2021-04-25

L’IMPERDIBILE GIOCONDA DI GERMANA MARINI


di Claudio Redaelli - Un libro esemplare sotto ogni rapporto, quello della scrittrice e poetessa Germana Marini: esteticamente parlando, come in termini di contenuti, oltremodo apprezzabili e soggioganti. 

Mi riferisco a “La Gioconda sotto la tovaglia di mia nonna”. Nella rivelazione della cugina di Vincenzo Peruggia, Carabba Editrice di Lanciano (Chieti). 

Libro che, appena uscito, sta già riscuotendo un eclatante e, del resto prevedibile, successo, per la singolarità di un soggetto, che ad un secolo, ed oltre, dal ratto di Monna Lisa, seguita ad eccitare la fantasia della gente, i protagonisti essendo il dipinto più conosciuto del mondo e uno dei musei più famosi. 

Un testo di così alto calibro, da essere definito un vero e proprio “scoop”, tanto da lasciare il lettore esterrefatto di fronte alla perizia ancora una volta dimostrata da un’autrice con una trentina di pubblicazioni all’attivo, recensite con favore dalla più quotata critica. 

“Il clamoroso retroscena sul furto della Gioconda, finalmente svelato in una documentazione senza precedenti!”, sulla quarta di coperta del volume si legge. 

 

Prenotabile nelle librerie e disponibile su tutti i Digital Store : IBS, Libraccio, Feltrinelli, Mondadori, Einaudi, Amazon, Libreria Universitaria, Unilibro, Hoepli, ma non solo, su note testate giornalistiche estere, soprattutto francesi e tedesche, nonché inserito nella sezione Opinioni al New York Times, scrive Don Antonio Mazzi nel suo Saggio introduttivo:  

“Stiamo vivendo un periodo sbilenco politicamente, socialmente, terapeuticamente, umanamente: Perciò godersi queste pagine vere, gaudiose, disperse fra terra e cielo, tra arte raffaelliana e sconvolgente semplicità contadina, rinfresca l’aria e l’anima e ci dà un po’ di respiro”. 

 

Mentre nella prefazione il grande Roberto Allegri così si esprime: 

È davvero strepitoso ciò che si scopre immergendosi in quest’appassionata “storia 

di famiglia”, discretamente nascosta per oltre un secolo, ed ora non più taciuta  

dall’autrice, per rendere giustizia a Vincenzo Peruggia, del quale non è stata sino a questo momento sviscerata l’autentica personalità. Egli, molto più simile a un don 

Chisciotte, o a un D’Artagnan, animato non tanto di patriottismo, quanto della forza  

più grande di tutte, che fa commettere le follie più temerarie, e cioè l’amore”. 

La carrellata di tanto lusinghieri giudizi si conclude con “Un grande augurio per il successo dell’opera”!, formulato da S.E. il Cardinale Gianfranco Ravasi, Pontificium Consilium de Cultura, Città del Vaticano. 


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