2021-03-14

IN FASE DI PUBBLICAZIONE IL “LIBRO SCOOP” DI GERMANA MARINI, CHE IN UNA TESTIMONIANZA SENZA PRECEDENTI FINALMENTE SVELA IL CLAMOROSO RETROSCENA SUL FURTO DELLA GIOCONDA


di Giovanni Alessi - 
Dell’imminente uscita di questo, tanto atteso, “libro-verità”, dal titolo “La Gioconda sotto la tovaglia di mia nonna”, sottotitolato: Nella rivelazione della cugina di Vincenzo Peruggia, avevano già dato tempo fa l’annuncio alcune testate giornalistiche, oltre ai noti settimanali “Chi” e “Gente”, in ampi articoli-intervista all’autrice, cui avevano fatto seguito svariate proposte editoriali, via via pervenute. 

Ma è stata l’Editrice “Carabba” di Lanciano (Chieti), ad averla vinta su tutte; quella stessa che della scrittrice e poetessa Germana Marini aveva già editato due testi di successo. Una gloriosa Casa Editrice che nell’Ottocento ospitò i capolavori dei più insigni geni del panorama letterario, da Gabriele D’Annunzio a Giovanni Papini, da Giacomo Leopardi a Eugenio Montale, da Pirandello a Alberto Moravia, fino a Vittorini, Cardarelli e al Premio Nobel Tagore. 

 

Ora il parto letterario della Marini, di cui tanto s’è parlato prima ancora che apparisse nelle librerie, in ragione anche del fatto che la stessa è cugina in terzo grado del Peruggia che trafugò Monna Lisa, o per meglio dire la sua nonna paterna lo era  in primo grado di Annunciata Rossi, andata poi sposa a Vincenzo, reca “Un grande augurio per il successo dell’opera”, di S.E. il Cardinale Gianfranco Ravasi, Pontificium Consilium De Cultura, Città del Vaticano, un dotto Saggio Introduttivo di Don Antonio Mazzi, la stupenda Prefazione di Roberto Allegri, apprezzato scrittore e giornalista, già firmatario dell’intrigante articolo apparso su “Chi”. 

 

“Stiamo vivendo un periodo sbilenco politicamente, socialmente, terapeuticamente, umanamente”, è quanto Don Mazzi ha affermato. “Perciò godersi queste pagine vere, gaudiose, disperse fra terra e cielo, tra arte raffaelliana e sconvolgente semplicità contadina, rinfresca l’aria e l’anima e ci dà un po’ di respiro”. 

Mentre nella sua Prefazione Roberto Allegri dichiara:  

“E’ davvero strepitoso ciò che si legge immergendosi in quest’appassionata “storia di famiglia”, discretamente nascosta per oltre un secolo, ed ora non più taciuta dall’autrice per rendere giustizia a Vincenzo Peruggia, la cui autentica personalità non è mai, sino ad oggi, emersa ”.  Ma pone in particolar modo l’accento sul fatto che quella di Germana Marini è una narrazione al cento per cento onesta, sincera, in cui si percepisce come ella sia innamorata, follemente innamorata di quanto va raccontando; mentre se uno scrittore, sia pur bravo, scrive di qualcosa che non conosce, che non ha vissuto e amato, lo si coglie all’istante. 

Assolutamente concordi sono poi i pareri dei sopramenzionati relativamente alla convinzione che questo schietto ed avvincente lavoro faccia eccezione alla regola, secondo la quale in ambito narrativo molto spesso romanzo e realtà coesistano, rigorosamente basato com’è sulla scrupolosa aderenza ai fatti, senza concessioni alla fantasia. 

 

Un vero peccato che “La Gioconda sotto la tovaglia di mia nonna”, al pari di molti altri interessanti libri, abbia dovuto soggiacere ai condizionamenti imposti da questa interminabile pandemia. La ripresa dell’attività da parte degli operatori culturali, quantunque non ancora a pieno ritmo, farà però sì che possiamo entrare nel merito di questa dettagliata, suggestiva testimonianza, la quale a 110 anni dal rapimento della Gioconda e 500 dal decesso di Leonardo Da Vinci, fa piena luce sul furto più celebre e controverso, che conferì a Monna Lisa un’enorme popolarità in ambito internazionale. 

 

Un libro che si legge, si fa leggere, ben costruito, che alla validità d’impianto associa la scorrevolezza descrittiva; giocato su colpi di scena da brivido, ma segnatamente sui sentimenti, e che, come è stato rilevato, rende per la prima volta nota la reale dinamica della sottrazione dell’opera vinciana, la quale nulla ha a che fare con quella sino ad ora propinataci. 

Assai toccante, infine, l’ultimo, edificante capitolo. 


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