2022-03-06

La guerra in Ucraina. “Bombardamenti, morte e distruzione stanno prevalendo e togliendo spazio al dialogo”


Da Sergio Fenaroli riceviamo e pubblichiamo questa riflessione sugli sviluppi del conflitto bellico in Ucraina:

Da giovedì 24 febbraio, data di inizio dell’invasione militare dell’esercito russo in Ucraina, assistiamo a una guerra fratricida che il mondo intero condanna. Nessuna persona razionale avrebbe pensato che si giungesse a tanto, nel cuore dell’Europa. Bombardamenti, morte e distruzione stanno prevalendo e togliendo ogni spazio al dialogo.

Le testimonianze di vicinanza e solidarietà con il popolo ucraino sono state immediate e dovranno continuare sino all’auspicato cessate il fuoco e alla pace. La reazione compatta di tutti i Governi europei ha di fatto isolato l’azione folle dell’invasione di uno Stato sovrano.

Di fatto il governo russo, con il suo presidente Putin, in 10 giorni è stato isolato non soltanto dall’opinione pubblica ma dalle stesse istituzioni internazionali quali l’Onu, il Parlamento europeo, il Comitato olimpico e le organizzazioni sportive europee, sollevando un moto diffuso di opposizione interna.

Le cause della guerra risalgono dal colpo di stato del febbraio 2014, la famosa rivolta di piazza Majdan, quando venne destituito il governo considerato filorusso, sostituito da personaggi discutibili filo-occidentali immediatamente riconosciuti dagli Usa.

Il grave atto illegale suscitò un’immediata rivolta delle popolazioni russofone, che portarono entro quello stesso anno alla separazione della Crimea. Con un referendum il 94% della popolazione decise di rientrare nella Federazione russa, a differenza delle due province del Donestk e di Luhansk, dove iniziò la guerra fratricida che ad oggi conta circa 20.000 morti.

In tutti questi lunghi e laceranti 8 anni nulla è stato posto in essere dalla comunità internazionale per redimere le rispettive ragioni e esigenze. Sono state adottate esclusivamente sanzioni che fin da allora vedono la Russia emarginata e esclusa dal consesso internazionale.

Al contrario, si sono fomentate e incoraggiate le spinte e le provocazioni (ingresso nella Nato) che drammaticamente ci hanno portato laddove nessuno di noi avrebbe mai pensato di arrivare: alla guerra e all’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo.

E’ importante avere ben chiari questi passaggi che individuano anche le responsabilità, non per avallare l’escalation e la decisione scellerata dell’invasione decisa da Putin ma per comprenderne le cause, la materia del contendere che non riguarda soltanto i due Paesi belligeranti, per individuarne le vie di uscita, impostare un dialogo tra soggetti titolati con adeguate modalità, augurando che si giunga all’auspicata e duratura soluzione.

Il soggetto determinante e protagonista, sinora defilatosi, è il governo di Washington. Solo il suo diretto coinvolgimento nella trattativa e negli accordi potrà segnare una svolta nella crisi ucraina.

Le drastiche e straordinarie decisioni adottate dall’Unione europea, oltre alle sanzioni (nello specifico l’invio di armi letali quali i missili anticarro, a sostegno della resistenza Ucraina), non sono condivisibili. E’ come gettare benzina sul fuoco, mentre la vocazione europea e dei padri fondatori è sempre stata orientata alla ricerca delle reciproche esigenze di sicurezza e di pace tra le parti.

Non esistono scorciatoie o soluzioni alternative alla pace. Chi crede di imporre soluzioni unilaterali, oppure di lasciare incancrenire lo scontro armato, ci condurrà a uno scenario drammatico per tutti i popoli europei.

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