2021-03-06

SUL DEPRECABILE FENOMENO DELLE TRUFFE AGLI ANZIANI




di Germana Marini 
Non v’è giorno che, complice questa malaugurata pandemia, stampa e T.V. non segnalino ogni genere di, più o meno astute, truffe a danno di anziani, refrattari 

a beneficiare delle innumerevoli lezioni che consigliano loro di stare in guardia dall’accordare fiducia a delinquenti senza scrupoli, nella maggioranza dei casi impuniti.

Gentaglia che assicurando agli stessi la possibilità di usufruire prontamente di immediati, fantomatici vaccini, pretende in cambio cifre iperboliche, oggetti preziosi e quant’altro, estorti altresì millantando gravi incidenti occorsi a parenti dei malcapitati, che esigono da parte loro degli ingenti esborsi. 

Il fatto che questo cliché si ripeta con disperante frequenza non serve a tutelare i creduloni dal cadere in trappola, per poi rilasciare raccapriccianti interviste, speranzosi di venir aiutati a recuperare il maltolto. 

Potrei sciorinare una lunga serie di casi, verificatisi la scorsa estate in una tipica località di villeggiatura, ove un’agguerrita genìa d’impostori ha fatto scempio nei conti correnti e nelle tasche , non solo di ultra ottuagenari, ma d’individui non ancora in tarda età, convinti ad inviare mensilmente consistenti cifre per le più improbabili, benefiche cause. 

 

E dire che basta ben poco per sfuggire ai ripetuti agguati: evitando ogni tentativo di avvicinamento dei truffatori per via, minacciandoli di allertare le Forze dell’ordine e così pure astenendosi dall’aprire l’uscio di casa a sconosciuti e dal “firmare raccomandate o ritirare pacchi postali”, di cui è comunque possibile entrare, successivamente, in altro modo in possesso. 

È parimenti prudente che la lettura dei contatori di gas, luce e acqua, sia evitata, se non dopo l’essersi informati nelle apposite sedi sull’idoneità ad effettuare la stessa. 

 

A fronte di tanto delittuoso speculare sulla buonafede di sprovveduti nonnini,  mi sovviene la specchiata rettitudine di mio nonno Adolfo, dileggiato da familiari e amici per la sua premura di recare al proprio Comune di residenza la monetina di minor valore raccattata per terra; tanto che , procedendo un giorno insieme, gli accadde di avvistare una banconota di alto calibro, che lo indusse a chiedersi: “Chissà mai chi l’avrà, poveraccio, persa…”. 

Al che, poco avanti a noi, simultaneamente si levò una voce: “Sono io che me la sono lasciata sfuggire dal portafoglio! Dia a me, sciur Marini; con tante grazie!”. 

“Se ha mentito, peggio per lui”, era stato il commento del nonno. “Quanto a me, mi consola il fatto che Dio sa che il mio dovere io l’avrei, come sempre, fatto!”. 


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