2022-02-09

Venerdì 11 febbraio ricorre la trentesima edizione della Giornata Mondiale del Malato


Venerdì 11 febbraio ricorre la trentesima edizione della Giornata Mondiale del Malato, un'edizione che anche quest'anno, a causa delle limitazioni imposte dalla pandemia, non potrà essere celebrata con eventi aperti al pubblico. All'ospedale Sant'Anna la cappellania ospedaliera celebrerà la messa alle 7.30 e alle 16 (in chiesa l'ingresso è limitato a 40 persone al massimo) e tutte le televisioni delle degenze saranno attivate gratuitamente per poter seguire, sul canale 100, le celebrazioni in diretta. Le funzioni saranno trasmesse in streaming anche dal canale YouTube della cappellania ospedaliera: https://bit.ly/3ILKoK8. All'ospedale Sant'Antonio Abate di Cantù la messa sarà celebrata alle ore 16.30 (in chiesa l'ingresso è limitato a 36 persone al massimo).


 MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER LA XXX GIORNATA MONDIALE DEL MALATO


 11 febbraio 2022


«Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36).
Porsi accanto a chi soffre in un cammino di carità


 Cari fratelli e sorelle,

trent'anni fa san Giovanni Paolo II istituì la Giornata Mondiale del Malato per sensibilizzare il popolo di Dio, le istituzioni sanitarie cattoliche e la società civile all'attenzione verso i malati e verso quanti se ne prendono cura.

Siamo riconoscenti al Signore per il cammino compiuto in questi anni nelle Chiese particolari del mondo intero. Molti passi avanti sono stati fatti, ma molta strada rimane ancora da percorrere per assicurare a tutti i malati, anche nei luoghi e nelle situazioni di maggiore povertà ed emarginazione, le cure sanitarie di cui hanno bisogno; come pure l'accompagnamento pastorale, perché possano vivere il tempo della malattia uniti a Cristo crocifisso e risorto. La 30ª Giornata Mondiale del Malato, la cui celebrazione culminante, a causa della pandemia, non potrà aver luogo ad Arequipa in Perù, ma si terrà nella Basilica di San Pietro in Vaticano, possa aiutarci a crescere nella vicinanza e nel servizio alle persone inferme e alle loro famiglie.


1. Misericordiosi come il Padre

Il tema scelto per questa trentesima Giornata, «Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso» (Lc 6,36), ci fa anzitutto volgere lo sguardo a Dio "ricco di misericordia" (Ef 2,4), il quale guarda sempre i suoi figli con amore di padre, anche quando si allontanano da Lui. La misericordia, infatti, è per eccellenza il nome di Dio, che esprime la sua natura non alla maniera di un sentimento occasionale, ma come forza presente in tutto ciò che Egli opera. È forza e tenerezza insieme. Per questo possiamo dire, con stupore e riconoscenza, che la misericordia di Dio ha in sé sia la dimensione della paternità sia quella della maternità (cfr Is 49,15), perché Egli si prende cura di noi con la forza di un padre e con la tenerezza di una madre, sempre desideroso di donarci nuova vita nello Spirito Santo.


2. Gesù, misericordia del Padre

Testimone sommo dell'amore misericordioso del Padre verso i malati è il suo Figlio unigenito. Quante volte i Vangeli ci narrano gli incontri di Gesù con persone affette da diverse malattie! Egli «percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo» (Mt 4,23). Possiamo chiederci: perché questa attenzione particolare di Gesù verso i malati, al punto che essa diventa anche l'opera principale nella missione degli apostoli, mandati dal Maestro ad annunciare il Vangelo e curare gli infermi? (cfr Lc 9,2). Un pensatore del XX secolo ci suggerisce una motivazione: «Il dolore isola assolutamente ed è da questo isolamento assoluto che nasce l'appello all'altro, l'invocazione all'altro». Quando una persona sperimenta nella propria carne fragilità e sofferenza a causa della malattia, anche il suo cuore si appesantisce, la paura cresce, gli interrogativi si moltiplicano, la domanda di senso per tutto quello che succede si fa più urgente. Come non ricordare, a questo proposito, i numerosi ammalati che, durante questo tempo di pandemia, hanno vissuto nella solitudine di un reparto di terapia intensiva l'ultimo tratto della loro esistenza, certamente curati da generosi operatori sanitari, ma lontani dagli affetti più cari e dalle persone più importanti della loro vita terrena? Ecco, allora, l'importanza di avere accanto dei testimoni della carità di Dio che, sull'esempio di Gesù, misericordia del Padre, versino sulle ferite dei malati l'olio della consolazione e il vino della speranza.


3. Toccare la carne sofferente di Cristo

L'invito di Gesù a essere misericordiosi come il Padre acquista un significato particolare per gli operatori sanitari. Penso ai medici, agli infermieri, ai tecnici di laboratorio, agli addetti all'assistenza e alla cura dei malati, come pure ai numerosi volontari che donano tempo prezioso a chi soffre. Cari operatori sanitari, il vostro servizio accanto ai malati, svolto con amore e competenza, trascende i limiti della professione per diventare una missione. Le vostre mani che toccano la carne sofferente di Cristo possono essere segno delle mani misericordiose del Padre. Siate consapevoli della grande dignità della vostra professione, come pure della responsabilità che essa comporta.

