della miniera di feldspato a Tremenico, in Valvarrone, ha cessato l’attività; era l’ultima miniera attiva in provincia di Lecco. Le cause sono da imputare alla concorrenza turca che ha messo sul mercato materiale a prezzi molto bassi. Un decennio fa, il Comune di Tremenico ha dato alle stampe un interessante libro (100 anni di miniere in Valvarrone) che attraverso documenti d’archivio, testimonianze dirette ricostruisce la storia delle miniere. I protagonisti che compaiono sulle fotografie sono uomini e donne della Valvarrone con i volti rigati dalla fatica, le mani segnate dal duro lavoro, le braccia muscolose per l’attività di scavo e trasporto del materiale. Con loro si ha l’impressione di entrare in miniera “nei primi anni di attività, parliamo degli inizi del 1900, molte donne fungevano da trasportatori. 


Caricavano sulle loro spalle 60 kili di feldspato e da Tremenico, Lentree per l’esattezza, situato di fronte all’abitato, raggiungevano la stazione di Dervio, dopo un cammino di 5 ore lungo il sentiero del Gac. Scaricato il materiale ritornavano in miniera per rifare un secondo viaggio, quello del pomeriggio”. La miniera di Tremenico venne aperta il 5 maggio 1907 da Abramo Giovanni Rusconi, proprietario di una ditta del Milanese. “ Rusconi era solito pranzare in zona Navigli e in una di quelle occasioni, sentì chiacchierare dei geologi su un particolare tipo di minerale che si passavano di mano in mano. Un bel di si presentò con lo stesso minerale e disse: “se vi interessa ve ne posso procurare quanto ne volete”. Iniziò così la storia della miniera di Tremenico”. Rusconi vendette la sua officina e con una concessione aprì la sua attività estrattiva in collaborazione con Pietro Pandiani.  Quando quest’ultimo scomparve a causa di un incidente sul lavoro, la vedova Pandiani vendette le quote a Carlo Adamoli di Bellano, consigliere di una società che gestiva una cava di feldspato potassico a Colico. Dopo una serie di passaggi di proprietà, nel 1999 le miniere vennero rilevate da una nuova società di Torino. Un vecchio minatore ricorda: “E’ stato un lavoro pesante, ma che col tempo è diventato una passione. Si lavorava 9 ore nel ventre della montagna, tra polvere e un rumore assordante. Il sole non lo si vedeva mai ed anche se il compenso ere ridicolo era pur fonte di reddito per le nostre famiglie”. Le miniere di feldspato si sviluppano su 50 ettari nel territorio comunale di Tremenico  e nella concessione “Lentree nord ovest” su 86 ettari sul territorio di Tremenico e Vendrogno. L’attività prese il via più di cento anni fa, risale infatti al 1907 il primo atto di richiesta al Comune di Tremenico, per volontà di Abramo Rusconi. A lui seguì nella conduzione della attività il figlio Pietro a cui si deve la creazione degli stabilimenti di Dervio. La lavorazione negli stabilimenti di Dervio era iniziata nel 1910 e cessò con l’anno 2000. Con la demolizione degli impianti a Dervio si conclude, non solo a livello burocratico ma anche a livello sostanziale, un periodo durato quasi un secolo in paese. Si chiude così, un periodo storico di grande valore economico e sociale, nella speranza che, da questa attività storica che ha dato tanto al territorio, possa nascere un progetto capace di dare ancora molto a Dervio e al territorio.

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