Prosegue senza sosta la maratona del pensiero che di luogo in luogo sa intercettare l’attenzione di un pubblico attento e numeroso. Il 13 e il 14 luglio saranno il filologo Maurizio Bettini e il filosofo e psicanalista Umberto Galimberti a declinare il concetto di Eros e Thánatos, tema portante della XVI edizione del Festival Filosofi lungo l’Oglio diretto da Francesca Nodari.
Il 13 luglio presso il Museo il Forno di Tavernole sul Mella (Brescia) Maurizio Bettini, parlerà di “Eros e thánatos. Nascita di immagini”.
Bettini è professore ordinario di Filologia Classica all’ Università di Siena e coordinatore del dottorato “Il mondo classico: antropologia e teoria della cultura”. A Siena ha fondato, assieme ad altri studiosi, il Centro interdipartimentale di studi “Antropologia del mondo antico”, di cui è direttore. Ha insegnato presso il Collège de France e dal 1992 tiene regolarmente seminari presso l’Università della California, e come Directeurd’études invité presso l’École de Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi. Incentra il proprio studio sul mondo greco e latino facendo propria una prospettiva interdisciplinare, aperta alle acquisizioni della storia e dell’antropologia. Fra i suoi temi principali: l’analisi del mito, della società, delle arti e della religione degli antichi. Per Einaudi cura la serie «Mythologica», per Il Mulino è responsabile della collana “Antropologia del Mondo Antico” e collabora con la pagina culturale de «La Repubblica». È autore di romanzi, tra gli ultimi ricordiamo: nel 2018: Il presepio. Antropologia e storia della cultura e Il mito, Einaudi; Discorso autorevole o racconto screditato? Il Mulino; Homo sum. Essere «umani» nel mondo antico, Einaudi 2019; Ridere degli dèi, ridere con gli dèi. L’umorismo teologico (con M. Raveri e F. Remotti) Il Mulino 2020; Hai sbagliato foresta. Il furore dell’identità, Il Mulino 2020.
Quando si parla di Eros e Thánatos - sostiene Bettini - il pensiero corre subito a Freud, a il Disagio della civiltà o Al di là del principio del piacere. Oppure, nel caso di coloro che sono più vicini alla tradizione letteraria italiana, vengono a mente i bellissimi versi leopardiani di Amore e morte. Il mito greco, invece, ci permette di imboccare anche una strada diversa, e forse inattesa. Ci sono infatti occasioni nelle quali, al momento in cui queste due forze si incontrano, a prendere vita sono delle "immagini".
Il 14 luglio il grande filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti sarà all’Area Spettacoli retro Rocca San Giorgio a Orzinuovi (Bs) e partirà da Platone per la sua lectio: “In dialogo con Platone su le cose dell’amore”.
Umberto Galimberti ha insegnato Filosofia della storia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia ed è uno tra i più importanti filosofi e psicoanalisti di formazione junghiana italiani. Si laurea in filosofia dell’Università Cattolica di Milano, presentato da Emanuele Severino con una tesi dal titolo La logica filosofica di Karl Jaspers. Successivamente frequenta l’Università di Basilea, dove viene a contatto con lo psichiatra e filosofo Karl Jaspers, di cui diverrà poi uno dei principali traduttori e divulgatori italiani. Nel 1976 diventa professore incaricato di Antropologia culturale presso la neonata Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, quindi professore associato di Filosofia della storia nel 1983, assumendone la titolarità di cattedra nel 1999. Dal 2002, ha avuto l’incarico di insegnamento di Psicologia generale e di Psicologia dinamica, affiancando l’insegnamento di Filosofia morale. Nel 1985 diventa membro ordinario dell’International Association for Analytical Psychology. È stato vicepresidente dell’Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica Phronesis e, attualmente, è membro del comitato scientifico. Nel 2006, con Luigi Perissinotto, ha inaugurato il primo master universitario in Consulenza filosofica presso l’Università di Venezia. Ha collaborato con «Il Sole24Ore» e tutt’oggi scrive per «la Repubblica» con editoriali su temi d’attualità e con approfondimenti di carattere culturale, oltre che l’inserto settimanale della rubrica epistolare di «D. La Repubblica delle Donne». Nel 2002 gli è stato assegnato il Premio internazionale «Maestro e traditore della psicanalisi» e, nel 2011, il «Premio Ignazio Silone» per la cultura.
