Il Presidente della Categoria, Aldo Dattomi: “è assente un ruolo di regia fra i diversi soggetti interessati al comparto: istituzioni, realtà economiche e stakeholders”
Di fronte al continuo rincaro dei costi del legname e alla difficile reperibilità della materia prima, emersa ormai da diversi mesi, torna di attualità il dibattito in merito all’impiego delle risorse forestali presenti sul nostro territorio.
“Da molti anni - evidenzia il Presidente della Categoria Merceologia Legno di Confindustria Lecco e Sondrio, Aldo Dattomi - si tende ad evidenziare un importante dato di fatto: la provincia di Sondrio conta sulla presenza di importanti aziende, che coprono il 15% della prima lavorazione su scala nazionale, alle quali si affiancano molte attività a monte della filiera, aziende boschive in primis, oltre che numerose imprese che si occupano delle seconde lavorazioni. Il territorio si trova quindi in una condizione dove sono presenti la materia prima e le attività economiche in grado di utilizzarla”.
“Tuttavia - prosegue Aldo Dattomi - manca un progetto globale di filiera che sappia facilitare interessi pubblici e privati. E questo perché è assente un ruolo di regia fra i diversi soggetti interessati al comparto: istituzioni, realtà economiche e stakeholders”.
“Un esempio molto recente - continua il Presidente Dattomi - è relativo alla Manifestazione di interesse per la presentazione di proposte di accordo di rilancio economico sociale e territoriale AREST di Regione Lombardia. Per la filiera bosco-legno sono arrivate più proposte dal territorio. Mi domando quindi se non sia possibile pensare ad un progetto di filiera foresta-legno-energia che coinvolga l’intera Provincia, possibilmente con la partecipazione di tutte e cinque le Comunità Montane”.
“Il valore del bosco non è solo economico - dice ancora Aldo Dattomi - ma attiene anche la sfera sociale poiché il bosco rappresenta l’ambiente naturale nel quale viviamo: la sua cura permette di mantenere un equilibrio fondamentale con il territorio antropizzato. La possibilità di impiegare nelle segherie i tronchi provenienti da boschi locali, e nelle centrali a biomassa le ramaglie risultanti dall’operazione di esbosco, favoriscono il mantenimento di questo ambiente delicato. Solo così si completa il percorso con un alto valore aggiunto per l’intera comunità”.
“A livello nazionale - evidenzia Dattomi - sta nascendo una Borsa Italiana del legno, iniziativa promossa da FederlegnoArredo e Forest Sharing, per promuovere una gestione attiva del territorio boschivo, coinvolgendo anche UNCEM Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani. L’obiettivo principale è quello di mettere in contatto i proprietari forestali con le imprese ed i professionisti che lavorano nel bosco, partendo dalla filiera digitalizzata e spostando quindi l’incontro fra domanda ed offerta di legname su una
piattaforma digitale. Ma servono anche passi decisi per alimentare la crescente sensibilità dei consumatori verso il legno, determinata soprattutto alla forte componente in termini di sostenibilità che ne fa il materiale del futuro. È anche con questa visione che si rende necessaria l’esigenza di sciogliere il pesante legame che l’Italia ha con i paesi esportatori di materia prima, Svizzera ed Austria in primis, impegnandosi per riattivare appieno la filiera sul territorio”.
“Ma per fare questo - conclude Aldo Dattomi - serve una regia e serve individuare i soggetti veramente interessati a questo progetto, fondamentale per il futuro socio-economico dei nostri territori. A questo proposito Confindustria Lecco e Sondrio, anche al fine di tracciare un quadro di riferimento attuale, presenterà in autunno lo studio Analisi delle filiera foresta-legno-energia nelle Provincie di Lecco e Sondrio, uno strumento che vuole rappresentare un punto di partenza su cui confrontarsi e verificare la possibilità di far crescere, a tutti i livelli, la filiera bosco-legno-energia del territorio”.
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