2021-07-27

UN GENERE, QUELLO DEL ROMANZO “CHE PREZZO HA IL CIELO”, DI BARBARA MATTEI, PARTICOLARMENTE CONGENIALE A QUANTI AMANO COMPIERE PINDARICI VOLI NELLE PIEGHE PIU’ RECONDITE DELL’ANIMA



di Germana Marini  
 
“Scrivere questo libro è stata la realizzazione di un grande sogno. L’ho coltivato da tanto dentro di me, lasciando che le corde della mia anima vibrassero per farne emergere i sussulti e i segreti più intimi. Ho voluto condividere con i lettori quello che è per me un tesoro nascosto, sperando possa essere di conforto a chiunque stia lottando con se stesso per migliorarsi ed essere felice”: ciò quanto anticipato  dalla 

Mattei in questo avvincente libro, che costituisce il suo esordio letterario con una narrazione di ampio respiro e di stretta attualità, al cui proposito Lorenza Rocco Carbone, Direttrice della rassegna culturale “Silarus” ha scritto: “Che prezzo ha il cielo” ingloba una pluralità di letture: etiche, sociologiche, scientifiche, solidali. 

È la storia di Elettra Parigi, un’icona del nostro tempo, donna libera e indipendente che ha il coraggio di osare, di porsi in discussione, di riproporsi, artefice del proprio destino con una progettualità infinita. Una, nessuna, centomila, da Elettra ad Ellen, da Julia a Brenda, camaleontica e seducente, coniuga cuore e intelletto con creatività, impegno e determinazione. Indelebili i graffi dell’anima, traumi dell’infanzia e dell’adolescenza, che fanno emergere demoni da sconfiggere in un incessante colloquio interiore, in un percorso di rivincita, alla ricerca del benessere psico-fisico”. 

 

Ferite, aggiungiamo noi, nei rapporti interpersonali, nelle amicizie, negli incontri della vita. Nel chiaroscuro dell’esistenza, ombre e luci. Esaltazione e delusione, tradimenti ed ipocrisie nell’eterno gioco delle parti. 

La scrittrice, con innata capacità affabulatoria, in un linguaggio fluido e soggiogante, affascina il lettore, in costante ansia sull’evoluzione della vicenda, sulla vita che non fa credito a nessuno e che, prima o poi, presenta il conto, salato nella misura in cui ha elargito. 

 

È questo un sincerissimo racconto che celebra la forza di rialzarsi dalle tante, rovinose cadute. Di re-inventarsi, dieci, venti, cento, infinite volte. 

Come Mario Pomilio scrisse: “Un romanzo è sempre metafora, alla quale soggiace un’autobiografia del profondo”. E questo testo senza infingimenti, né remore, lo conferma; storia di una donna bella, raffinata, elegante, che ha l’ardire di mostrarsi in tutta la sua fragilità. Il che non è, obiettivamente parlando, da tutti. 

 

L’intento dell’autrice palesemente è quello di veicolare un messaggio positivo, ottimistico, che risollevi gli animi in questo problematico tempo. E a giudicare dall’interesse suscitato dall’opera fra i cultori della schiettezza d’espressione e propositi, si può ben dire che la stessa non abbia mancato l’intento. E parimenti encomiabile è stata la scelta di pubblicare il capolavoro in proprio.                              

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