Il direttore di Confcommercio Lecco: "Speriamo di potere arrivare a una soluzione equilibrata che tenga conto delle legittime esigenze delle imprese"
Alla ricerca di un compromesso che tenga conto di tutte le esigenze, anche di quelle dei pubblici esercizi. E' questo l'obiettivo di Confcommercio Lecco e della Fipe Lecco, che hanno chiesto un incontro con l'assessore all'Attrattività Territoriale del Comune di Lecco, Giovanni Cattaneo, per affrontare il tema del nuovo regolamento sull'occupazione del suolo pubblico. Il confronto si svolgerà martedì 22 marzo, presso la sede di Confcommercio Lecco in piazza Garibaldi, con inizio alle ore 16.30.
"Auspichiamo che l'incontro possa portare a una soluzione equilibrata che tenga conto delle legittime esigenze di chi fa impresa, salvaguardando investimenti, sviluppo e occupazione - spiega il direttore di Confcommercio Lecco, Alberto Riva - A nostro avviso ci sono tutte le condizioni per arrivare a un compromesso condivisibile che sia nell'interesse della città nel suo complesso".
Intanto ieri, martedì 15 marzo, l'associazione ha incontrato i pubblici esercizi delle piazze centrali di Lecco, quelle interessate alle modifiche del Comune: "E' stato un confronto utile che si ha permesso di raccogliere lamentele e problematiche: all'assessore esporremo la sintesi raggiunta, per cercare di fare capire a lui e alla Giunta le ragioni degli imprenditori".
Sempre ieri si è svolta la Commissione consiliare che ha confermato la volontà del Comune di Lecco di procedere con l'approvazione del nuovo regolamento su tavolini e dehors: "Ribadiamo la nostra perplessità rispetto a questa posizione preconcetta da parte della Amministrazione, che non tiene conto di quello che è accaduto negli ultimi due anni - il Covid - e nemmeno di quello che sta accadendo nelle ultime settimane, ovvero il rincaro dei costi energetici e la guerra in Ucraina. Davvero non riusciamo a capire questo atteggiamento: sembra quasi che i locali siano visti come "arredo urbano", come qualcosa che riempie esteticamente la città. Dimenticando invece che sono imprese che danno lavoro a centinaia di persone, con alle spalle famiglie che vivono grazie a queste realtà produttive".
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