2021-06-07

La rinascita dei Piani Resinelli




Cesare Perego -Ai Piani Resinelli fra agricoltori, minatori e rocciatori, una piccola porzione i territorio sudivisa in quattro municipalità, Lecco, Abbadia Lariana, Ballabio, Mandello, che a 10 minuti da Lecco e 50 da Milano, rappresenta un crogiolo di vivacità storica e naturalistica che non può essere dimenticata. La lunga transizione da località agricola a meta turistica passando dalle attività minerarie e a quel grande mondo alpinistico che ne ha contrassegnato la storia con la Grigna, e gli alpinisti che qui si sono forgiati,mettendo così in risalto non solo la località ma l’intero territorio lecchese.

Diversi i momenti evolutivi della località montana per eccellenza che ne ha caratterizzato i primi anni 60 del 1900. Dal mondo agricolo, al mondo dell’arte mineraria, dallo sci passando per l’alpinismo, per giungere alla vocazione turistica che ha avuto negli anni 50 e 60 del 1900, un avvio di questa attività con una visione lungimirante alternativa al classico lavoro nelle fabbriche cha hanno caratterizzato lo sviluppo della città di Lecco e delle aree circostanti in quegli anni.

I Piani Resinelli hanno vissuto momenti magici negli anni 60, poi un declino durato decenni. Oggi la località è tornata ad essere meta privilegiata per l’escursionismo collegato alla tutela ambientale e quel turismo famigliare e scolastico sempre più in espansione. Questo, permette agli operatori, di valorizzare, recuperare luoghi e spazi, magari dimenticati, del nostro territorio, ma anche la riscoperta e la rilettura dei valori del passato, frutto del lavoro e del sacrificio delle generazioni che ci hanno preceduto, alla luce della nostra sensibilità moderna. Un modo per dare continuità alla storia del nostro territorio attraverso un passato, spesso ridotto a sola archeologia storica o sociale, che non può morire, e un presente che non può essere tale se non in rapporto proprio con questo passato. Non dobbiamo dimenticare che questa località è adagiata su un pianoro al 1300 metri sul livello del mare, quindi, montagna pura dove è percettibile più che in altri ambiti, il limite delle risorse ambientali e spesso la loro irripetibilità, dovrebbe essere più semplice tradurre in azioni i principi dello sviluppo sostenibile. Ma la montagna pare intenda con inusuale e determinata forza riprendere il dominio assoluto degli spazi imponendoci delle severe riflessioni sull nostra convivenza con il territorio montano. Purtroppo si assiste ad un impoverimento delle zone di montagna con la dissoluzione del patrimonio di conoscenze legate alle popolazioni locali. La ricchezza e il valore di questa località che solo noi possediamo, deve spingerci tutti, a far conoscere questa realtà che è propria di questa porzione di territorio lecchese per leggere nel grande libro della natura il corso delle stagioni, degli anni e saperne vedere nella pratica costante le straordinarie potenzialità.

Pian dei Resinelli, Grigne. Pare che a Leonardo nel complesso piacessero, o quantomeno ne fu grandemente colpito. Nei suoi appunti di viaggio, ricorda la Grigna come “la più alta montagna ch’abbia questi paesi, ed è pelata”. Ci si era imbattuto, probabilmente, nel corso di un’escursione in Valsassina, quando proveniendo da Mandello, aveva dovuto faticare molto quel passaggio. Di certo l’imponente aspetto della Grigna l’aveva impressionato. Montagna prestigiosa che ha reso famosa in tutto il mondo la nostra terra. Rocciatori come Cassin, Mauri, Ferrari e tanti altri il cui prestigio non ha conoscuuto confini.

Non sarà difficile immaginare quali saranno state le condizioni di vita e lavoro all’interno delle miniere: anche questi monti scrivono un pezzo di quella immane storia di tragedie e morte che è la miniera. Come non ricordare la costruzione di rifigi alpini, le attrezzature alberghiere, la costruzione del trampolino di salto con gli sci “Nino Castelli” e la disputa dei campionati Nazionali del 1934 e 1936? Nel Giugno 1934 iniziano i lavori di costruzione della strada consorziale entrata in esercizio nel 1936. Riflettendo si può considerare questo un “fantastico” viaggio in una località caratterizzata dai sentimenti di chi l’ha vissuta, amata, contrastata, con le proprie azioni o sentimenti. Il resto è storia di oggi, una storia segnata in prevalenza dai ritmi di un turismo che, negli anni del miracolo economico si fa sempre più intenso. E i problemi, anche, sono quelli di oggi: come assicurare alla località un ulteriore sviluppo turistico e sportivo senza distruggerne la dimensione naturale.

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