2021-09-16

METALMECCANICO: SIGNIFICATIVI SEGNALI DI MIGLIORAMENTO

Federmeccanica compie 50 anni e con i dati dell’indagine congiunturale sul settore presenta Progetto Competere, guardando al futuro del lavoro e dell’impresa


 

 

Sono stati diffusi oggi i dati dell’Indagine congiunturale sull’Industria Metalmeccanica di Federmeccanica che in occasione dei 50 anni dalla sua fondazione, avvenuta il 15 settembre 1971, ha presentato anche Progetto Competere, un’iniziativa che guarda al futuro del lavoro e delle imprese.

 

“Federmeccanica in questi anni ha saputo avere un ruolo incisivo, ad esempio con l’azione portata avanti per la modernizzazione del contratto nazionale che è diventato un modello - sottolinea il Presidente di Confindustria Lecco e Sondrio, Lorenzo Riva – e continua a guardare al futuro del settore presentando un progetto per il lavoro e l’impresa che contiene spunti su tutti i temi fondamentali per la competitività e la crescita, per affrontare questioni come, fra le altre, la transizione digitale ed ecologica e le competenze necessarie alle imprese”.

 

“La metalmeccanica/meccatronica rappresenta l’8% del PIL nazionale, il 50% delle esportazioni e contribuisce per più del 40% alla creazione del valore aggiunto dell’industria italiana - commenta il Presidente della Categoria Merceologica Metalmeccanico di Confindustria Lecco e Sondrio, Giacomo Riva. “Ora viviamo una fase di spinta che emerge sia dai dati nazionali sia da quelli locali, una fase di ripresa nella quale sono necessarie sia capacità progettuale, e va in questo senso il documento presentato da Federmeccanica, sia determinazione nell’affrontare i problemi che da tempo il Paese si trascina”.

“Non dimentichiamo poi - continua Giacomo Riva - che questo periodo non è privo di problemi ed incertezze legati alla difficoltà di reperimento e all’impennata dei prezzi delle materie prime, oltre che all’andamento della pandemia. Siamo quindi fiduciosi ma sappiamo di avere di fronte a noi un percorso impegnativo e altrettanto decisivo che necessita, accanto all’impegno delle imprese che non è mai venuto meno, di un’azione incisiva da parte delle istituzioni per l’attuazione, finalmente, delle riforme e delle politiche economiche più efficaci“.

 

I dati a livello nazionale che emergono dall’ultima rilevazione congiunturale di Federmeccanica mostrano che, nella prima metà dell’anno in corso, il settore metalmeccanico ha evidenziato significativi segnali di miglioramento, in linea con i progressi realizzati da giugno 2020. In particolare - evidenzia l’indagine di Federmeccanica - nei mesi più recenti si sono recuperati integralmente i volumi di produzione che si realizzavano prima dello scoppio della pandemia: nel secondo trimestre la crescita della produzione è stata del 2,1% trimestre su trimestre e del 47% anno su anno (ma il dato risente della diffusa chiusura delle aziende nel mese di aprile 2020); confrontando il periodo aprile-giugno di quest’anno con gennaio-febbraio 2020, mesi precedenti lo scoppio della pandemia, si registra una crescita dell’1,5%. Complessivamente, nel primo semestre la crescita dei volumi su base annua è del 29,9%, sostanzialmente in linea con i primi sei mesi del 2019 (-0,8%): un miglioramento diffuso a tutte le attività dell’industria metalmeccanica, seppur con tassi fortemente differenziati.

Con riferimento alle aspettative a breve, dall’indagine di Federmeccanica emergono prospettive di ulteriori recuperi di attività produttiva, sebbene permanga un clima d’incertezza connesso all’evoluzione pandemica, alla dinamica dei prezzi delle materie prime e alla loro disponibilità.

 

Sul territorio i dati del secondo semestre 2020, elaborati dal Centro Studi di Confindustria Lecco e Sondrio, indicavano per le aziende metalmeccaniche delle due province una fase di parziale recupero congiunturale rispetto alla marcata decelerazione che era stata riscontrata nei primi sei mesi dell’anno (in media -10,8% per ordini, produzione e fatturato a livello congiunturale e -15,3% sul fronte tendenziale). La variazione mediamente riscontrata per i tre indicatori si era attestata al di sopra dei sei punti percentuali (+6,3%), mentre il raffronto tendenziale con i livelli del semestre luglio-dicembre 2019 era risultato negativo e in media pari al -2,5%.

