2021-04-07

39 ANNI FA SE N’È ANDATO CARLO MAURI LASCIANDO UN GRANDE VUOTO


di Renato Frigerio - Alpinista lecchese, classe 1930, appartenente al Gruppo dei Ragni. Abbandonata l’attività alpinistica di punta si dedicò a viaggi esplorativi e di navigazione e al reportage fotografico in particolare in Nuova Guinea, nell’Antartide, in Amazzonia. I suoi servizi da corrispondente sono apparsi nelle pagine della Domenica del Corriere e Qui Touring. Inoltre, la rete televisiva italiana e svizzera ha in più occasioni offerto spazio su più fronti a dei filmati di Carlo Mauri. 

All’età di 52 anni, un infarto lo ha colpito per la seconda volta nel 1982, mentre da solitario percorreva la storica ferrata Gamma1 sul Pizzo d’Erna, da lui sollecitata. 

Era il 31 maggio quando all’ospedale di Lecco si spegneva. 

A Carlo Mauri, per onorarne la memoria, è dedicata una via del complesso urbano a Lecco, nel quartiere di Castello, poco distante dalla sua abitazione in Corso Matteotti. Sulla parte superiore e finale della ferrata Gamma1 che sale al Pizzo d’Erna, inaugurata nel 1978, gli è stato intitolato uno spettacolare ponte metallico in lega di ferro/acciaio, e così pure all’attacco della ferrata Gamma2 sul Resegone, nel 1983, con la posa di un medaglione di marmo delle Alpi Apuane, che ne racchiude il ritratto, si è voluto idealmente intenderne il ricordo riconoscente. 

Quale segno di affetto e di stima per 16 anni consecutivi, dal 1996 al 2012, al grande alpinista ed esploratore è stato dedicato un Concorso Nazionale di narrativa di montagna, dove ogni edizione aveva conclusione nel mese di maggio a Lecco con una imponente serata di premiazione. 

I tanti concorrenti che si sono sentiti ispirati da Carlo Mauri e che hanno partecipato con le loro opere ad ogni edizione del Concorso stanno a testimoniare il successo riscontrato ed il richiamo consolidato di questo ambito Premio letterario.

Fra gli scritti di Carlo Mauri: “Antartide”, Zanichelli, 1968, e “Quando il rischio è vita”, 

La Sorgente, 1975. 

Successivamente vedono la luce le opere postume pubblicate che raccontano la vita di Carlo Mauri. Scritto da Franco Rho e a cura di Francesca Mauri è uscito il libro 

“Il viaggiatore dei sogni”, Ferrari, 1997, e il docufilm “Un viaggiatore ai confini del mondo”, voluto dai suoi amici più vicini e fedeli, di Sabrina Bonaiti e Marco Ongania, presentato nel 2014, al 62° Film Festival Internazionale di Trento. 

Carlo Mauri, detto Bigio, figura quanto mai significativa, è stato un pezzo importante nella storia dell’alpinismo ed ha contribuito a portare e diffondere con affermazione nel mondo il nome di Lecco. Un signore d’altri tempi con idee più avanti di tanti altri, Grazie, Bigio!

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