Dal lecchese Sergio Fenaroli ecco un’altra riflessione sulla drammatica situazione in atto in Ucraina:
Nella drammatica crisi in atto in Ucraina i “signori della guerra” stanno prevalendo. Si è giunti all’intervento armato di questa mattina, con bombardamenti in diverse città e strutture militari strategiche dell’Ucraina da parte dell’esercito russo.
Seguiamo con trepidazione e sofferenza il sibilo dei missili che giunge attraverso i nostri televisori ed è causa di dolore e morte, di distruzioni tra il popolo fratello ucraino.
E’ la drammatica conseguenza che tutti noi, pacifisti europei, volevamo scongiurare. Oggi il contesto delineato dall’intervento militare generalizzato è portatore di molte incognite per il futuro.
E’ fondamentale per noi comprendere ciò che è avvenuto dal dissolvimento dell’Unione Sovietica a oggi nell’evoluzione dei Paesi ex socialisti, compresa la Russia, sino al febbraio 2014 con il colpo di Stato in Ucraina. Un passaggio che a torto, o meglio a proposito, viene occultato dall’analisi e da tutti i commenti che sono via via apparsi sui grandi canali di comunicazione e… disinformazione sulla vicenda Ucraina.
Il “colpo di Stato di piazza Majdan” segna e segnerà negativamente il futuro dell’Ucraina, sino a giungere ai giorni nostri.
Molti in Occidente e in Italia, educati dalla “guerra fredda”, credono ancora di combattere il “comunismo sovietico”, quando la Russia attuale presenta disparità e disuguaglianze economiche e sociali al nostro pari se non peggio, con la differenza sostanziale che possiede, da sola, dispositivi e armamenti militari tattici e strategici tra i più potenti al mondo, più degli Usa e della stessa Nato.
Le richieste, le ragioni, i timori della Russia sono sempre stati sottovalutati se non addirittura derisi dai governi europei, dagli Usa e dalla Nato, il nostro braccio militare difensivo che da 30 anni a questa parte ha indubbiamente assunto una veste e una funzione diverse, se non di offesa di sicuro destabilizzante nel panorama geopolitico europeo, nei rapporti con la Russia, a causa dell’espansionismo e dell’annessione di tutti i Paesi della ex cortina di ferro, giunta ormai ai loro confini.
L’inclusione dell’Ucraina alla Nato significherebbe entrare nel cuore della Russia, mettendo sicuramente a rischio la loro sicurezza.
Credo che la gravità degli eventi segni il passaggio di un’epoca nei rapporti internazionali sia tra gli Stati, i governi e i popoli ai quali sono destinate le conseguenze di questa guerra che colpisce l’Ucraina, ma è contro la cecità e la sordità dell’Occidente, degli Usa, dell’Europa e della Nato.
Scenda in campo l’Europa con i rispettivi governi, dimostri al proprio alleato oltre Oceano la propria maturità e consapevolezza! Vanno bene tutte le condanne all’iniziativa armata della Russia, ma non bastano le sanzioni (anche le più dure), tanto peggio il ricorso alle armi significherebbe una reciproca autodistruzione.
La vera e autentica strada maestra è quella del dialogo e del confronto tra le parti, ponderare le rispettive ragioni e giungere ad accordi che riconoscano le necessità di sicurezza e di sviluppo e di vivere in pace.
Non è in gioco il futuro personale di Putin o di Biden, ma il futuro dell’umanità intera. A quel tavolo per la pace non potranno sedersi i bugiardi, i ciechi e i sordi, ma rappresentanti di governi che rappresentino i popoli e che sappiano ascoltarsi, comprendersi e ripristinare la pace e il rispetto reciproco.
Esistono tali capi di Stato? Tutti noi usciremo diversi da questa drammatica e tremenda guerra, di indefinibile durata.
Non abbiamo ancora sconfitto la pandemia, la sfida a un virus invisibile. Non commettiamo il facile errore di pensare che sconfitto Putin avremo concluso la guerra. Le cause da rimuovere sono molto più profonde e dipendono da volontà diverse da quelle che sinora hanno prevalso in casa nostra, in Occidente.
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