Le previsioni formulate per i primi sei mesi del 2021 erano risultate positive, anche se in modo ridimensionato rispetto a quanto registrato per la seconda metà dell’anno; in media la variazione attesa per la domanda e per l’attività produttiva si era attestata al +3,4% mentre le ipotesi riguardanti il fatturato si erano attestate al +1,6%.

 

Il semestre gennaio-giugno del 2021 si conferma all’insegna di una forte accelerazione di tutti gli indicatori, che assumono valori positivi su entrambi gli orizzonti temporali di analisi considerati.

 

In media, il confronto con la prima metà del 2020 registra un incremento del 22,7% per i tre indicatori, mentre il dato congiunturale misurato rispetto al semestre luglio-dicembre 2020 si attesta mediamente al 16,9%.

 

Le aspettative per la seconda metà del 2021 indicano il permanere della fase di espansione, anche se con variazioni attese più caute (+3,7%).

 

La capacità produttiva mediamente impiegata tra gennaio e giugno 2021 rivela un incremento di quasi diciotto punti percentuali rispetto ai livelli registrati per la seconda metà del 2020. Il dato passa infatti dal 68,3% all’86,1% e all’interno del campione il quadro si rivela generalmente omogeneo.

Il tasso di utilizzo degli impianti delle aziende metalmeccaniche risulta superiore a quanto esaminato per le imprese tessili (79,7%) e per quelle degli altri settori (78,6%).

Si attesta poco al di sopra dei quattro punti percentuali (4,2%) la produzione che le realtà metalmeccaniche del campione non gestiscono internamente ma affidano ai subfornitori. L’outsourcing coinvolge prevalentemente realtà nazionali (3,6%) e in misura minore imprese estere (0,6%).

 

Le imprese metalmeccaniche del territorio sono fortemente attive sui mercati internazionali e realizzano quasi la metà del proprio fatturato al di fuori dell’Italia.

Nei primi sei mesi del 2021 le esportazioni hanno inciso per il 49,4% delle vendite complessive. La principale area di destinazione delle merci oltre confine è rappresentata dall’Europa Occidentale, che assorbe oltre un quarto (26,5%) del fatturato complessivo.

L’export è inoltre diretto verso gli Stati Uniti (5,4%), l’Est Europa (5,2%), i BRICS (4,2%), l’Asia Occidentale (3,6%) e l’America Centro-Meridionale (0,9%).

 

Nel corso degli ultimi mesi del 2020, un’impresa metalmeccanica su due aveva segnalato di aver dovuto affrontare aumenti del costo delle materie prime. Il quadro si è aggravato nel corso del primo semestre 2021. In particolare, tra gennaio e marzo la quota di aziende che ha indicato un apprezzamento dei listini di acquisto delle commodities si è attestata al 91,1%, di cui il 50,9% ha comunicato una crescita di oltre dieci punti percentuali. Nei tre mesi successivi, tra aprile e giugno 2021, la quota del campione che ha sostenuto aumenti delle materie prime è salita al 95,5%, con incrementi superiori al 10% nel 71,6% dei casi. Le dinamiche di crescita dei costi di approvvigionamento hanno determinato significativi impatti sui costi di produzione per oltre quattro realtà metalmeccaniche su cinque (86,7%).

 

Sono diffusamente stabili i giudizi che le imprese del campione hanno formulato riguardo la qualità dei loro rapporti con gli Istituti di credito nella prima metà dell’anno. Valutando infatti le condizioni praticate inerenti le spese e le commissioni, nonché la richiesta di tassi e di garanzie, l’84,2% non segnala mutamenti, il 9,3% comunica un miglioramento, mentre il restante 6,5% indica un peggioramento. Per quanto attiene invece alla disponibilità degli Istituti a concedere credito, circa due realtà su tre (65,3%) evidenziano un quadro stabile, il 23,2% segnala una maggior propensione ad esaudire le richieste mentre il rimanente 11,5% rivela una chiusura.

 

È in miglioramento lo scenario occupazionale delineato dai pareri qualitativi espressi dalle imprese del campione per i primi sei mesi del 2021. A fianco del 61,2% di soggetti che indica livelli stabili, e del 6,4% che dichiara una riduzione, il 32,4% comunica un’espansione.

Le prospettive occupazionali per la seconda metà dell’anno risultano principalmente orientate alla stabilità, con una moderata componente di ipotesi di crescita.

 

 

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