Venerdì 14 gennaio 2022, ore 20.00 (Turno A) e Domenica 16 gennaio 2022, ore 15.30 (Turno B) va in scena al Teatro Sociale di Como l’ultimo titolo della Stagione lirica 2021/2022: La fanciulla del West di Giacomo Puccini, un nuovo allestimento co-prodotto dai Teatri del Circuito di OperaLombardia, per la regia di Andrea Cigni, la direzione d’orchestra e concertazione affidata al giovane talento toscano, attento filologo pucciniano Valerio Galli, le scene di Dario Gessati, i costumi di Tommaso Lagattolla, le luci di Fiammetta Baldiserri, con l’Orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano ed il Coro di OperaLombardia diretto da Diego Maccagnola.
Finita di comporre nel 1910, l’opera in tre atti di Giacomo Puccini, è ispirata alla pièce che il drammaturgo, regista ed impresario americano David Belasco portò in scena nel 1905: The Girl of the Golden West. La trama, a lieto fine, riporta alla California e ai monti della Sierra Nevada, ai tempi della ‘febbre dell’oro’, tra minatori, banditi, saloon e sceriffi.
La prima assoluta (New York, 10 dicembre 1910) venne montata da una campagna pubblicitaria imponente, quasi senza precedenti, con i mezzi di cui il Metropolitan di New York poteva disporre per comunicare Arturo Toscanini sul podio, Enrico Caruso nei panni di Dick Johnson, alias Ramerrez, e la bellissima Emmy Destinn nel ruolo di Minnie.
Al Teatro Sociale di Como ritorna per la quinta volta in più di un secolo, come si evince dagli archivi della Società dei Palchettisti (Carnevale 1912; Stagione 1923/24; 1938 e 1955), perché, benché sia a tutti gli effetti tra i titoli più riusciti e più innovatori nella produzione di Puccini, la partitura e le caratteristiche vocali (per il numero dei personaggi e la tecnica richiesta agli interpreti) rendono l’opera monumentale, quasi un kolossal.
Molte furono le fonti di ispirazione musicale, tutte rielaborate secondo quella tensione che animava il genio di Puccini verso il progresso (da Wagner a Debussy, alla seconda Scuola di Vienna e Anton Webern non a caso ne ammirò la struttura); molti furono le vicende personali che toccarono la sensibilità del compositore (tra tutte il suicidio, con l’ausilio del veleno, della quattordicenne Doria Manfredi nel gennaio 1909, allora cameriera in casa Puccini); molte le influenze provenienti da nuovi linguaggi artistici che stavano suscitando grande stupore, in primis il cinema muto, che proprio agli inizi del ‘900 iniziava a distribuire, suscitando sorpresa e curiosità, pellicole western (emblematico rimane The Great Train Robbery del 1903, prodotto e diretto da Edwin S. Porter, pseudonimo di Edward Porter).
L’allestimento coprodotto dai Teatri del circuito di OperaLombardia non ricondurrà a quell’immaginario ottocentesco, ma con un’attenta ricerca intimistica, la visione del regista Andrea Cigni riporta la vicenda ad un’ambientazione contemporanea: “Luogo ipotetico della California, ma potrebbe essere ovunque, non è la dimensione geografica che preme nella storia, bensì quella antropologica e sociale. La miniera come luogo di lavoro, fatica, sforzo, abbrutimento, reiterazione, alienazione. Il ‘saloon’, la mensa, il refettorio, dove si arriva (e si crea sotto i nostri occhi grazie al lavoro degli uomini) uscendo dalla dimensione della miniera dove invece svago, sfogo, educazione, divertimento, nostalgia e umanità sono sempre presenti. È il luogo dove si impara, dove ci si sente protetti, dove Minnie è: madre, sorella, maestra, amica, amata. Ed è un luogo che non esiste, ma che quotidianamente i minatori allestiscono come se fosse il bar della loro vita precedente (idealmente nell’Europa da cui provengono quasi tutti) al loro essere minatori.”
Continua il percorso di accessibilità, portato avanti dal Teatro Sociale di Como, anche nel caso della recita domenicale del 16 gennaio della Fanciulla del West , in cui è prevista l’audiodescrizione dello spettacolo, realizzata dalla Fondazione Teatro Grande di Brescia.
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