Benediciamo il Signore per i progressi che la scienza medica ha compiuto soprattutto in questi ultimi tempi; le nuove tecnologie hanno permesso di approntare percorsi terapeutici che sono di grande beneficio per i malati; la ricerca continua a dare il suo prezioso contributo per sconfiggere patologie antiche e nuove; la medicina riabilitativa ha sviluppato notevolmente le sue conoscenze e le sue competenze. Tutto questo, però, non deve mai far dimenticare la singolarità di ogni malato, con la sua dignità e le sue fragilità. Il malato è sempre più importante della sua malattia, e per questo ogni approccio terapeutico non può prescindere dall'ascolto del paziente, della sua storia, delle sue ansie, delle sue paure. Anche quando non è possibile guarire, sempre è possibile curare, sempre è possibile consolare, sempre è possibile far sentire una vicinanza che mostra interesse alla persona prima che alla sua patologia. Per questo auspico che i percorsi formativi degli operatori della salute siano capaci di abilitare all'ascolto e alla dimensione relazionale.
 

4. I luoghi di cura, case di misericordia

La Giornata Mondiale del Malato è occasione propizia anche per porre la nostra attenzione sui luoghi di cura. La misericordia verso i malati, nel corso dei secoli, ha portato la comunità cristiana ad aprire innumerevoli "locande del buon samaritano", nelle quali potessero essere accolti e curati malati di ogni genere, soprattutto coloro che non trovavano risposta alla loro domanda di salute o per indigenza o per l'esclusione sociale o per le difficoltà di cura di alcune patologie. A farne le spese, in queste situazioni, sono soprattutto i bambini, gli anziani e le persone più fragili. Misericordiosi come il Padre, tanti missionari hanno accompagnato l'annuncio del Vangelo con la costruzione di ospedali, dispensari e luoghi di cura. Sono opere preziose mediante le quali la carità cristiana ha preso forma e l'amore di Cristo, testimoniato dai suoi discepoli, è diventato più credibile. Penso soprattutto alle popolazioni delle zone più povere del pianeta, dove a volte occorre percorrere lunghe distanze per trovare centri di cura che, seppur con risorse limitate, offrono quanto è disponibile. La strada è ancora lunga e in alcuni Paesi ricevere cure adeguate rimane un lusso. Lo attesta ad esempio la scarsa disponibilità, nei Paesi più poveri, di vaccini contro il Covid-19; ma ancor di più la mancanza di cure per patologie che necessitano di medicinali ben più semplici. In questo contesto desidero riaffermare l'importanza delle istituzioni sanitarie cattoliche: esse sono un tesoro prezioso da custodire e sostenere; la loro presenza ha contraddistinto la storia della Chiesa per la prossimità ai malati più poveri e alle situazioni più dimenticate. Quanti fondatori di famiglie religiose hanno saputo ascoltare il grido di fratelli e sorelle privi di accesso alle cure o curati malamente e si sono prodigati al loro servizio! Ancora oggi, anche nei Paesi più sviluppati, la loro presenza è una benedizione, perché sempre possono offrire, oltre alla cura del corpo con tutta la competenza necessaria, anche quella carità per la quale il malato e i suoi familiari sono al centro dell'attenzione. In un tempo nel quale è diffusa la cultura dello scarto e la vita non è sempre riconosciuta degna di essere accolta e vissuta, queste strutture, come case della misericordia, possono essere esemplari nel custodire e curare ogni esistenza, anche la più fragile, dal suo inizio fino al suo termine naturale.


5. La misericordia pastorale: presenza e prossimità

Nel cammino di questi trent'anni, anche la pastorale della salute ha visto sempre più riconosciuto il suo indispensabile servizio. Se la peggiore discriminazione di cui soffrono i poveri - e i malati sono poveri di salute - è la mancanza di attenzione spirituale, non possiamo tralasciare di offrire loro la vicinanza di Dio, la sua benedizione, la sua Parola, la celebrazione dei Sacramenti e la proposta di un cammino di crescita e di maturazione nella fede. A questo proposito, vorrei ricordare che la vicinanza agli infermi e la loro cura pastorale non è compito solo di alcuni ministri specificamente dedicati; visitare gli infermi è un invito rivolto da Cristo a tutti i suoi discepoli. Quanti malati e quante persone anziane vivono a casa e aspettano una visita! Il ministero della consolazione è compito di ogni battezzato, memore della parola di Gesù: «Ero malato e mi avete visitato» ( Mt 25,36).

 Cari fratelli e sorelle, all'intercessione di Maria, salute degli infermi, affido tutti i malati e le loro famiglie. Uniti a Cristo, che porta su di sé il dolore del mondo, possano trovare senso, consolazione e fiducia. Prego per tutti gli operatori sanitari affinché, ricchi di misericordia, offrano ai pazienti, insieme alle cure adeguate, la loro vicinanza fraterna.

