Riflessioni, testimonianze, racconti e poesie nel nuovo numero del periodico “Tri agun news” del centro diurno
“Essere speciali - spiegano i firmatari dell’editoriale - significa per noi, che da molti anni lavoriamo nell’ambito della prevenzione e della cura della salute mentale, sapersi mettere ogni giorno in discussione senza rigidità e pregiudizio, per predisporci con flessibilità all’ascolto, al cambiamento e alla trasformazione nella relazione”.
“Negli anni - sostengono Max e Aida - sentiamo di essere diventate persone più autentiche con se stessi e con gli altri, accettando le mille sfaccettature delle emozioni con il coraggio di non nasconderle ma al contrario imparando ad accettarle e a viverle come se fossero tutti i giorni una scoperta delle nostre fragilità ma anche dei nostri lati belli, positivi e creativi”.
“Inoltre il vivere quotidianamente l’imprevisto che è insito nelle relazioni umane - aggiungono - ci ha permesso di diventare persone più flessibili e capaci di escogitare soluzioni che ogni giorno la vita ci pone di fronte. Essere e saper essere se stessi senza maschere né ipocrisie”.
Poi un’altra significativa testimonianza, quella di Nadia Colombo, che racconta come si è trasformata con la pandemia la sua vita al centro diurno e di come ora vi sia la sensazione che qualcosa di nuovo stia rinascendo.
Seguono le “pillole di letteratura” di Pietro Benaglio, prima del racconto - a cura di Giampaolo Agrati - di come era nata, ormai un paio d’anni fa, e di come si è andata via via sviluppando l’idea di “confezionare” il giornale del centro diurno, “così da portare oltre il portone le nostre riflessioni, i nostri racconti e la nostra creatività”.
Uno spaccato di vita, di esperienze. Poi temi e riflessioni, come quelle sulla metamorfosi che “ispirano” il nuovo numero di Tri agun news.
Spazio quindi proprio alle metamorfosi di Giampaolo Agrati, Pietro Benaglio e Luigi Milani, alle riflessioni di Paola Giovine e dello stesso Agrati, fino a un interessante viaggio dentro i mitici anni Ottanta e alla storia di Consonno, il borgo che visse due volte.
Più oltre, ecco le pagine sui campi di grano e il pane fatto in casa, con tanto di ricetta per la sua preparazione, lo spazio dei lettori, una conversazione con Jacek Soltan sulla “metamorfosi” e un’intervista a Maria Andreotti, del “Forum Salute mentale Lecco”, fino al tributo a Giovanni Gastel, poeta e uno tra i più grandi fotografi italiani, scomparso nel marzo di quest’anno: “Più tardi quella sera la voce si fa dolce, con tenerezza le sue mani aggiustano la coperta, giro la testa e chiudo gli occhi ma la sua mano è nella mia e il sonno scende dolce, mentre sento il suo sorriso vicino”.
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