2021-02-24

NON SI VORREBBE PIU’ LAMENTARE UNA DILAGANTE VIOLENZA A TUTTI I LIVELLI, RIPROPOSTA OSSESSIVAMENTE DAI MEDIA. MA COME EVITARLO?...




di Germana Marini - 
È praticamente impossibile sottacere gli episodi di pura follia che si ripetono con una frequenza inquietante, inneggiando a un “volemose bene”, che all’impatto con la cruda realtà apparirebbe anacronistico. 

Qualche esempio?... Dalla povera Clara, a tal segno convinta che il compagno l’avrebbe assassinata, da anticipare l’evento “pagandosi il funerale”, a Benno, che si proclama innocente in merito al sospetto di aver tolto la vita ai genitori, paradossalmente recandosi subito dopo dall’estetista, al diciassettenne aggredito e ucciso da sette coetanei, in quanto reo di “aver pronunciato un termine in modo scorretto”. 

Si motiva questa inaudita escalation di delitti, a pene troppo lievi, veramente irrisorie, attribuite alle baby gang che pestano con ferocia a sangue qualunque individuo manifesti rispetto a loro discordanti pareri; ai quali vengono dati “i domiciliari”, senza che si facciano un giorno di galera. 

“Depressione post-partum” è stato etichettato il volo da un ponte di una trentunenne con il piccolo di un anno e mezzo in braccio: lei deceduta, ed il bimbo salvo per miracolo. “Senso di inadeguatezza ad allevarlo, timore di una vita che potesse rivelarsi troppo dura per entrambi”, si è detto. Ma qui, signori miei, c’è di più: un male oscuro serpeggiante in ogni nucleo familiare, in ogni singola persona, definiti “in crisi”. 

In uno scorso mio articolo ho già ampiamente trattato degli scioccanti traumi familiari, suscettibili di scatenare nei figli una ribellione verso tutto e tutti, tipo il divorzio dei genitori, da essi vissuto come destabilizzante, privandoli di quel sicuro ancoraggio che dia loro un minimo di speranza, di fiducia nel futuro. Niente più appigli: ergo una rabbia che di giorno in giorno monta, sino alle estreme conseguenze.  

Ed ecco allora il rifugio in quei “paradisi artificiali” che annientano i neuroni in cervelli, destinati a non più connettere, a divenire preda di allucinanti deliri e attacchi di panico. 

 

A ”Domenica in”, condotta da Mara Venier, Don Mazzi ha tuonato contro padri e madri ermeticamente chiusi in loro stessi e del tutto incapaci di comprensione nei riguardi di giovani che, esasperati, finiscono con il perdere la testa. 

Benno, in particolare, che pare avesse mostrato chiari segni di squilibrio psichico e sdoppiamento di personalità, ma secondo l’opinione dei criminologi deve essersi trovato solo a combattere con “i suoi demoni”. 

 

Lungi dall’assolvere, occorre perlomeno dare un nome: “mancanza di empatia e d’amore”, a quanto sta alla base di atti, obiettivamente riprovevoli, compiuti da questi fragili ragazzi. Ragazzi che delle autentiche nullità si sentono, se non sono inseriti nel “branco”, o vengono dallo stesso estromessi; sicché si adeguano al cliché e alle spersonalizzanti usanze che lo caratterizzano. E che, in campo sentimentale, vesseranno delle sventurate partner , condannate a soggiacere al loro distorto modo di concepire il rapporto a due, fondato sul concetto di “possesso” e di “proprietà privata” indiscussi. 


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