Su tutti imparto di cuore la Benedizione Apostolica.

Roma, San Giovanni in Laterano, 10 dicembre 2021, Memoria della B.V. Maria di Loreto

Francesco

 

La comunicazione aumentativa alternativa nella scuola: il sogno di Zeno diventa realtà 

Webinar gratuito dedicato agli insegnanti il 18 febbraio; iscrizioni entro il 14 febbraio

Il 18 febbraiodalle 17 alle 19, si svolgerà il webinar "Il sogno di Zeno diventa realtà". Il seminario si prefigge di fare il punto sull'andamento delle attività scolastiche legate a "Il sogno di Zeno", progetto nato per promuovere la comunicazione aumentativa alternativa (CAA) come una lingua fra tante altre lingue nel mondo della scuola. Il progetto si rivolge alle scuole di ogni ordine e grado che vogliano attivare percorsi di inclusione mediante la CAA, con l'aiuto di una terapista esperta che indirizzerà gli insegnanti nelle scelte formative e nelle iniziative da proporre. L'iscrizione è gratuita previa registrazione da effettuarsi entro il 14 febbraio al seguente link https://forms.gle/NGJ3vb6vGiZ8JDQ96

Il programma del seminario

17.00 - La realizzazione del progetto "Il Sogno di Zeno" nel territorio comasco
 Moderatori: Patrizia Conti, primario della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza di Asst Lariana e Angelo Selicorni, primario della Pediatria all’ospedale Sant’Anna.

17.15 - La CAA nella UOCNPIA di Como e nelle scuole del comasco: le premesse per la realizzazione de "Il Sogno di Zeno". Cynthia La Manna, terapista della neuro e psicomotricità dell'età evolutiva dell’unità operativa complessa di Neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza di Asst Lariana

17.35 - Il Sogno di Zeno: "la strada fatta e quella ancora da fare…". Isabella Prina, terapista occupazionale dedicata al progetto Il Sogno di Zeno

18.15 - Tavola rotonda: Il Sogno di Zeno si racconta: l'esperienza di genitori, insegnanti e dirigenti del territorio comasco. Moderatore: Francesca Guido, giornalista. Partecipano: Angela Cristaldi, Elena Curti e Francesca Ballini, Istituto Comprensivo Como Borgovico; Emanuela D'Ambros, referente per l'inclusione scolastica dell'Ufficio Scolastico provinciale di Como.

Il sogno di Zeno Zeno è il nome del padre di una bambina comasca con disabilità intellettiva complessa che ha sempre desiderato l’attivazione di un percorso di CAA nella scuola della figlia. Il progetto ha l’obiettivo di promuovere percorsi scolastici inclusivi e un più capillare utilizzo della comunicazione aumentativa alternativa (CAA) nelle scuole comasche a vantaggio degli studenti con bisogni comunicativi complessi. Nel 2021 per il progetto sono stati raccolti 12mila euro grazie all'iniziativa "Un dolce raro per i bambini fragili" promossa in occasione della Giornata delle malattie rare e che verrà replicata anche quest’anno.

Le associazioni coinvolte nel progetto insieme ad Asst Lariana

Associazione S.I.L.V.I.A www.silviaonlus.org

L'associazione S.I.L.V.I.A, presieduta da Lidia Salice, è nata a fine 2010 nel ricordo di Silvia, una ragazza speciale che conoscendo le difficoltà e il disagio della permanenza in ospedale, ha voluto offrire ai piccoli degenti delle strutture sanitarie il dono più bello: il sorriso. Ed è intorno a questo dono che ruotano le attività dell'associazione che punta soprattutto a rendere più serene e meno traumatiche le giornate dei piccoli pazienti ricoverati. 

 

Associazione Diversamente Genitori www.diversamentegenitori.it

Riunisce un gruppo di genitori che condividono esperienze ed emozioni legate al tema della disabilità attraverso il confronto e il supporto reciproco, progetti ed iniziative di inclusione, approfondimenti tematici, incontri con i professionisti. Le parole d'ordine dell'associazione, costituitasi nel 2019 e con sede a Villa Guardia, sono disabilità, inclusione, famiglia.
 

La Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA)

È una pratica clinica che viene messa in campo in ambito pediatrico, riabilitativo/educativo, per supportare i bambini che presentano difficoltà comunicative in tutti i contesti della vita quotidiana. È Aumentativa perché ha lo scopo di potenziare la comunicazione e il linguaggio supportando tutte le potenzialità comunicative della persona È Alternativa perché utilizza modalità alternative alla comunicazione tradizionale: si avvale di gesti, segni, ausili per la comunicazione e tecnologia avanzata. Gli spazi del reparto e del Ps pediatrico dell'ospedale Sant'Anna sono stati etichettati con i simboli utilizzati nell'ambito della CAA, grazie a un progetto sostenuto dall'associazione SILVIA.

Nessun commento:

Posta un commento