Nell’arco del suo percorso ha fissato il proprio sguardo filosofico sui confini tra ragione e follia, nei suoi studi ha indagato con metodo genealogico le nozioni di simbolo, corpo e anima, rendendo visibili le tracce del sacro che persistono nella nostra civiltà dominata dalla tecnica. Tra le altre sue più recenti opere pubblicate in più lingue, tra cui anche il giapponese, ricordiamo: Nuovo Dizionario di Psicologia, Psichiatria, Psicoanalisi, Neuroscienze, Feltrinelli 2018; Perché? 100 storie di filosofi per ragazzi curiosi (con I. Merlini e M. L. Petruccelli) Feltrinelli 2019; Heidegger e il nuovo inizio. Il pensiero al tramonto dell’Occidente, Feltrinelli 2020. Dal 2001 è in corso di ripubblicazione nell’Universale Economica Feltrinelli l’intera opera del filosofo, di cui segnaliamo il seguente volume: XVI, La casa di psiche. Dalla psicoanalisi alla pratica filosofica (2017).
Galimberti nell’affrontare il tema del suo incontro rivolge la propria attenzione ai giovani che, anche se non sempre lo sanno, stanno male. E non per le solite crisi esistenziali che costellano la giovinezza, ma perché un ospite inquietante, il nichilismo, si aggira tra loro, penetra nei loro sentimenti, confonde i loro pensieri, cancella prospettive e orizzonti, fiacca la loro anima, intristisce le passioni rendendole esangui. Le famiglie si allarmano, la scuola non sa più cosa fare, solo il mercato si interessa di loro per condurli sulle vie del divertimento e del consumo, dove ciò che si consuma è la loro stessa vita, che più non riesce a proiettarsi in un futuro capace di far intravedere una qualche promessa. Va da sé che se il disagio non è del singolo individuo, ma l’individuo è solo la vittima di una diffusa mancanza di prospettive e di progetti, quando non di sensi e di legami affettivi, in cui il nostro modo di vivere particolarmente si distingue, se non ha origine psicologica ma culturale, inefficaci appaiono i rimedi elaborati dalla nostra cultura, sia nella versione religiosa perché Dio è davvero morto, sia nella versione illuminista perché non sembra che la ragione sia oggi il regolatore dei rapporti tra gli uomini, se non in quella formula ridotta della “ragione strumentale” che garantisce il progresso tecnico, ma non un ampliamento dell’orizzonte di senso per la latitanza del pensiero e l’aridità del sentimento. C’è una via d’uscita? Si può mettere alle porte l’ospite inquietante? Sì, se sapremo insegnare ai giovani l’“arte del vivere”, come dicevano i Greci, che consiste nel riconoscere le proprie capacità e nell’esplicitarle e vederle fiorire secondo misura. Se proprio attraverso il nichilismo i giovani, adeguatamente sostenuti, sapessero compiere questo primo passo capace di farli incuriosire e innamorare di sé, l’“ospite inquietante” non sarebbe passato invano.
Sempre il 14 luglio alle 19.00 presso l’Area Spettacoli della Rocca San Giorgio a Orzinuovi (Bs) ci sarà l’inaugurazione della Mostra: “Eros e Thánatos: 4 Prospettive al Femminile” con l’esposizione delle opere delle giovani artiste bresciane Monica Carrera, Elena Monzo, Silvia Trappa e dell’artista cremonese Anna Ghilardi. L’evento cornice è organizzato in collaborazione con l’Associazione Rete di Daphne da sempre attenta promotrice delle tematiche legate alla violenza sulle donne.
Gli incontri, che inizieranno alle ore 21.00, sono ad ingresso libero ma per quello del 13 luglio e necessario prenotare e si potrà accedere fino a esaurimento posti, nel rispetto delle normative anti-Covid. Per maggiori informazioni si consiglia di andare sul sito: www.filosofilungologlio.it
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